Macroeconomia MACRO in Europa

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DOPO RIALZO EURO PIU' PROBABILE TAGLIO TASSI IL 5 GIUGNO
19/05/03 19:01

BCE: DOPO RIALZO EURO PIU' PROBABILE TAGLIO TASSI IL 5 GIUGNO

- Francoforte, 19 mag - La salita
dell'euro, oramai vicino ai massimi storici sul dollaro, la
forte discesa odierna dei rendimenti dei titoli di stato e
il migliore scenario in termini di abbassamento della
pressione inflazionstica e la debole attivita' economica
nell'Eurozona, sono gli elementi che rendono sempre piu'
probabile un taglio dei tassi di interesse europei, il
prossimo 5 giugno.
Fonti della Bce interpellate da Market News
International, riconoscono che ''con l'inflazione in discesa
e la caduta del Pil dell'Eurozona, il grado di liberta' di
manovra della Bce aumenta''.
 
Da www.cobraf.com

Germania Spettro Deflazione e Sindrome Giapponese.
19/05/03 20:32

FRANCOFORTE, 19 MAG - (di Carlo Maria Fenu) - E'
bastato che uno studio autorevole sollevasse nuovamente il
problema, perche' in Germania tornassero ad agitarsi lo spettro
della deflazione e la sindrome giapponese.
A rilanciare oggi il dibattito sul rischio che la ex
locomotiva d'Europa - gia' in recessione - cada anche in
deflazione, con una crisi economica non lontano dall'assumere
connotati analoghi a quelli del Giappone, e' stato il Fondo
monetario internazionale (Fmi), che in un rapporto sul fenomeno
della deflazione a livello internazionale ha sottolineato come
in Germania, a differenza che negli altri paesi europei, vi
siano ''notevoli probabilita' che l'anno prossimo si dia una
leggera deflazione''.
Nel 2001 e nel 2002, ha osservato l'Fmi, si e' verificato un
indebolimento consistente della crescita del credito, della
produzione e del reddito, mentre la situazione del mercato del
lavoro e' notevolmente peggiorata, i prezzi delle case sono
diminuiti, l'andamento delle borse e' stato piu' negativo
rispetto alle altre economie avanzate e i bilanci di molte
aziende resteranno ancora sotto pressione. Banche e
assicurazioni, inoltre, si trovano ad affrontare la crisi piu'
grave del dopoguerra e le prospettive di una ripresa degli
investimenti rimangono meno favorevoli rispetto agli altri
paesi. Se la deflazione dovesse prendere campo nella ex
locomotiva, ritiene il Fondo monetario internazionale, le
conseguenze negative potrebbero trasmettersi abbastanza
rapidamente ad altri paesi europei, soprattutto attraverso il
sistema finanziario.
E' da almeno un anno, con il progressivo peggiorare della
situazione economica, che la Germania si chiede se non sia
sempre piu' concreto il rischio di piombare in una situazione di
recessione-deflazione come quella giapponese, caratterizzata da
un drastico calo dei consumi, da una crisi strutturale del
sistema finanziario, dallo scoppio della bolla immobiliare, da
un apprezzamento della valuta e da un'impellente necessita' di
riforme strutturali di ampia portata. In passato, la risposta
del mondo politico e' sempre stata negativa, e anche oggi il
Cancelliere Schr der ha dichiarato di non vedere pericoli
inflazionistici nel paese.
Ma oggi, rispetto a un anno fa, e' innegabile che la
situazione complessiva della Germania sia nettamente peggiorata,
con una disoccupazione a livelli record e un pil del primo
trimestre 2003 che ha segnato una contrazione. Non si puo'
escludere, quindi, che la distanza di sicurezza che separava la
Germania dal Giappone sia diminuita. Alcuni analisti che fino
all'anno scorso non credevano a un parallelo negativo tra i due
paesi, negli ultimi tempi sono divenuti piu' prudenti e oggi
hanno ammesso, per lo meno, che i pericoli di deflazione sono
piu' concreti. Adolf Horn, economista del Diw di Berlino, ha
dichiarato che ''in Germania vi sono tutti gli ingredienti per
uno sviluppo della deflazione'', ricordando che il suo istituto
di ricerca aveva evidenziato il fenomeno gia' nell'autunno del
2002. Horn ha sottolineato poi, ricordando l'esempio giapponese,
che la deflazione va combattuta in anticipo, perche' e' un
fenomeno subdolo: ''Una volta che si e' manifestata - ha detto -
e' molto piu' difficile uscirne''
 
