Per la commissione Difesa del Senato le Ong non potranno gestire i corridoi umanitari
16 Maggio 2017, 17:25
Arriva lo stop. «Non può essere consentita la creazione di corridoi umanitari» gestiti autonomamente dalle ong, trattandosi di un compito che spetta agli Stati o agli organismi internazionali. Le ong che fanno soccorsi devono poi essere certificate e la loro presenza in mare deve essere fin dall'inizio coordinata dalla Guardia costiera italiana. Queste le principali indicazioni della relazione approvata all'unanimità dalla commissione Difesa del Senato ed illustrate dal presidente, Nicola Latorre. «C'è stata - ha sottolineato Latorre, che era insieme a Maurizio Gasparri (Fi), Sergio Divina (Lega Nord e Federico Fornaro (Mdp) - una discussione intensa in commissione, che ha prodotto come risultato una relazione unanime, nonostante gli approcci diversi. Ora invieremo il documento al presidente del Consiglio ed ai ministri di Difesa, Interno, Esteri, Infrastrutture e Trasporti. L'auspicio è che le nostre linee guida vengano adottate». La certificazione delle ong che fanno soccorso in mare, secondo Latorre, «è assolutamente indispensabile. Occorre verificare l'adeguatezza delle imbarcazioni e le caratteristiche degli equipaggi che spesso vengono affittati con impegni a termine».
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Migranti, dal Senato stop ai corridoi umanitari gestiti da Ong
16 maggio 2017
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Intanto, la Commissione europea lancia il suo ultimatum. "Gli Stati che non hanno ancora accolto"
richiedenti asilo da Italia e Grecia, "o quelli inattivi da quasi un anno", inizino i trasferimenti "entro il prossimo mese", si legge nella dodicesima relazione sui ricollocamenti. "Se non lo faranno, a giugno" la Commissione discuterà sulla possibilità di aprire le procedure di infrazione. Un monito che trova riscontro nei dati di Frontex: -84% i migranti arrivati in Europa da gennaio a aprile, ma
l'Italia continua ad avere numeri in aumento del 33%. L'Italia, dice Bruxelles, dal canto suo deve urgentemente accelerare le procedure per le registrazioni ai fini delle candidature.
I Paesi nel mirino dell’Ue
La Commissione Ue concentra le sue raccomandazioni su
Ungheria, Polonia e Austria, unici Stati a non aver accolto un solo profugo. Ma sollecita anche la Repubblica Ceca, inattiva da un anno circa, a riprendere i trasferimenti, e chiede a Bulgaria e Slovacchia di mostrare più flessibilità sulle preferenze dei profughi da accogliere. Irlanda e Estonia, vengono invitate a trovare soluzioni con il nostro Paese per soddisfare le esigenze aggiuntive di sicurezza. Spagna, Belgio e Croazia devono aumentare i loro impegni mensili nei confronti di Italia e Grecia. Germania, Romania e Slovacchia devono impegnarsi di più verso la Grecia, mentre la Francia e Cipro di più con l'Italia. Nel complesso, tutti i Paesi devono accrescere la capacità di trattare le richieste, evitare preferenze troppo selettive che provocano ritardi e dare la priorità alle persone più vulnerabili, come i minori non accompagnati.
Migranti, Commissione Difesa: “No a corridoi umanitari delle Ong” | Sky TG24