Banca Pop Italiana (BPI) LEGA NORD LADRONA ED IMBROGLIONA?

ma erano in compagnia... leggi qua

http://213.215.144.81/public_html/esclusivo.html

FIORANI CANTA, IL FESTIVAL DI SAN VITTORE E’ INIZIATO
Non era difficile capire che dai sotterranei di San Vittore sarebbe arrivato un boomerang in testa ai politici della Lega e di Forza Italia.
L'aveva capito perfino Dagospia e adesso arriva la notizia che Gianpiero Fiorani ha cantato confessando versamenti illeciti a uomini politici di quei partiti. La rivelazione arriva puntuale dalle colonne di "Repubblica" e colpisce soprattutto il ministro "abbronzato" Roberto Calderoli e il sottosegretario Aldo Brancher.

La Procura di Milano ha smentito, ma nei corridoi si parla di affidamenti per oltre 70 milioni di euro che in forme diverse sarebbero arrivati anche ai due trombettieri di Antonio Fazio: il senatore Luigi Grillo e il senatore Ivo Tarolli.
All'origine delle operazioni che vanno addosso alla Lega c'è il salvataggio di Credieuronord, la banca leghista per la quale il pio Governatore trovò la soluzione.
Il festival di Sanremo deve ancora cominciare, ma quello di San Vittore è iniziato. E sarà clamoroso.
 
tontolina ha scritto:
ma erano in compagnia... leggi qua

http://213.215.144.81/public_html/esclusivo.html

FIORANI CANTA, IL FESTIVAL DI SAN VITTORE E’ INIZIATO
Il festival di Sanremo deve ancora cominciare, ma quello di San Vittore è iniziato. E sarà clamoroso.

B.Antonveneta:la "lobby di Fazio" pagata da Fiorani (stampa)

ROMA (MF-DJ)--Dagli interrogatori di Fiorani e Boni spunta la "lobby di Fazio", un folto numero di parlamentari (un centinaio) pronto a prendere ordini da alcuni "capicordata" quando si trattava di votare alcuni provvedimenti nelle aule di Camera e Senato. A scriverlo e' il "Sole 24 Ore" che aggiunge come a guidare questa "lobby" c'era una manciata di politici amici dell'ex Governatore ma anche dell'ex a.d. di B.P. Italiana, Gianpiero Fiorani, che ne garantiva l'appoggio a Fazio anche attraverso lo stanziamento di denaro. La cifra stimata finora si aggirerebbe in 70 mln di euro, usciti dalle casse della banca sotto forma di affidamenti concessi a tassi agevolati ma anche pagamenti in contanti ritirati direttamente alla cassa. A guidare il gruppo dei "lobbisti", specifica il quotidiano, il senatore di Forza Italia (Fi), Luigi Grillo; tra i "capicordata" figura anche il sottosegretario alle Riforme Istituzionali di Fi, Aldo Brancher, e lo stesso ministro della Lega Nord Roberto Calderoli. Inoltre, sono citati il segretario della Lega Nord in Lombardia e parlamentare, Giancarlo Giorgetti; Ugo Tarolli, senatore Udc, e il senatore forzista Romano Cominciali, molto vicino al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. red/gug (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2006 MF-Dow Jones News Srl. February 14, 2006 04:37 ET (09:37 GMT)
 
Dopo Fiorani/ Reti Bancarie e Bpl in Bpi. Ok cda a piano industriale
Martedí 04.04.2006 09:43
Via libera del cda della Banca Popolare Italiana al piano industriale 2006–2009. I punti principali del primo piano della gestione Gronchi sono l’accorciamento della struttura societaria, fondendo Reti Bancarie Spa e Bipielle Investimenti Spa in BPI, la dismissione di asset non strategici per circa 1,5 miliardi euro e una ricapitalizzazione da 800 milioni.

Il board lodigiano si pone inoltre come obiettivi un utile netto di 534 milioni di euro a fine 2009, con un payout del 50% e un Roe del 13,1%. Inoltre, la banca stima di raggiungere, attraverso l'implementazione del Piano, un Coer Tier I al 6,7-7% e un Total Capital Ratio al 10,5%.