ENI: MINCATO, Rialzo Dell'euro di Dimensioni Preoccupanti
20/05/03 14:02

ENI: MINCATO, rialzo dell'euro di dimensioni preoccupanti

- Milano, 20 mag - Parlando con i giornalisti a
Milano l'a.d. dell'Eni, Vittorio Mincato, ha detto che il
rialzo dell'eruo sta avendo dimensioni preoccupanti. ''E'
evidente che chi opera nell'area dollaro ha qualche
difficolta'. Si tratta di riguadagnare in efficienza quello
che perdiamo sul cambio''. Alla domanda se un ulteriore
rafforzamento dell'euro potrebbe incidere sul target roace
del 13% fine 2003 Mincato ha detto: ''E' implicito che
quando la moneta di conto si rafforza c'e' un'alterazione
del rendimento nella moneta di conto. Questi conti vanno
fatti con molta attenzione. C'e un effetto contabile che non
 
Francia e' Riuscita a Sfuggire Alla Recessione
20/05/03 19:03

PARIGI SFUGGE ALLA RECESSIONE
PIL +0,3% NEL PRIMO TRIMESTRE, MA PROSPETTIVE RESTANO FIACCHE

PARIGI, 20 MAG - La Francia e' riuscita a sfuggire
alla recessione, grazie ai consumi che rimangono il principale
motore dell'economia. Ma l'aumento della disoccupazione e l'euro
forte che pesa sulle esportazioni gettano un'ombra sulle sue
prospettive di crescita nel 2003.
Parigi, che temeva un secondo trimestre di crescita negativa
come la Germania e l'Olanda e quindi la recessione, ha potuto
tirare oggi un sospiro di sollievo quando l'Insee, l'ufficio
centrale di statistiche, ha annunciato stamani che l'economia
aveva viaggiato i primi tre mesi dell'anno a un ritmo dello
0,3%, dopo il - 0,1% del quarto trimestre 2002.
La crescita pero' rimane molle, e, secondo molti economisti,
rende sempre meno realistica la previsione del governo di un
tasso di espansione dell'1,3% per l'intero 2003. La ripresa
annunciata oggi corrisponde, in ritmo annuale a una crescita del
Pil dell'1,2% . Perche' le previsioni del governo possano
avverarsi, il Prodotto interno lordo dovrebbe progredire di
circa lo 0,8% al trimestre, cioe' a un ritmo annuale del 3,2%,
superiore cioe' a quello che si attende lo stesso ministro
dell'Economia e delle finanze. Francis Mer prevede infatti un
rilancio dell'economia nella seconda meta' dell'anno con
un'accelerazione della crescita al ritmo del 2,5% alla fine del
2003.
I dati annunciati oggi sono positivi per quanto riguarda i
consumi interni, saliti dello 0,6%, cioe' superiore al +0,4% dei
precedenti trimestri, e gli investimenti, dopo cinque trimestri
consecutivi di calo, sono progrediti dello 0,5%. Preoccupano
invece i dati sulle esportazioni, penalizzate dall'euro forte:
la loro flessione ha registrato un'accelerazione passando dallo
0,5 allo 0,7% dal quarto trimestre 2002 al primo del 2003.
Secondo Mer, manca solo 'una spinta psicologica'' perche'
l'economia riprenda. ''Il prezzo del danaro e' basso, il prezzo
del petrolio e' molto basso, l'inflazione e' in calo dappertutto
e le prospettive di riduzione dei debiti delle aziende molto
forti'' ha dichiarato sabato scorso al G7 dei ministri delle
finanze di Deauville.
Sul morale delle famiglie, i cui consumi trainano da tempo
l'economia d'oltralpe, potrebbe pero' continuare a pesare
l'andamento della disoccupazione, da mesi in costante ripresa.
Il rallentamento dell'economia si e' gia' fatto sentire
infatti sull'occupazione, con il numero dei senza lavoro che a
fine marzo aveva raggiunto il 9,3% della popolazione attiva. Nel
primo trimestre del 2003 inoltre, sono stati distrutti per la
prima volta dal 1993, anno di recessione, dei posti di lavoro
nel settore privato.
Secondo molti economisti, la Francia e' riuscita e evitare la
recessione ma non un persistente rallentamento della sua
economia e il peggio, forse, non e' ancora alle spalle. Alcuni,
come Laure Maillard, economista di CDC Ixis, non esclude che il
Pil cresca nel 2003 solo dello 0,7%. Sono in molti ad attendersi
poi un secondo trimestre molto debole, se non addirittura
negativo.
Parigi, che e' anche alle prese con un deficit pubblico che
nel 2003 rischia di schizzare al 3,7%, puo' comunque consolarsi
oggi di aver iniziato il 2003 meglio di Germania (-0,2%), Olanda
(-0,3%)e anche Italia (-0,1%).
 
