Una volta per me era facile avere un'idea su Craxi, adesso è più difficile.
Mi spiego: mio padre, per un certo periodo, lavorò in un'azienda medio-piccola (una delle famose PMI, "spina dorsale dell'Italia" secondo la retorica di alcuni) nel settore del catering ("mense") dei cantieri.
Molti cantieri erano gestiti da imprese pubbliche o miste.
L'azienda dove lavorava mio padre era costantemente a rischio - e mio padre avrebbe potuto perdere il lavoro, con una moglie casalinga e due figli ancòra studenti - perché partecipava alle gare di appalto offrendo il catering per - ad esempio - 1.000 operai ad un certo prezzo, ma l'appalto veniva assegnato - dal management di fede PSI - ad una azienda che offriva lo stesso servizio ad un prezzo inferiore, assolutamente insostenibile.
Poi veniva regolarmente approvata una generosa "variante" all'appalto, per cui l'azienda concorrente, alla fine, forniva lo stesso servizio ad un prezzo ben più alto di quello dell'azienda dove lavorava mio padre: la maggiorazione in parte arricchiva l'imprenditore, e in parte finiva in tangenti al PSI.
Quindi, in pratica, io odiavo la corruzione, Craxi, il PSI, le tangenti, lo Stato. Se lo Stato serve per aumentare i costi a scapito della collettività e a beneficio di pochi, si chiama oligarchia. Se lo Stato è intrinsecamente corrotto, la cosa migliore è avere meno Stato possibile.
Poi col tempo alcune mie convinzioni sono cambiate.
Non tutte: lo Stato italiano è (ed è destinato a rimanere) profondamente corrotto.
Continuo a pensare che la sua sfera d'azione (e di spreco) andrebbe limitata, perché penso che se il cittadino medio vuole buttare i soldi nel cesso (darli ad un cartomante, ad esempio) deve essere libero di farlo, ma trovo ingiusto che sia costretto dall'autorità a buttare i soldi nel cesso tramite le tasse.
Però è molto cambiata la mia visione sulla magistratura. Non è una struttura eroica in lotta contro un subdolo nemico.
E' anch'essa un organo dello Stato e, come tale, spesso opera a danno di tutti (con gli sprechi, i ritardi, gli errori evitabili), con alcuni soggetti che sono particolarmente "nel mirino" dei giudici, e a beneficio di pochi.
Quindi continuo a pensare che Craxi - al di là di poche scelte di politica estera ed economica condivisibili - era in pratica il capo di una banda di ladri, ma adesso penso che i ladri fossero molti di più di quello che credevo ai tempi di tangentopoli, e che una parte dello Stato aveva deciso di prendersela solo con un sottoinsieme di ladri.
La soluzione, oggi come ieri, continua a non essere l'assoluzione (o la beatificazione, sic!) dei ladri, bensì la riduzione del numero dei ladri.
Ma in un Paese catto-comunista-sovranista-statalista-noeurista-antimeritocratico, lo Stato continuerà ad alimentare le non piccole schiere di privilegiati fino al completo collasso.
In pratica, io aspetto il default, il commissariamento, la Troika.
Wiwa Rutte, che pensa che lo Stato italiano dovrebbe limitare i suoi sprechi e i suoi deficit, e quindi è il solo difensore degli interessi degli italiani!