SOLO IN ITALIA
Avanza l’integrazione a Torino.
Gli sgozzamenti is......mici ( VEDI STEFANO LEO) ormai sono a cadenza mensile. Un immigrato ha cercato di sgozzare la fidanzata, una torinese di 44 anni,che voleva lasciarlo. Safi Mohamed, tunisino di 36 anni, è stato arrestato a Torino.La donna completamente sfigurata è stata sottoposta a una operazione di ben 2 ore. Nel 2007 aveva ucciso un' altra Italiana 21enne con 2 coltellate all'addome.
Qualcuno ci deve spiegare come è possibile che un assassino possa uscire di galera e rientrarci la sera, di fatto risolvendo anche il problema di avere una casa, dopo dieci anni. E’ osceno. Ed è tutto dovuto alle svuotacarceri votate dai governi PD.
Queste donne vittime della propaganda buonista fanno tutte una brutta fine...
Il tunisino aveva conosciuto la donna, con cui aveva instaurato una relazione, ad aprile, nel bar in cui lavorava godendo dei permessi lavorativi. Lei non sapeva però che Safi si trovasse in prigione, e non solo. Non sapeva che lui fosse un assassino, e che avesse ucciso la sua ex compagna a Bergamo nel 2007.
La donna lo voleva lasciare dopo aver scoperto che nel 2008 aveva ucciso a Bergamo la fidanzata 21enne Alessandra Mainolfi con 2 coltellate all'addome.( le vittime ITALIANE dei porti aperti ormai non le contiamo più).
Nel 2009 era stato condannato a 12 anni di reclusione, il pm ne aveva chiesti 15.
L'omicidio si era verificato nella tarda mattinata del 9 giugno 2007 nel monolocale al 27 di via Moroni in cui l'uomo di origine marocchina viveva con la moglie e i due figlioletti, i quali erano tutti all'oscuro della sua relazione con la giovane Alessandra. I due avevano cominciato a litigare fino a quando Safi non aveva afferrato un coltello sferrando diversi fendenti, fra cui due all'addome che si erano rivelati letali per Alessandra. Poi, aveva chiamato la polizia, alla quale aveva raccontato: "Ho perso la testa, non volevo ucciderla"....
La relazione attuale con la 44enne invece era iniziata circa sei mesi fa.
L’immigrato era detenuto alle Vallette e usufruiva di un permesso lavoro.
La donna,sfregiata al volto,è ricoverata in gravi condizioni all’ospedale Maria Vittoria. E’ stata aggredita con
una bottiglia nella notte in strada.
Condannato a 12 anni, e detenuto alle Vallette, usufruiva di un permesso per lavorare in un bistrot. Doveva rientrare in cella alle 2. Con calma.
I due si erano visti nella quartiere Barriera di Milano ed erano saliti sul un tram della linea 4.
Ma la donna ha avuto la sfortunata idea di annunciargli che voleva lasciarlo...
Scesi dal tram, l’immigrato l’ha gettata a terra e si è avventato su di lei con una bottiglia di vetro, cercando di sgozzarla davanti ai passanti, che han chiesto aiuto. L’africano ha cercato di scappare, ma è stato fermato in via Leini dalla polizia.
A raccontare l’accaduto ai poliziotti è stata la stessa donna che, a causa delle gravi lesioni, dovrà essere sottoposta ad un intervento di chirurgia maxillofacciale. A salvarle la vita, sarebbe stata una grossa sciarpa che l’ha parata da colpi potenzialmente mortali.
La donna completamente sfigurata è stata sottoposta a una operazione di ben 2 ore dall’equipe del professor Giorgio Merlino, primario della Chirurgia plastica dell’ospedale Maria Vittoria. Presentava una lesione al volto con sezione del nervo facciale riparato al microscopio. Lungo periodo di recupero anche perché il nervo resterà paralizzato per alcuni mesi. «La donna ha riportato una brutta lesione dal punto di vista estetico e funzionale - spiega il dottor Merlino - Bisognerà attendere alcuni mesi per valutarne la ripresa, perché i tempi di ricrescita nervosa sono di un millimetro al giorno».
L’africano, anch’egli ferito, è piantonato in ospedale con l’accusa di tentato omicidio.