''l'italia e' sull'orlo della bancarotta, e' un paese senza lavoro e senza futuro''

tontolina

Forumer storico
IL PRINCIPALE QUOTIDIANO TEDESCO: ''L'ITALIA E' SULL'ORLO DELLA BANCAROTTA, E' UN PAESE SENZA LAVORO E SENZA FUTURO''

lunedì 7 ottobre 2013
Berlino - L'Italia e' un Paese con un grande avvenire dietro le spalle: a fare la dura profezia e' la 'Frankfurter Allgemeine Zeitung' (Faz), che in un articolo a tutta pagina dal titolo "Italia, un Paese senza futuro" elenca al lettore tedesco tutto cio' che non va nello Stivale, descrivendo casi concreti di giovani senza lavoro e laureati costretti a occupazioni sottoqualificate.
Per la Faz anche il tramonto dell'era berlusconiana non segna "la fine della situazione precaria di un Paese tra i piu' belli del mondo, ma la conferma di una bancarotta politica ed economica".

Il quotidiano spiega che "a molti italiani luccicano gli occhi quando parlano della Germania".
"Difficile convincerli che in Germania non c'e' tutto quel benessere che immaginano", spiega la Faz, che tuttavia si rallegra del fatto che "a differenza della Grecia, nella teste della gente non ci sono sentimenti antitedeschi".
Dopo aver lamentato i tanti privilegi mantenuti dalla casta politica a dispetto della crisi, l'articolo conclude: "Adesso la festa e' finita e sul buffet non e' rimasto niente, il Paese e' sull'orlo della bancarotta" (AGI)

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IL PRINCIPALE QUOTIDIANO TEDESCO: ''L'ITALIA E' SULL'ORLO DELLA BANCAROTTA, E' UN PAESE SENZA LAVORO E SENZA FUTURO'' - I fatti e le opinioni del Nord - ilnord.it
 
BONANNI (CISL): ''SIAMO ALL'ULTIMA SPIAGGIA. TUTTI GLI INDICATORI SONO NEGATIVI''


http://www.ilnord.it/b-1576_BONANNI..._SPIAGGIA_TUTTI_GLI_INDICATORI_SONO_NEGATIVI#
10 febbraio - ''Ormai siamo all'ultima spiaggia. Speriamo che Letta abbia ora un colpo d'ala'' perche' ''non e' piu' tempo di promesse. Ma di fatti''. . Lo ha detto il Segretario Cisl Bonanni. ''Tutti gli indicatori economici e sociali sono negativi - ha spiegato - La situazione è ogni giorno sempre più preoccupante. Il paese non puo' continuare ad assistere a questo gioco delle parti. Speriamo che Letta lanci provvedimenti straordinari ed urgenti su industria, sviluppo e forte riduzione delle tasse''
 
l'hanno detto 60 anni fa anche quelli di utah, omaha, gold, juno e sword beach.


:up::up::up:

http://www.ddayinrete.it/wn60/wnstoria/dday_wn60.pdf


«Sembravano tutti morti di paura.» Quando Taylor raggiunse il terrapieno, Rilien
lo sentì dire agli uffidall: «Se proprio dobbiamo morire, Io faremo lassù».Agli altri uomini Taylor
disse: «Su questa spiaggia ci sono solo due categone di uomini: quelli morti e quelli che stanno per morire. Quindi togliete il culo da qui!
 
circa 8-10 milioni sono in bancarotta:sad:, che sono la fortuna di chi dirige l'orchestra:D.

850 miliardi annui spesa pubblica:mmmm:
2100 miliardi di euro di debito:eek:.
9800 miliardi sui cc bancari;).

qualcuno ha fatto il furbo, forse bastava sperperare meno denaro pubblico e pagare le tasse in questi ultimi 60anni, ogni popolo ha il governo che si merita.



che bancarotta?:mmmm:
 
Istat: pil Italia scende sotto la media UE. Siamo più poveri del 2000

Ultimo aggiornamento 11 febbraio 2014 , ore 12:06
Secondo l'Istat, l'Italia alla fine del 2012 risultava più povera dell'anno 2000, in termini reali. Cresce il debito, mentre arrancano l'export e la produttività del lavoro.






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Istat: pil Italia scende sotto la media UE. Siamo più poveri del 2000 - Economia - Investireoggi.it


http://www.investireoggi.it/economia/argomento/tasso-di-imprenditorialita/

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E’ la foto di un’Italia che si è impoverita, quella scattata dall’Istat e pubblicata in “Noi Italia 2014″. Se nell’anno 2000, il pil pro-capite italiano si attestava al di sopra della media UE del 17,3%, alla fine del 2012 era sotto la media dell’1,6%. Questo è dovuto alla più bassa crescita nella UE registrata dal nostro paese nell’ultimo decennio, pari solo al 12,5%, tanto che in termini reali, il pil italiano alla fine del 2009 risultava inferiore a quello del 2000.
Economia poco produttiva