Crisi borse brucia 97 MLD ricchezza italiani.

CRISI BORSE BRUCIA 97 MLD RICCHEZZA
20/05/03 19:05

UIC: CRISI BORSE BRUCIA 97 MLD RICCHEZZA ITALIANI ALL'ESTERO
E' QUANTO ACCADUTO NEL 2002; LO CERTIFICANO LE STATISTICHE

- ROMA, 20 MAG - Il patrimonio degli italiani all'
estero ha perso valore. Ma non per vendite o disinvestimenti.
Bensi' per il calo dei mercati azionari e del valore degli altri
investimenti mobiliari. La stangata e' di quelle che non si
dimenticano, e viene certificata oggi dall'Uic nelle statistiche
che misurano la consistenza della ''posizione patrimoniale dell'
Italia sull' Estero''.
In un solo anno, nel 2002, questo ricchezza - ha calcolato l'
Uic - ha perso poco piu' di 100 miliardi di euro, passando da un
attivo di 30,7 miliardi di fine 2001 ad un rosso di 70,6
miliardi del dicembre 2002. Ma, di questa riduzione patrimoniale
netta, ben 97 miliardi di euro sono da attribuire ad
aggiustamenti di valore: in pratica le azioni possedute sono le
stesse ma, a conti fatti, valgono molto di meno. Per chi avesse
acquistato quelle azioni con le vecchie lire, la perdita di
valore sarebbe quindi di circa 190 mila miliardi espressi nella
vecchia valuta italiana. Il ''rosso'' del patrimonio netto
dovuto ai flussi della bilancia dei pagamenti e' invece molto
piu' basso, di soli 7 miliardi.
 
GERMANIA: CRISI EDILIZIA, -4%

GERMANIA: CRISI EDILIZIA, -4%
21/05/03 16:56

GERMANIA: CRISI EDILIZIA, -4%

- FRANCOFORTE, 21 MAG - Prosegue la grave crisi del
settore edilizio tedesco. Dopo i risultati in peggioramento
degli ultimi anni, anche per il 2003 l'associazione di categoria
Zdb prevede una contrazione del fatturato di quasi il 4% e una
calo dei dipendenti del 5%.
''E' questa la cruda verita' relativa alla situazione
dell'edilizia tedesca'', ha dichiarato Arndt Frauenrath,
direttore generale della Zdb, spiegando che il peggio non sara'
raggiunto quest'anno, ma e' atteso per l'anno prossimo. A marzo
2003 i nuovi ordini sono crollati di quasi il 20%.
 
Germania: Moody's, rating AAA
Bundesbank: migliorate prospettive ripresa mondiale


(ANSA) - FRANCOFORTE, 21 MAG - Moody's ha confermato alla Germania il rating 'AAA', spiegando che l'outlook rimane stabile. Nel consueto rapporto annuale sulla situazione generale del paese l'agenzia di rating ha sottolineato che la Germania continua a 'trarre beneficio da una politica macroeconomica tradizionalmente solida e da un livello elevato di stabilita' sociale e politica'. Per la Bundesbank le prospettive di una ripresa su scala globale sono recentemente migliorate. © ANSA
 
Ue: periodo peggiore per bilanci
In sette paesi deficit sopra 3% o lontani da equilibrio


(ANSA) - BRUXELLES, 21 MAG - Il periodo compreso fra il 2002 e la prima parte del 2003 e' stato 'il piu' difficile per le politiche di bilancio di Eurolandia dal lancio dell'euro'. Nel rapporto 2003 si legge che solo sei paesi, incluso quattro della zona euro, avevano raggiunto posizioni di bilancio vicine all'equilibrio o in surplus previsto dal patto di stabilita' e crescita. Gli altri paesi, compresa l'Italia, hanno gia' superato la soglia del 3% nel rapporto deficit-pil o sono comunque lontani dal pareggio. © ANSA
 
Italia, Paese Più Vecchio Del Mondo
22/05/03 14:07

Italia, Paese più vecchio del mondo
Economia con il freno a mano tirato
L’Istat: in sei anni creati un milione e ottocentomila posti di lavoro

ROMA - Siamo stanchi: era da dieci anni che l’Italia non registrava una crescita così modesta del prodotto interno lordo, 0,4 per cento appena contro l’1,8 per cento del 2001. E il futuro non ci regala prospettive di sprint: siamo il paese più vecchio del mondo, visto che al mondo mettiamo meno figli di tutti quanti i paesi. L’Istat scatta la fotografia dell’anno e questa volta fatica a farci sorridere. Luigi Biggeri, presidente dell’Istituto di statistica, ci prova: «L’Italia, in realtà, è saldamente in Europa». Ma poi valli a guardare i riferimenti con i cugini dell’Unione, non ce n’è uno che ci vede primeggiare. Anzi. Esportazioni che crollano, imprese che arretrano, conti pubblici che non tornano. E anche i dati sull’occupazione ci fanno storcere il naso: perché sì, è vero, negli ultimi sette anni i posti di lavoro non hanno mai smesso di aumentare (»1,2% annuo), ma allo stesso tempo la disoccupazione è continuata a rimanere alta visto che, questa sì, ci vede al primo posto in Europa (9,6% contro il 7,4% della media della Ue).

