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su distrowatch nuova distribuzione linux italiana openmamba ..forse provero' il cd live

Ulteriore caratteristica di openmamba è che Mambasoft da gennaio vende portatili preinstallati e preconfigurati con Openmamba a bordo: al momento sono disponibili 6 portatili prodotti dalla Zepto e si va da un core2 duo 1.6 GHz al 2.4GHz, con monitor da 14,1″ o 15,4″, varie configurazioni di RAM e schede video NVidia 8600 o Intel X3000.

questo è interessante ;)

il loro server è lento...c'è un assalto
 
Red Hat: 100 milioni all’anno per migliorare Linux

Matthew Szulik, amministratore delegato di Red Hat, in un’intervista concessa alla BBC ha svelato alcuni retroscena della sua azienda che l’hanno da sempre contraddistinta nel rivoluzionario mondo opensource. Ebbene, Red Hat oltre a sviluppare alcuni dei software open che distribuisce è anche una delle più grandi aziende che con una percentuale del 12.3% contribuisce allo sviluppo del kernel Linux. Ma c’è dell’altro. Szulik ha dichiarato che ogni anno la sua azienda investe circa 100 milioni di dollari per lo sviluppo di software opensource e nel kernel Linux, provvedendo poi a rilasciare tutto il codice sotto licenza GPL. Ma allora cosa ci guadagna? I proventi arrivano dal mercato enterprise e dalle consulenze presso grandi clienti.

Un business decisamente prolifico che ha visto Red Hat entrare prepotentemente nella lista Fortune 500, compilata e pubblicata dalla rivista Fortune che classifica le 500 maggiori imprese societarie statunitensi misurate sulla base del loro fatturato.

questo articolo è per chi ritiene che l'open source significa lavorare gratis

c'è anche chi ci guadagna e anche bene :D
 
che vuoi che ti dica ipman io problemi a scaricare openmamba
non ne ho avuti , ma erano un po' di mesi fa'
che sia scoppiata la mania? :D
 
Verona osa con Linux

L'Università migrerà all'open source entro tre anni. Con l'obiettivo di abbattere i costi
Roma - Seguendo l'esempio delle pubbliche amministrazioni di Monaco, Bolzano e delle scuole d'arte di Berlino, l'Università di Verona migrerà a sistemi operativi open source, come già hanno fatto altri istituti italiani.

L'iniziativa si chiama "Osa Project", perché ritiene di "osare" sfidando le convenzioni dell'hardware e del software proprietario delle università italiane, e aprire la strada ad una visione "open" delle risorse informatiche degli atenei.

Obiettivo principale del programma è abbattere i costi informatici.

Il progetto porterà nel giro di qualche anno a dotare i computer di software aperti e liberi. L'intenzione è migrare il sistema operativo a Gnu/Linux Ubuntu entro tre anni.

In una prima fase, già avviata, Michele Bianco della Direzione Informatica, ha identificato i prodotti più utili all'ateneo, concentrandosi su quelli open source. I software individuati, fra cui OpenOffice, AbiWord, Firefox, sono riportati sul sito con i riferimenti principali.

In una seconda fase (che si prevede da iniziare dal primo gennaio 2010), si cominceranno ad utilizzare formati standard aperti per tutti i documenti prodotti.

queste sono belle notizie

hanno puntato su Ubuntu ;)
 

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