Che ne pensate? come se ne viene fuori? (da Italia OGGI e non dal Fatto quotidiano?)
"L'Italia è in avanzo primario da 27 anni; né la Francia, né la Germania vanno lontanamente vicino a questo primato. Nel frattempo l'Italia si è venduta tutto, erodendo il «patrimonio» pubblico, regalando enormi fortune ai privati. Dall'altra parte del confine abbiamo lo Stato francese primo azionista di Peugeot; la Germania che salva le sue banche a debito e dall'altra parte dell'Oceano un piano di stimoli fiscali con il debito oltre il 100% su Pil. Forse la narrazione a cui abbiamo creduto da decenni è discutibile e forse, compromettendo l'economia, perché la domanda pubblica è distrutta, si danneggia inevitabilmente anche il debito. Qualcuno si sarà interrogato sulle ragioni dei problemi delle nostre imprese di costruzioni: uniche in Europa, si sono trovate dall'oggi al domani senza mercato interno.
Facciamo finta però che la storia non esista e che certi vincoli non abbiano nulla a che fare con il declino italiano. Regioni dove la disoccupazione sfiora il 25% e quella giovanile il 60%, come la Calabria, non possono ripartire con il privato che non avrà mai interesse a investire visti i numeri. Anche per puntare sul turismo servono strade, ferrovie e aeroporti e magari anche una compagnia di bandiera; investimenti che nessun privato avrà mai voglia di fare a meno di rendimenti garantiti dallo Stato con soldi pubblici. Il motore di certe aree è in stallo e servono spinte esogene che non possono arrivare dal «mercato» in un mondo dove i concorrenti non solo non hanno mai smesso di investire, a debito, ma riducono anche le tasse. Il mercato in Grecia ha avuto il volto di svendite che non hanno creato un posto di lavoro. Se passando dal 3% di deficit al 3,5% il Pil aumentasse, nessuno, sui mercati, si preoccuperebbe. I parametri di debito su Pil applicato a tutti indipendentemente dai risparmi privati è un altro mito folle che non spiega per esempio come mai il Giappone con il suo debito su Pil al 250% sia ancora vivo e molto più vegeto di noi. Se l'Italia è costretta a rispettare questo parametro anche in fasi recessive mentre il resto del mondo non lo rispetta l'unico epilogo è il fallimento. Perché si alimenta un circolo vizioso.
Oggi le alternative sono tre. Rispettare i vincoli europei e fallire, è solo una questione di tempo, come accaduto alla Grecia. Non rispettarli per pagare progetti strampalati, assunzioni pubbliche a caso e bonus a pioggia oppure non rispettarli per fare sviluppo, infrastrutture, e fabbriche. Con le prime due ci schiantiamo, con la terza si può pensare di invertire la rotta."