Per quanto riguarda le grandezze patrimoniali, il piano indica una crescita media della raccolta diretta del 4,5% e una crescita degli impieghi pari al 9,9%. La raccolta indiretta dovrebbe invece salire del 6,9%, spinta dalla crescita prevista del risparmio gestito del 7%. La banca fa comunque presente che, i coefficienti raggiunti con le sole dismissioni, sebbene siano a un livello sostenibile per la gestione ordinaria, non sono adeguati per il rilancio del gruppo. Per questo, la proposta di aumento di capitale per 800 milioni e finalizzata a fornire i mezzi per il rilancio ed è funzionale alla realizzazione degli obiettivi di crescita e di sviluppo fissati dal piano industriale.

In merito poi al progetto di accorciamento della catenza societaria, Bpi precisa che sarà attuato tramite la fusione di Reti Bancarie e Bipielle Investimenti in Banca Popolare Italiana Soc. Coop., riservandosi la determinazione del concambio al cda che delibererà il progetto di fusione e che procederà alla convocazione delle assemblee straordinarie, possibilmente entro il prossimo mese di luglio.

Piazza Affari non ha accolto con grande entusiasmo il nuovo piano industriale di Bpi. In apertura di contrattazione, il titolo dell'istituto ha registrato un avvio debole, cedendo lo 0,30%, a 8,8350 euro.

Andrea Deugeni

ora che i ladri sono scappati lasciando il disastro
si provvede a rattoppare e coprire i buchi
e ci vorranno almeno tre anni e fino al 2009 di sacrifici


ringraziamo i LEGHISTI- lega nord ladrona e padrona
 
Antonveneta/ Attesa per i verbali di Fiorani: nomi eccellenti del Centrodestra
Lunedí 10.04.2006 12:44
Antonveneta/ Fiorani e Boni ai domiciliari
A urne chiuse, saranno finalmente rese note quelle poche pagine di verbale, targate Giampiero Fiorani, che da mesi sono al centro di indiscrezioni. Verbali da cui emergerebbe un quadro inquietante di intrecci tra il sistema bancario e finanziario nazionale e un certo numero di politici eccellenti che avrebbe dovuto impedire l'ingresso in Italia a banche straniere in grado di alterare gli equilibri consolidati.

Gli interrogatori dell'ex numero uno di Bpi in realtà sono molto più corposi, ma è nelle dieci pagine dell'ordinanza di scarcerazione autorizzata dal gip Clementina Forleo che sta il succo della scalata ad Antonveneta. Succo che si annuncia amarissimo per alcuni importanti esponenti del centrodestra coinvolti.

Proprio per questo, nonostante sia stata firmata ieri, l'ordinanza di scarcerazione verrà depositata solo oggi pomeriggio. Quando l'esito delle politiche, cioè, sarà ormai deciso.

Già altre dichiarazioni di Fiorani hanno tirato in ballo esponenti eccellenti di Forza Italia e della Lega per i favori ricevuti dalla Bpi in cambio dell'appoggio offerto all'ex Governatore Fazio. Fiorani ha fatto molti nomi: tra i forzisti sono rimasti coinvolti il sottosegretario Brancher, il coordinatore della Lombardia Paolo Romani e gli onorevolo Grillo e Tarolli; mentre tra i lumbard, lo stesso ex ministro Calderoli e (in maniera contraddittoria) Giorgetti.

Ma la parte più interessante deve ancora essere resa nota. E che quelle pagine contengano i nomi più pesanti lo dimostra proprio il fatto che non sia trapelato proprio nulla. Gli stessi legali di Fiorani, nella richiesta di scarcerazione, si sono ben gurdati dal riportare stralci dei verbali secretati e persino nel parere favorevole della Procura non c'è traccia di quanto raccontato dall'ex banchiere lodigiano.

Ma nell'ordinanza firmata ieri dalla Forleo sarà impossibile non trovare
riferimenti espliciti delle confessioni-fiume di Fiorani e del suo braccio destro Gianfranco Boni. Quei racconti, infatti, sono proprio il motivo che ha spinto il gip milanese ad autorizzare il provvedimento, negato invece all'altro imputato Fabio Massimo Conti.