E nel 2012, continua l’Istat, il pil è crollato su base annua del 2,8%, mentre la produttività del lavoro è diminuita dell’1,2%. E dal 1999 al 2012, quest’ultima è cresciuta dello 0,8% all’anno, risultando oggi intorno alla media europea, quando nel 2002 era superiore del 9,2%.
La cattiva performance della nostra economia si riflette nella perdita di quote di mercato da parte del nostro export, sceso dal 4% nel mondo del 2003 al 2,7% del 2012, anche se la dinamica è in linea con quella di altre economie avanzate. A trainare l’export è il Nord, con il 70% del totale, mentre il Sud pesa solo per l’11,9%.
E se l’economia va male, aumenta il disagio sociale. Alla fine del 2012, il 12,7% delle famiglie era relativamente povero, pari a 3 milioni 232 mila di unità e a 9 milioni 563 mila persone, il 15,8% dell’intera popolazione. Il 6,8% delle famiglie, invece, ossia 4,8 milioni di persone risultava vivere in una situazione di povertà assoluta.
A dimostrazione della scarsa produttività, un dato su tutti: se l’Italia è ai primi posti in classifica con 63,6 imprese ogni mille abitanti e al primo in assoluto per tasso di imprenditorialità (oltre il 30% e maggiore al Sud), essa è ultima, però, per competitività, con un valore aggiunto di soli 128,50 euro per ogni 100 euro di costo del lavoro.
Conti pubblici e tasse: siamo al primo posto nell’Eurozona, insieme alla Germania, per saldo primario, la differenza tra entrate e spese, al netto degli interessi sul debito. E sesti per il deficit. Tuttavia, alla fine del 2012 eravamo secondi solo alla Grecia per livello del debito pubblico (127% del pil), registrando una crescita del 6% a/a, più del doppio della media europea.
Male anche la pressione fiscale, al 44,1%, il 3,6% in più della media europea, con tendenza alla crescita sin dal 2005. Davanti a noi ci sono solo Austria, Svezia, Francia, Belgio e Danimarca.
 
Istat: pil Italia scende sotto la media UE. Siamo più poveri del 2000

Ultimo aggiornamento 11 febbraio 2014 , ore 12:06
Secondo l'Istat, l'Italia alla fine del 2012 risultava più povera dell'anno 2000, in termini reali. Cresce il debito, mentre arrancano l'export e la produttività del lavoro.






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2

La Bundesbank propone la patrimoniale per i Piigs. L'Italia ci pensa?

E’ la foto di un’Italia che si è impoverita, quella scattata dall’Istat e pubblicata in “Noi Italia 2014″. Se nell’anno 2000, il pil pro-capite italiano si attestava al di sopra della media UE del 17,3%, alla fine del 2012 era sotto la media dell’1,6%. Questo è dovuto alla più bassa crescita nella UE registrata dal nostro paese nell’ultimo decennio, pari solo al 12,5%, tanto che in termini reali, il pil italiano alla fine del 2009 risultava inferiore a quello del 2000.
Economia poco produttiva

E nel 2012, continua l’Istat, il pil è crollato su base annua del 2,8%, mentre la produttività del lavoro è diminuita dell’1,2%. E dal 1999 al 2012, quest’ultima è cresciuta dello 0,8% all’anno, risultando oggi intorno alla media europea, quando nel 2002 era superiore del 9,2%.
La cattiva performance della nostra economia si riflette nella perdita di quote di mercato da parte del nostro export, sceso dal 4% nel mondo del 2003 al 2,7% del 2012, anche se la dinamica è in linea con quella di altre economie avanzate. A trainare l’export è il Nord, con il 70% del totale, mentre il Sud pesa solo per l’11,9%.
E se l’economia va male, aumenta il disagio sociale. Alla fine del 2012, il 12,7% delle famiglie era relativamente povero, pari a 3 milioni 232 mila di unità e a 9 milioni 563 mila persone, il 15,8% dell’intera popolazione. Il 6,8% delle famiglie, invece, ossia 4,8 milioni di persone risultava vivere in una situazione di povertà assoluta.
A dimostrazione della scarsa produttività, un dato su tutti: se l’Italia è ai primi posti in classifica con 63,6 imprese ogni mille abitanti e al primo in assoluto per tasso di imprenditorialità (oltre il 30% e maggiore al Sud), essa è ultima, però, per competitività, con un valore aggiunto di soli 128,50 euro per ogni 100 euro di costo del lavoro.
Conti pubblici e tasse: siamo al primo posto nell’Eurozona, insieme alla Germania, per saldo primario, la differenza tra entrate e spese, al netto degli interessi sul debito. E sesti per il deficit. Tuttavia, alla fine del 2012 eravamo secondi solo alla Grecia per livello del debito pubblico (127% del pil), registrando una crescita del 6% a/a, più del doppio della media europea.
Male anche la pressione fiscale, al 44,1%, il 3,6% in più della media europea, con tendenza alla crescita sin dal 2005. Davanti a noi ci sono solo Austria, Svezia, Francia, Belgio e Danimarca.

??
e come stanno in Austria Svezia Belgio e Danimarca??
 

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