La mia nonna paterna, da me mai veramente amata, nacque nel 1912 e nel 1924 perse la mamma.
Dopo di lei, un numero di fratellini e sorelline che non le permisero di fare altro che non la "mamma"
Le sorelle di mia nonna erano quasi tutte delle vecchie bigotte come lei, suore laiche, fasciste per nascita e abitudine, tranne due.
Una era la piccola e ribelle (pro)zia Zeffira che si tagliava le trecce, l'altra la formidabile (pro)zia Corinna.
Alla me bambina la zia Corinna faceva molta paura, ma ne ero anche irresistibilmente attratta.
La zia faceva il pendolino. Quando arrivava a trovare sua sorella ed io ero costretta a scendere dalla nonna a salutare, temevo e speravo sempre contemporaneamente che lo avesse con sé e che decidesse di usarlo.
Ogni volta accadeva e così leggeva le malattie e gli amori nelle mani, nelle carte e nel corpo, semplicemente osservando le oscillazioni che il pendolino d'argento faceva o non faceva.
Una volta, la zia venne scortata in caserma da due Carabinieri.
Un uomo era scomparso, gettandosi nel Mella e non riuscivano a trovarne il corpo.
La zia fece il pendolino, in Caserma, lungo tutto il corso del fiume, su una carta idrografica aperta sul tavolo del Maresciallo.
Ad un certo punto il pendolino prese a roteare furiosamente. E i Carabinieri trovarono il corpo proprio in quel punto.
Questo almeno è quello che si raccontava.
A mia nonna, religiosa in modo acritico, tutte queste cose puzzavano di cose demoniache ed era vietatissimo chiedere a lei se fosse vero che la zia Corinna avesse aiutato i Carabinieri. Ma lei, la zia, lo raccontava sempre con aria seria.
Ma un altro dettaglio della zia Corinna era che la si sentiva prima ancora di vederla.
Aveva la convinzione che l'aglio fosse un rimedio universale per qualunque cosa e curava qualunque disturbo, schiacciando spicchi di aglio e spalmandoseli addosso, coprendosi poi di fasce per tenere l'aglio in sede.
Nei miei incubi, la zia indovinava la mia morte, facendo il pendolino vestita come una mummia puzzolente di aglio e credo che la mia avversione verso l'aglio derivi dalla paura tremenda che mi faceva la zia, col suo aglio e il suo pendolino.
Quando morì al suo funerale c'era mezza Brescia.