Alcune statistiche:
____________________
Piazza Affari fa felici gli investitori
ma resta piccola e rischiosa
MILANO - La Borsa Italiana soddisfa gli investitori per andamento dei corsi e dividendi ma rimane piccola e appare più rischiosa. "Indici e dati relativi ad investimenti quotati (2006)" a cura di Mediobanca, alla sessantesima edizione, segnala che, per capitalizzazione, tra i listini maggiori, il mercato italiano è penultimo, superando solo le borse scandinave (Omx). Il rapporto rispetto al Pil (49% contro 70% del 2000) è basso mentre il flottante ridotto (58%) determina pressione della domanda e scambi elevati con un indice di turn-over di 1,45 volte, il più alto dopo Nasdaq e Spagna.
Le soddisfazioni, tuttavia, non mancano: nell'ultimo decennio l'indice progredisce del 192,6%, terzo risultato dopo Spagna (+291,4%) e Svezia (+209,5%). Solo tra l'inizio del 2005 e la metà del 2006, compreso il reinvestimento delle cedole, il mercato registra un aumento dell'indice total return del 28,5%, con un ulteriore passo avanti dell'8,8% tra fine giugno e oggi. Le blue chip rendono molto più dei titoli di stato (21 punti in più nel 2005 e 2,6 punti nei primi sei mesi dell'anno in corso) e i dividendi sono ai massimi storici (28 miliardi). Aumenta però il rischio: senza considerare le cedole, in 18 mesi 260 titoli hanno fatto guadagnare ma 130 azioni, il 33%, hanno fatto perdere, con un'inversione della netta tendenza al calo degli ultimi 5 anni. In più aumentano le cancellazioni per fallimenti e liquidazioni, per lo più retaggio del nuovo mercato. In teoria l'indice dei titoli del listino chiuso a settembre 2005 registra oggi un crollo dell'84% dai massimi del 2000.
Il listino di Piazza Affari ha visto la cancellazione di sei titoli nel 2004 (Cirio, Cto, Gandalf, Gaicomelli, Stayer, Tc Sistema), cinque nel 2005 (Arquati, Finmatica, Olcese, Parmalat, Tecnodiffusione) e due nel 2006 (Finpart e Algol). e.Biscom, (oggi Fastweb, mai in utile con perdite per 886 milioni tra il 2001 e il 2005), ha visto ridursi la capitalizzazione da 5 miliardi del 2000 a 2,7 miliardi di fine giugno 2006, Tiscali (mai in utile, 2,64 milioni di perdite) è scesa da 5,6 miliardi a 925 milioni, Finmatica era valutata 1,8 miliardi e oggi è fallita. Ci sono però le soddisfazioni di lungo termine: se un risparmiatore avesse investito una lira in un titolo all'inizio del 1938, i migliori rendimenti sarebbero venuti da Aedes (18,9% il rendimento medio annuo, 7,5% senza inflazione), Generali (17,7%), Ras (16,3%) e Italcementi (16%). Al di là di gratificazioni e delusioni di medio e lungo termine, la borsa ha intanto chiesto al mercato lo scorso anno 12,76 miliardi, cifra inferiore solo a quella del 1999 (16,86). La quota di comando (il non flottante) scende al 43%, uno dei livelli più bassi degli ultimi 10 anni, dopo che dal 1996 in avanti è variata tra il 40% e il 54%. Intanto le banche italiane si fanno largo tra le grandi in Europa per capitalizzazione: dopo la fusione con Hvb, Unicredit balza al quinto posto, preceduta solo da Hsbc, Royal Bank Of Scotland, Bsch e Ubs. Ipotizzando la somma delle due capitalizzazioni, la nuova entità che nasce in questi mesi sanpaolo intesa sarebbe entrata in classifica al decimo posto. Tra le assicurative generali si conferma protagonista nel vecchio continente al quarto posto dopo Ing, Allianz e Axa. Nella classifica delle imprese industriali quotate figurano Eni (nona), Enel (24esima) e Telecom Italia (30esima). Sul fronte delle società mercato, borsa spa si conferma tra le più redditizie dopo Londra e Nasdaq ma rimane l'unica con custodia titoli e compensazione-liquidazione come principali fonti di ricavi operativi.
http://finanza.repubblica.it/script...news.tpl&del=20061019&fonte=LFN&codnews=41361