Il gip, cioè, ha accolto l'istanza di scarcerazione proprio perché l'indagato ha dimostrato la volontà di collaborare con gli inquirenti e ha preso l'impegno di restituire i suoi capitali depositati all'estero.
 
Fiorani: c’era un patto fra Berlusconi e Fazio

da www.lastampa.it

Fiorani: c’era un patto fra Berlusconi e Fazio
Il premier smentisce e chiama gli avvocati. I pm: una scusa la difesa dell’italianità delle banche
12/4/2006 di Paolo Colonnello

MILANO. «Fazio era interessato al mandato a vita a governatore della Banca d’Italia per manovrare a suo arbitrio il sistema bancario... giungendo anche a suggerire l’allocazione delle azioni rastrellate presso fondi siti all’estero». Così il gip Clementina Forleo in uno dei passaggi dell’ordinanza con cui ha concesso domenica gli arresti domiciliari a Gianpiero Fiorani.
Un’aspirazione, quella dell’ex governatore Fazio, che Fiorani descrive bene nei suoi verbali, indicandolo addirittura come il «regista occulto» della truffaldina scalata ad Antonveneta così come di altre analoghe operazioni. E sostenendo che garante delle aspirazioni di onnipotenza di Fazio sarebbe stato a un certo punto lo stesso Berlusconi che in un pranzo a Palazzo Chigi, diventato noto come «il patto dello Sciacchetrà», dal nome del vino ligure portato dal sentaore di Forza Italia Luigi Grillo, avrebbe rassicurato il Governatore sul fatto che il suo mandato non sarebbe mai stato a termine.
«So che Grillo - racconta Fiorani - disse che era importante un accordo politico con il governo perché si arrivasse a un mandato a vita del Governatore mantenendo tra le competenze di Bankitalia anche la vigilanza sulla concorrenza. In cambio Fazio avrebbe dato il suo ok ai conti pubblici senza criticarli». Una ricostruzione che il premier smentisce in pieno.
«La notizia - dice un comunicato di Palazzo Chigi - è assolutamente destituita di fondamento e il Presidente del Consiglio Berlusconi ha dato mandato a procedere al suo legale, avvocato Nicolò Ghedini». Lo stesso Ghedini sostiene che la ricostruzione di Fiorani «non sta nè in cielo nè in terra».

LA LOBBY
Dunque il duo Fazio-Fiorani cominciò a tessere quella rete di rapporti che avrebbe dovuto formare una vera e propria lobby politica all’interno del Parlamento, «fin dall’estate del 2004. Con Fazio - spiega Fiorani - si era deciso di seguire un doppio binario: da un lato rastrellare il rastrellabile, dall’altro di dialogare con gli olandesi... per salvare l’apparenza istituzionale». Ecco dunque la necessità di finanziamenti grandi e piccoli, di favori economici, come l’acquisizione da parte della Bpl della moribonda banca del Carroccio, Credieuronord; di versamenti in contanti al sottosegretario Aldo Brancher, che svolgeva il ruolo di ufficiale di collegamento con i leghisti; dei soldi (400 mila euro in contanti) all’ex ministro Calderoli, al coordinatore di Forza Italia in Lombardia Paolo Romani e ai due principali «sponsor» di questa lobby: il forzista Luigi Grillo e l’Udc Ivo Tarolli, generosamente ricompensati, racconta Fiorani, con conti aperti presso la Bpl e versamenti in contanti che provenivano dalla «cassa nera» affidata al complice Francesco Spinelli.
Versamenti, almeno per Brancher e per i leghisti, di cui anche l’ex governatore Fazio sarebbe stato al corrente, al punto di averlo raccontato a verbale davanti ai magistrati milanesi nell’ultimo interrogatorio: «Si, sapevo di Brancher e dei leghisti...». Ma i pm hanno perfino contestato all’ex governatore di aver suggerito a Fiorani di nascondere delle azioni Antonveneta su degli «hedge fund». Racconta Fiorani: «Fazio ci disse: “ma non avete fondi dove mettere ‘ste azioni?». Del resto l’ex governatore era così coinvolto nella vicenda da avere paura delle intercettazioni: «Dubitavo di essere intercettato, allora a maggio, quando Pisanu venne a trovarmi, gli chiesi se poteva controllare perché temevo di essere intercettato ma in modo illegale, da Abn Amro. Pensai alla Kroll (agenzia di investigazioni internazionale, ndr). Pisanu disse che si sarebbe interessato, ma non mi disse più nulla... Quando il 14 luglio fu compiuto un sequestro - continua Fazio io capii che c’era un’inchiesta e che c’erano delle intercettazioni, per questo avvertii mia moglie...»

