Valeva la pena cacciare Draghi per questi? che valore aggiunto hanno portato e soprattutto che idee ed ambizioni hanno oltre occupare ruoli chiave per i propri interessi personali?
Ricapitoliamo;
La gran parte delle risorse disponibili, circa
due terzi dell’intera legge di bilancio, sono andate a confermare misure contro il caro-energia già previste dal governo precedente. Misura obbligata, certo, ma che riguarda soltanto imprese energivore e cittadini con Isee molto bassi.
La maggioranza delle famiglie non ne avranno benefici.
Un discorso analogo per lo sbandierato
taglio del cuneo fiscale. Sarà una
riduzione percentuale minima, quasi inavvertibile per i pochi lavoratori a basso reddito. Meglio che niente, si dirà. Ma di sicuro molto meno rispetto alle sparate su improbabili interventi d’urto da 30 miliardi di euro con cui la destra aveva riempito i social e le trasmissioni televisive prima del voto.
Quello che resta è
qualche regalino ai soliti evasori, sempre coccolati. La
cancellazione delle vecchie multe, alla faccia di chi le ha pagate. La “pace fiscale” sulle cartelle esattoriali, altro sfregio a dipendenti pubblici e privati che le tasse le pagano fino all’ultimo. Per non parlare del
tana libera tutti sul contante.
Quello che manca è persino peggio. Con l’inflazione al 12 per cento anche soltanto confermare i saldi per la sanità e l’istruzione significa operare politicamente per un
pesantissimo taglio alla spesa sociale. È come se quei comparti patissero un taglio orizzontale di risorse pari all’inflazione attesa.
Un massacro per la salute pubblica che ancora deve fronteggiare le lunghe liste d’attesa post-Covid.
Per non parlare della scuola pubblica, dove giustamente gli studenti stanno protestando per le condizioni in cui si trovano i loro istituti.
anche la
mancata cancellazione dell’Iva sui beni di prima necessità è una delusione.
Le uniche due misure di cui non si può che dire bene sono la riduzione sacrosanta dell’Iva sui prodotti sugli assorbenti e i 400 milioni per l’alluvione nelle Marche (alla buon’ora).
Rara avis.
REDDITO DI CITTADINANZA (unico punto di programma non realizzato per ora)
L’unica cosa su cui ha martellato per tutta la campagna elettorale è stata l’abolizione del Reddito di cittadinanza “nel primo Consiglio dei ministri” ai percettori “da divano”, ai “mantenuti di Stato”. Una decisione che alza il rischio di tensioni sociali, con Giuseppe Conte che chiama la piazza e dice che i Cinque Stelle sono “pronti a tutto” per difendere il sussidio. Non occorre tuttavia essere grillini per capire come questo stop possa impattare violentemente sulle classi meridionali più svantaggiate.
Lasciare senza alcuna fonte di reddito almeno 600 mila famiglie, tanti sarebbero gli “occupabili”, in momento di lacerante crisi economica appare come un azzardo calcolato male. È l’apprendista stregone che tira fiammiferi dal bordo della cisterna di benzina, sperando che la fiamma si spenga durante la caduta.
Un piano da oltre 30 miliardi, in gran parte destinati a calmierare le bollette. È la prudenza ragionieristica di chi non vuole rischiare perché …
www.repubblica.it