A prescindere da Cattelan, che è spesso preso ad esempio in discussioni come questa, credo che ogni discorso ed ogni posizione non possa prescindere dal rispondere prima alla domanda "
che cos'è l'arte?" e, in seconda istanza, a "
cosa fa di un artista un grande artista?".
Ovviamente non c'è una risposta
giusta ed ognuno avrà una propria opinione in base anche al vissuto personale, che ha formato in noi delle sovrastrutture, e ad una personale sensibilità e gusto.
Non ho, volontariamente, specificato arte "visiva", proprio perché qualcuno potrebbe non essere d'accordo con una limitazione che -oggi- è più sottile che in passato.
Per me, l'arte (visiva), è ogni creazione umana in cui
il senso principale usato per la sua fruizione è l'occhio e, tramite l'occhio, si arriva al cervello e/o al cuore.
Nonostante le arti visive (quindi principalmente il disegno, la pittura, la stampa e la scultura) siano state via via sempre più contaminate da altre forme espressive e sia diventato più difficile stabilire in che campo una forma espressiva possa essere classificata, continuo a sentire questa distinzione necessaria, proprio per poter avere dei punti di riferimento con cui formarmi un giudizio, dei punti fermi con cui tentare un confronto; però, al tempo stesso, mi rendo conto che, questa classificazione/limitazione, è stata il tabù contro cui molti artisti hanno indirizzato le proprie energie nel tentativo di un suo superamento.
La musica è -indubbiamente- una forma d'arte (o espressiva) differente, così come lo sono il teatro, il balletto e così via ma, ad esempio, cosa rende certe forme di arte performativa (ovviamente già qui c'è disaccordo tra molti in base a ciò che si ritiene essere arte) classificabili nello stesso ambito di dipinti e sculture, mentre questo non verrebbe in mente a nessuno di farlo con una pièce teatrale?
Inoltre, che ruolo ha l'artigianalità nell'arte?
Nel formarsi un giudizio è indispensabile cercare di contestualizzare l'opera d'arte al periodo in cui è stata creata, quindi valutare l'arte contemporanea con gli stessi criteri con cui si valutava l'arte nell' '800 non ha senso, allo stesso modo in cui Picasso (tanto per fare un nome su cui penso si sia tutti d'accordo) non sarebbe stato -giustamente- capito ed apprezzato (anzi sarebbe probabilmente stato deriso) nel '600 (diciamo che non avrebbe avuto senso di esistere nel '600).
Sappiamo tutti che la sagra di primavera di Stravinsky fu fortemente criticata e fece grande scandalo, così come conosciamo le recensioni della prima mostra degli impressionisti. Lo scandalo non sempre è gratuito o fine a sé stesso.
Resta però indispensabile, anche oggi, avere un criterio per definire qualcosa come arte e, se lo è, grande arte. Altrimenti l'alternativa è il "vale tutto" e l'unico metro qualitativo è il proprio gusto personale.
Per quanto riguarda la grandezza di un artista, a mio parere si valuta nella sua capacità di rappresentare -nel nostro caso per mezzo di creazione visive-, il proprio tempo e, solo nel caso dei più grandi, ciò che verrà, qualcosa che è "nell'aria" ma che ancora non si è completamente palesato. Fatto che ne rende spesso la grandezza apprezzabile solo successivamente.
I soldi...il valore economico ...il mercato, beh, quelli dovrebbero sempre essere tenuti fuori da qualunque discussione di/sul valore perché non fanno altro che corrompere -nella migliore delle ipotesi- ogni giudizio.
PS: ho cercato di essere un po' sintetico, considerazioni sulle domande poste sopra e quelle che ne conseguono potrebbe portare a scrivere tonnellate di bit...
PPS: forse sarebbe stato meglio aprire un thread ad hoc, no?
PPPS:
@Cris70 per me Sorrentino è il regista più sopravvalutato degli ultimi decenni
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