IL TRAIT D'UNION
«Fiorani - scrive il gip - ha riferito dettagliatamente degli appoggi politici che avevano supportato l’operazione Antonveneta... Sponsor erano Grillo, Tarolli, Vito Bonsignore, Aldo Brancher. Il primo anche trait d’union con il presidente del Consiglio...» Così come lo fu poi, scrive il gip, anche Marcello Dell’Utri. E ancora: «Fiorani ha riferito di appoggi parlamentari, di operazioni illecite nonché di commessi finanziamenti a molti parlamentari al fine di ottenere il loro aiuto per ingraziarseli». Una lobby che però, nelle intenzioni di Fiorani, doveva essere il più trasversale possibile. «Così - racconta - presi contatti anche con Bersani, Benvenuto e Violante, che già conoscevo. A sinistra però c’era una spaccatura. Bersani disse che la sola via percorribile era l’autoriforma di Bankitalia. Disse che dovevo convincere Fazio. Per l’incontro con D’Alema avevo come canale De Bustis (Banchiere di Mps poi di Deutsche Bank, ndr) che si era offerto di metterci in contatto». In realtà, sembra di capire, l’unica vera apertura di credito a sinistra, l’ebbe alla fine con l’amico Gianni Consorte, presidente di Unipol, in seguito anche lui indagato ma per le plusvalenze Telecom.

NEI BAGNI DEL SENATO
Il coté politico era così importante per l’ex amministratore della Popolare di Lodi, che in un interrogatorio del 27 gennaio, il suo braccio destro e complice Gianfranco Boni riferisce che Fiorani «si aggirava con un foglio di parlamentari che stava contattando. E, a suo dire, passava le giornate al Senato, aggiornandomi dell’evolversi della situazione con telefonate che mi faceva dall’interno dei bagni... Fiorani mi raccontava che in Senato quando lo incontravano, lo trattavano come se fosse Pera...»

FIGLI E PARENTI
Fiorani si sentiva comunque tranquillo, almeno sul versante della vigilanza. Non solo perché il Governatore era in simbiosi con lui, ma anche perché poteva contare sulle consulenze distribuite tra figli e parenti dei responsabili Consob e dell’Ufficio italiano Cambi: «Il figlio di Cardia (presidente Consob, ndr) - racconta Fiorani - è nostro consulente. Credo che percepisca qualcosa come 250 mila euro l’anno». Così come un dirigente dell’Uic, Franco Cenci, capo servizio dell’Ispettorato, si mostrò molto comprensivo con la Bpl durante un’ispezione: «Ricordo che poi decidemmo di dare una consulenza allo studio Uckmar, dove lavora il figlio di Cenci, perché predisponesse le osservazioni da presentare contro l’ispezione...».
 
AntonVeneta/ Fazio confessa: sapevo dei soldi alla Lega e a BrancherMercoledí 12.04.2006 10:40
Soldi sia alla Lega sia a Brancher. Secondo quanto risulata a Repubblica, l'ex governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, ha confermato le rivelazioni scottanti fatte da Giampiero Fiorani al gip Clementina Forleo nell'ambito dell'inchiesta AntonVeneta. Nell'interrogatorio del 22 marzo, inclazato dai pm milanesi, Fazio ha confessato di essere stato a conoscenza delle somme elargite da Fiorani ai politici per sostenere il progetto lodigiano di scalata alla banca padovana.

