E per le imprese dei servizi dell'Italia l'indice Pmi è caduto a 47,2 punti, dai 50,5 di ottobre, finendo quindi di nuovo a valori recessivi e invertendo l'andamento la dinamica di miglioramenti vista nei due mesi precedenti. Sono anche aumentati i tagli occupazionali, laddove solo lunedì scorso sempre Markit, nell'indagine relativa alle aziende del manifatturiero, segnalava miglioramenti e la prima ripresa occupazionale dopo due anni e mezzo di tagli. La caduta del terziario è stata talmente marcata in Italia da riportare a valori negativi tutto l'indice Pmi composito, quello che fa la media tra servizi e manifatturiero: a 48,8 punti a novembre è tornato ai minimi da 5 mesi. Recessiva anche la dinamica delle imprese in Francia, con un indice Pmi composito a 48 punti a ottobre. All'opposto in Germania questo indicatore, a 55,4 punti si attesta ai massimi da 29 mesi questa parte. Ma la ripresa della locomotiva tedesca non basta a trainare il resto dell'area euro, che pur vedendo l'indice Pmi composito ancora a valori espansivi ha subito una ulteriore decelerazione a novembre, a 51,7 punti dai 51,9 punti di ottobre. Comunque meglio dai 51,5 punti indicati nella stima preliminare. Secondo Chris Williamson, capo economista di Markit l'indagine suggerisce che il Pil dell'area crescerà solo dello 0,2 per cento nel quarto trimestre, e sempre che a dicembre si registri un Pmi allo stesso livello di quello corrente. Questo dopo che nel terzo trimestre la crescita di Eurolandia ha subito un rallentamento al più 0,1 per cento dai tre mesi precedenti, dato confermato proprio oggi da Eurostat. Il tutto mentre sempre oggi altre indicazioni deludenti sono giunte dai consumi, che ad ottobre hanno subito una nuova ed inattesa contrazione. Secondo Eurostat le vendite realizzate dal commercio al dettaglio hanno subito un calo dello 0,2 per cento rispetto al mese precedente, dopo il meno 0,6 per cento segnato a settembre. Alla vigilia del Consiglio direttivo della Bce, questi dati confermano i timori sulla debolezza dell'economia che il mese scorso ha spinto l'istituzione ad un inatteso taglio dei tassi di interesse, ora al minimo storico dello 0,25 per cento. Quanto all'Italia "l'ennesimo calo del terziario solleva forti dubbi sull'uscita dalla crisi nell'ultimo trimestre", avverte Phil Smith, un altro economista di Markit. "Gli intervistati hanno evidenziato come l'incertezza sia il fattore chiave della debole domanda". E questo sembra esser stato "aggravato dal peggiorare della situazione del livello occupazionale".