Puntare sui mercati internazionali e variare le proprie tecnologie in campo energetico: per le aziende italiane delle rinnovabili la strada sta diventando sempre più obbligata. Sicuramente è così per Francesco Marangon, amministratore delegato di Gascom Renew, la società specializzata nelle fonti alternative del gruppo Gascom (compagnia che fornisce gas ed elettricità con sede a Padova). Dopo circa un anno di trattative, Gascom Renew ha rilevato il 56% delle quote di Premier Power Renewable Energy, una compagnia statunitense impegnata nel settore fotovoltaico. Come si legge in un comunicato aziendale, Marangon ha ottenuto anche la carica di amministratore delegato dell’azienda a stelle e strisce. Parte così quel piano orientato ai mercati esteri che, secondo Marangon, deve guidare il gruppo italiano nei prossimi anni. «Siamo fieri di quest’acquisizione - ha dichiarato il numero uno della società - a conferma del ruolo strategico che Gascom Renew intende avere nel mercato mondiale delle energie rinnovabili». Premier Power è un’impresa californiana nata nel 2011; conta una cinquantina di dipendenti con varie sedi negli Stati Uniti e in Europa, tra cui la filiale italiana di Campobasso. Ha già installato oltre 1.400 impianti solari in tutto il mondo, con potenze variabili da 5 kW a parecchi MW.
Kinexia è un altro gruppo nostrano (una rete di partecipazioni finanziarie in diverse società controllate) che intende ampliare il suo portafoglio nelle rinnovabili. Le linee guida per il periodo 2013-2015 anticipate dalla stessa società, prevedono, infatti, una diversa organizzazione delle attività. Ci sarà meno fotovoltaico e più biogas, cercando di sviluppare le filiere agro energetiche nella nostra Penisola. Kinexia sta costruendo sette impianti da 1 MW ed è convinta che il biogas ricavato da sottoprodotti agricoli, reflui zootecnici e colture dedicate, sia destinato a crescere sensibilmente nel mix della generazione elettrica nazionale. Inceneritori, reti di teleriscaldamento, efficienza energetica e trattamento dei rifiuti organici: queste le altre linee di business indicate nel piano. Nell’agenda c’è anche l’internazionalizzazione, guardando soprattutto all’Africa settentrionale e all’Asia (Cina e India in primo luogo).