Insomma, anche l'ex numero uno di Via Nazionale sapeva di quela "lobby politico-istituzionale", di cui a parlato Fiorani, che si era creata per la difesa dell'italianità del sistema bancario. Lobby fatta di incontri frequenti con i fedelissimi Luigi Grillo, senatore centrista indagato per aggiotaggio, e Ivo Tarolli, esponente sempre dell'Udc, per "studiare la questione".

Se ha ammesso di essere stato d'accordo con il progetto del banchiere lodigiano, Fazio, però, ha smentito che Fiorani lo abbia sempre tenuto informato sull'evoluzione della scalata ad Antonveneta. Secondo quanto riportato dal gip Clementina Forleo, dopo il cosiddetto "patto dello Schiacchetra" (dal nome di un vino), in cui Berlusconi assicurò a Fazio il mandato a vita in cambio di un atteggiamento del Governatore sui conti pubblici" (14 gennaio), l'ex governatore, infatti, avrebbe incontrato gli ex vertici di Banca Popolare Italiana, quasi ogni sabato.

Contatti, che per Fazio, si sarebbero limitati solamente "a un fogliettino con tutti i nomi degli alleati" per l'operazione su AntonVeneta. Da "Ricucci a Gavio e da Zunino a Coppola". Un gruppo di cui, però, non avrebbe fatto parte "Unipol", come invece ammesso da Fiorani.

Intanto l'ex a.d. di Lodi e il suo braccio destro, Gianfranco Boni, sono agli arresti domiciliari. Nel provvedimento, la Forleo osserva anche che, per quanto i testimoni chiamati a riscontro e gli interrogatori inchiodino Fiorani a responsabilità gravissime, l'ex numero uno di BPI "merita" gli arresti domiciliari. Questo perché sia Fiorani che Boni hanno collaborato con i magistrati indicando complicità, persone e fatti non ancora noti al momento del loro arresto.

Il giudice osserva come Fiorani, che ha ammesso di avere "protezioni in Bankitalia e anche da parte di politici di livello", faceva riferimento a una "lobby politico-istituzionale" che, "con la scusa della difesa dell'italianità del sistema bancario, in realtà difendeva ben altri interessi".

Andrea Deugeni
http://canali.libero.it/affaritaliani/economia/bpidffd.html?pg=1
 
Fazio: "Mai saputo di soldi ai politici non ho fatto pa

fo64 ha scritto:
da www.lastampa.it

Fiorani: c’era un patto fra Berlusconi e Fazio
Il premier smentisce e chiama gli avvocati. I pm: una scusa la difesa dell’italianità delle banche
12/4/2006 di Paolo Colonnello

da Repubblica.it:

Fazio: "Mai saputo di soldi ai politici non ho fatto patti con Berlusconi"

ROMA - Non è "mai stato al corrente di versamenti ai politici", e nega che sia stato stipulato "un patto con Berlusconi sui conti pubblici". Antonio Fazio smentisce nettamente di essere stato a conoscenza di versamenti a politici per creare una lobby in suo favore, e anche di aver stretto accordi con il presidente del Consiglio per esprimere un giudizio più "morbido" sullo stato delle finanze pubbliche italiane in cambio del mantenimento del mandato, a tempo indeterminato, a Palazzo Koch. A riferire le dichiarazioni di Fazio è il suo legale, Franco Coppi.

In particolare, l'ex numero uno di Bankitalia nega di aver ammesso, nel corso dell'interrogatorio davanti al pm di Milano, di essere al corrente di versamenti in suo favore, che sarebbero stati effettuati dall'ex amministratore delegato di Bpi, Giampiero Fiorani, all'onorevole Brancher e a esponenti della Lega.

E' sufficiente leggere i verbali dell'interrogatorio, al foglio numero 229, e seguenti - afferma Fazio - per rendersi conto che ho detto esattamente il contrario".

In maniera altrettanto netta, l'ex governatore smentisce "qualsiasi accordo o patto con il presidente del Consiglio i cui termini - conclude - sono palesemente non credibili e chiaramente contraddetti dalle posizioni costantemente assunte dalla Banca d'Italia in tema di conti pubblici".
 
programmazione

Esce dal carcere fiorani, dal casolare provenzano, dalla nexus i sondaggi....

C'è il problema del risultato.... quello è sfuggito un pò di mano....
 

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