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Iraq - Mosul - 09.7.2007
Nessun rispetto
Le schiave del sesso in Iraq raccontano le loro traversie
La famiglia di Asma stava attraversando seri problemi finanziari quando un uomo sulla sessantina presentò al padre una proposta che non poteva rifiutare: disse che voleva assumere Asma per 200 dollari americani al mese perché accudisse sua moglie handicappata.
una donna irachena dopo aver votato, simbolo di una libertà solo promessaStorie dolorose. La madre di Asma è cieca e il padre invalido, sempre in lotta per sbancare il lunario. L’uomo assicurò la coppia che Asma sarebbe potuta andare a trovarli e che l’avrebbe cresciuta insieme alle sue figlie. La famiglia indigente accettò l’offerta ma Asma, 17 anni, non aveva idea di cosa la stesse aspettando."Il mio lavoro non consisteva solo nel badare alla cucina; ero obbligata ad avere rapporti sessuali con il figlio dell’uomo che mi aveva assunta e quattro o cinque dei suoi amici” racconta dopo essere fuggita da una vita di schiavitù sessuale. “Ho lasciato la casa di mio padre vergine e ora sono…". Si interrompe. Suo padre non dice nulla a parte “ripongo la mia fiducia in Dio.”
La situazione sicurezza si sta deteriorando e l’assenza di leggi ha consentito che la schiavitù sessuale dilagasse in Iraq. I trafficanti possono vendere le loro vittime senza paura di essere puniti.
Secondo la relazione del Dipartimento di Stato Usa per il traffico di persone, le ragazze e le giovani donne provenienti da famiglie povere e incolte e i bambini, sono obbligati alla prostituzione; rivenduti in Iraq e all’estero in paesi come la Siria, la Giordania, il Qatar, gli Emirati Arabi, la Turchia e l’Iran.
Nella mutevole città di nord-ovest, Mosul, vicino al confine con la Siria, le ragazze e le giovani donne che provengono da famiglie indigenti e senza una cultura, sono particolarmente vulnerabili allo sfruttamento sessuale.
una donna irachenaCome schiave. Molte di loro, impiegate per i lavori domestici, alla fine divengono schiave del sesso. Khaled, 45 anni, ammette prontamente il suo coinvolgimento nel business sessuale. Indossa dei jeans e una maglietta gialla, quattro o cinque anelli alle dita e un braccialetto al polso. Questo reporter ha testimoniato di averlo visto discutere con un cliente sul fatto se preferiva una schiava di colore o di carnagione bianca.
"Conosco alcune famiglie che sono disposte a farsi mantenere dalle loro figlie", ha detto. "Alcuni mi domandano se (le loro figlie) possono lavorare esclusivamente in cucina, mentre altri chiudono gli occhi e dicono di non avere idea che le loro figlie saranno usate come prostitute". Altre donne cercano Khaled per conto proprio ma non sempre conoscono bene il suo lavoro. Zaineb, 20 anni, è un’affascinante giovane donna con la carnagione olivastra. Si sentiva responsabile per il mantenimento della famiglia. Suo padre era stato arrestato dalla polizia americana, sua madre era malata e le sue sorelle minori avevano bisogno di qualcuno che si occupasse di loro. Zaineb trovò lavoro tramite Khaled ma scoprì con orrore che era entrata nel tunnel della prostituzione. "Devo avere rapporti sessuali con diversi uomini ogni notte", racconta Zaineb, che è riuscita a mettersi in contatto con Iwpr. "Il mio capo e i suoi amici mi portano sempre in una fattoria, si ubriacano e poi fanno sesso con me. Piango, chiedo aiuto ai miei genitori, ma chi può sentirmi?". Le vittime della schiavitù sessuale in Iraq hanno poco aiuto da parte della polizia o dei tribunali. La legge irachena punisce esclusivamente lo sfruttamento dei bambini.
Un incubo infinito. Molte donne vengono irretite e ridotte in schiavitù in Iraq con la promessa di una nuova vita nel Golfo. Khaled ha convinto la famiglia della diciottenne Alia che un uomo nel Golfo era ansioso di sposarla e le ha comperato il passaporto e degli abiti nuovi. "Come ogni altra sposa, ero felice", racconta. "Ma dopo essere arrivata nel Golfo, ho scoperto che lo sposo altro non era che un gestore di un nightclub che sfruttava molte altre donne irachene per la prostituzione. Sono riuscita a fuggire dopo dieci mesi umilianti. Urlavo mentre uno di loro faceva sesso con me; mi trattavano come una schiava che avevano comperato. Ho perso i miei sogni, speranze e futuro". Il documento del Dipartimento di Stato rileva che il governo iracheno non ha perseguito alcun caso quest’anno, non ha offerto protezione alle vittime o fatto alcuno sforzo per prevenire o documentare il traffico. Ha anche documentato gli sforzi necessari a “tenere a freno la complicità degli ufficiali pubblici nel traffico delle donne irachene”.
Di Sahar al-Haideri*
Tratto da www.peacereporter.net
*Sahar al-Haideri era una giornalista che lavorava per l’Institute for War and Peace Reporting a Mosul. E’ stata assassinata nel giugno 2007.