LA COMPETITIVITA’ - Le nostre imprese perdono competitività, restìe a investire sulle nuove tecnologie (nel triennio 1998-2000 solo il 38,1% delle imprese industriali e il 21,2% di quelle dei servizi hanno introdotto innovazioni tecnologiche). Del resto il raffronto con l’Ue parla chiaro: le nostre imprese investono in ricerca l’0,79% del Pil, contro l’1,75% della media europea. Ed ecco, quasi annunciato, un crollo delle esportazioni (l’1% dal 2002 al 2001) che apre un varco ai concorrenti stranieri, la Cina in prima linea che negli ultimi anni ci ha rubato una gran fetta del mercato made in Italy .


LA FORMAZIONE - Non promettono bene i dati per il nostro futuro: il costo orario della formazione in Italia è il più alto d’Europa. E alla fine gli adulti italiani che partecipano ai programmi di formazione sono, in media, la metà degli adulti europei. Anche la spesa per ricerca e sviluppo in Italia è di molto inferiore alla media Ue: nel 2000 abbiamo investito l’1,07% rispetto al Pil, contro l’1,93% europeo. Va un po’ meglio quando parliamo di spese per l’istruzione, «assolutamente in linea con la media europea», decreta l’Istat. Che però scopre: non ci sono laureati in scienze nel nostro paese. Nel 2000 erano soltanto il 5,7 per mille della popolazione tra i 20 e i 29 anni, contro il 19 per mille dei francesi e il 16,2 per mille del Regno Unito.


CONSUMI E POVERTA’- Abbiamo tirato il freno. E non succedeva da tempo: nel 2002 i consumi delle famiglie italiane sono calati dello 0,2%. Evidentemente non c’è molto da scialare in un paese dove ben il 12% delle famiglie italiane vive ancora al di sotto della soglia di povertà. Parliamo di quasi 8 milioni di persone, in maggioranza cittadini del meridione. Per capire: al Sud Italia vivono sotto la soglia di povertà 24 famiglie su 100, contro le 5 del Nord.


SEMPRE PIU’ ANZIANI - Viviamo più a lungo. Abbiamo, in media, un’aspettativa di vita di quasi cinque anni in più rispetto ad appena cinquant’anni fa. Abbiamo un anno di aspettativa di vita in più rispetto ai paesi dell’Unione: 76,8 anni per gli uomini, 82,9 anni per le donne. Ma facciamo pochi figli, troppo pochi per compensare l’invecchiamento della popolazione. Siamo quelli che facciamo meno figli in tutto il mondo. E poco ci consola quello «zero virgola» di aumento che ha fatto salire a 1,26 (da 1,25) la media di figli per donna italiana. In Europa di figli ne mettono al mondo 1,47. E se da noi oggi ci sono 133 abitanti con più di 65 anni contro 100 sotto i 15 anni, le statistiche sono destinate a precipitare. Per capire: oggi in Italia c’è un ultrasessantacinquenne ogni cinque persone. Fra 30 anni il rapporto sarà di uno a tre. Trent’anni fa era di uno a 10.
 
Spese Per i Consumi in Francia Stabili
23/05/03 10:16

FRANCIA: SPESE CONSUMI, IN APRILE SI MANTENGONO STABILI

- ROMA, 23 MAG - Le spese per i consumi in
Francia sono rimaste stabili in aprile rispetto al mese
precedente. Lo comunica l'ufficio di statiche francesi,
precisando che in aprile sono stati spesi meno soldi
nell'acquisto di auto ed abbigliamento.
Le spese per l'acquisto di beni manifatturieri lo scorso mese
sono risultate stabili rispetto a marzo, quando erano cresciute
dello 0,6%. Le spese per i consumi rappresentano piu' della
meta' del prodotto interno lordo francese. Le spese per le auto
sono invece scese dell'1,9%, a fronte del -2,1% registrato per
l'abbigliamento.
Alla luce di questi dati ''e' inevitabile prevedere che la
crescita economica sara' piu' lenta nel secondo trimestre -
spiega Trevor Williams, economista del Lloyds Tsb - I
consumatori sono sempre piu' riluttanti a spendere''.
 

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