Nessun rispetto
Le schiave del sesso in Iraq raccontano le loro traversie
La famiglia di Asma stava attraversando seri problemi finanziari quando un uomo sulla sessantina presentò al padre una proposta che non poteva rifiutare: disse che voleva assumere Asma per 200 dollari americani al mese perché accudisse sua moglie handicappata.
una donna irachena dopo aver votato, simbolo di una libertà solo promessaStorie dolorose. La madre di Asma è cieca e il padre invalido, sempre in lotta per sbancare il lunario. L’uomo assicurò la coppia che Asma sarebbe potuta andare a trovarli e che l’avrebbe cresciuta insieme alle sue figlie. La famiglia indigente accettò l’offerta ma Asma, 17 anni, non aveva idea di cosa la stesse aspettando."Il mio lavoro non consisteva solo nel badare alla cucina; ero obbligata ad avere rapporti sessuali con il figlio dell’uomo che mi aveva assunta e quattro o cinque dei suoi amici” racconta dopo essere fuggita da una vita di schiavitù sessuale. “Ho lasciato la casa di mio padre vergine e ora sono…". Si interrompe. Suo padre non dice nulla a parte “ripongo la mia fiducia in Dio.”
La situazione sicurezza si sta deteriorando e l’assenza di leggi ha consentito che la schiavitù sessuale dilagasse in Iraq. I trafficanti possono vendere le loro vittime senza paura di essere puniti.
Secondo la relazione del Dipartimento di Stato Usa per il traffico di persone, le ragazze e le giovani donne provenienti da famiglie povere e incolte e i bambini, sono obbligati alla prostituzione; rivenduti in Iraq e all’estero in paesi come la Siria, la Giordania, il Qatar, gli Emirati Arabi, la Turchia e l’Iran.
Nella mutevole città di nord-ovest, Mosul, vicino al confine con la Siria, le ragazze e le giovani donne che provengono da famiglie indigenti e senza una cultura, sono particolarmente vulnerabili allo sfruttamento sessuale.
una donna irachenaCome schiave. Molte di loro, impiegate per i lavori domestici, alla fine divengono schiave del sesso. Khaled, 45 anni, ammette prontamente il suo coinvolgimento nel business sessuale. Indossa dei jeans e una maglietta gialla, quattro o cinque anelli alle dita e un braccialetto al polso. Questo reporter ha testimoniato di averlo visto discutere con un cliente sul fatto se preferiva una schiava di colore o di carnagione bianca.
"Conosco alcune famiglie che sono disposte a farsi mantenere dalle loro figlie", ha detto. "Alcuni mi domandano se (le loro figlie) possono lavorare esclusivamente in cucina, mentre altri chiudono gli occhi e dicono di non avere idea che le loro figlie saranno usate come prostitute". Altre donne cercano Khaled per conto proprio ma non sempre conoscono bene il suo lavoro. Zaineb, 20 anni, è un’affascinante giovane donna con la carnagione olivastra. Si sentiva responsabile per il mantenimento della famiglia. Suo padre era stato arrestato dalla polizia americana, sua madre era malata e le sue sorelle minori avevano bisogno di qualcuno che si occupasse di loro. Zaineb trovò lavoro tramite Khaled ma scoprì con orrore che era entrata nel tunnel della prostituzione. "Devo avere rapporti sessuali con diversi uomini ogni notte", racconta Zaineb, che è riuscita a mettersi in contatto con Iwpr. "Il mio capo e i suoi amici mi portano sempre in una fattoria, si ubriacano e poi fanno sesso con me. Piango, chiedo aiuto ai miei genitori, ma chi può sentirmi?". Le vittime della schiavitù sessuale in Iraq hanno poco aiuto da parte della polizia o dei tribunali. La legge irachena punisce esclusivamente lo sfruttamento dei bambini.
Un incubo infinito. Molte donne vengono irretite e ridotte in schiavitù in Iraq con la promessa di una nuova vita nel Golfo. Khaled ha convinto la famiglia della diciottenne Alia che un uomo nel Golfo era ansioso di sposarla e le ha comperato il passaporto e degli abiti nuovi. "Come ogni altra sposa, ero felice", racconta. "Ma dopo essere arrivata nel Golfo, ho scoperto che lo sposo altro non era che un gestore di un nightclub che sfruttava molte altre donne irachene per la prostituzione. Sono riuscita a fuggire dopo dieci mesi umilianti. Urlavo mentre uno di loro faceva sesso con me; mi trattavano come una schiava che avevano comperato. Ho perso i miei sogni, speranze e futuro". Il documento del Dipartimento di Stato rileva che il governo iracheno non ha perseguito alcun caso quest’anno, non ha offerto protezione alle vittime o fatto alcuno sforzo per prevenire o documentare il traffico. Ha anche documentato gli sforzi necessari a “tenere a freno la complicità degli ufficiali pubblici nel traffico delle donne irachene”.
Di Sahar al-Haideri*
Tratto da www.peacereporter.net
*Sahar al-Haideri era una giornalista che lavorava per l’Institute for War and Peace Reporting a Mosul. E’ stata assassinata nel giugno 2007.