Sulla carta i numeri per fare dell’operazione VimpelcomWeather un caso di successo ci sono tutti. E questo dovrebbe rallegrare il management di Wind, che si trova proiettato da un gruppo, come quello di Naguib Sawiris, in fase calante ad uno, come quello russonorvegese, in fase di netta ascesa. Ma le fasi di crescita sono anche turbolente. E Vimpelcom non fa eccezione. Non è tanto una questione legata al suo dna russo e al suo azionista Mikhail Fridman, uno degli oligarchi, patron del gruppo Alfa, quanto per i complessi rapporti che da sei anni legano le due componenti di questa società, quella russa e quella norvegese.Nel 2004 Vimpelcom e Telenor pensarono che mettere assieme le forze avrebbe posto fine alla disputa legale sul controllo di Kiyvstar, primo operatore mobile ucraino. Da allora russi e norvegesi convivono nell’azionariato di Vimpelcom, di fatto una holding che controlla la società ucraina, che gestisce gli asset russi e in altre 5 repubbliche exsovietiche, a cui ora si affiancherà, come terza gamba, Weather Investment, che a sua volta controlla direttamente il 100% di Wind e il 51% di Orascom Telecom, dentro cui ci sono le partecipazioni in Algeria, Tunisia, Pakistan, Bangladesh e Canada.
Ma la convivenza tra norvegesi e russi non è stata facile. E lo si vede già dalla complessa alchimia societaria di Vimpelcom Holding. Prima della fusione con Sawiris, Telenor aveva il 39,6% del capitale della società ed era il socio di maggioranza relativa, davanti al 39,2% di Altimo, il braccio operativo di Fridman nelle tlc. Ma era proprio Altimo a gestire la società in virtù di una divisione dei diritti di voto che invertono la proporzione e danno ai russi il ruolo guida (44,6% contro 36%). Questa situazione è rimasta anche ora che Sawiris è entrato nel capitale della holding con una quota intorno al 20% ma che gli darà diritti di voto per il 17,5%. I numeri tuttavia non dicono tutto, visto che negli ultimi anni Telenor e Vimpelcom sono stati spesso in concorrenza su diversi mercati. Scelte tattiche a sostegno di un contenzioso legale che è durato a lungo e che si è risolto solo un anno fa con interventi diretti a livello politico tra Oslo e Mosca.
Il frutto di questa pace è la prima grossa acquisizione estera di Vimpelcom, che ha portato il gruppo al sesto posto tra gli operatori mobili mondiali. Se la pace dovesse andare ancora più avanti si potrebbe ipotizzare una fusione completa tra Vimpelcom e Telenor, le cui attività sono tuttora separate. «Ma non è un’ipotesi in vista», spiega Emeka Obiodu, senior analyst di Ovum. «I norvegesi non sembrano avere queste intenzioni. Certo, se lo facessero, potrebbe nascere il quarto gruppo mondiale del mobile, spalla a spalla con Telefonica e a ridosso di Vodafone». Ciò detto, resta che le prospettive di Vimpelcom sono considerate buone: Ubs, nel suo ultimo report sul mercato mondiale della telefonia mobile, elencando le società a maggior potenziale cita China Unico e Indosat in Asia, Att e Verizon negli Usa, e nella macroregione che raccoglie Europa, Medio Oriente e Africa, cita tre telecom: l’africana Vodacom, l’araba Mtn e tra le europee la sola Vimpelcom.
Ma per realizzare quest’obiettivo Vimpelcom deve saper uscire al meglio dalle sue attuali debolezze. Che non sono poche, al di là dei problemi societari. La prima è che Vimpelcom non ha un suo mercato forte di riferimento. E’ il primo operatore solo in Ucraina, ma con tasso di crescita annua che negli ultimi anni è stato del 2%, inferiore perfino a quello di Wind, che è stato del 4%. Va meglio in Russia, dove è il secondo operatore con 60 milioni di abbonati ma soffre la forza del numero uno Mobile Telesystem, che si è appena rafforzato acquisendo un operatore di banda larga fissa. «Anche Vimpelcom si è rafforzato con acquisizioni ultimamente», spiega Valerio Fallucca di Value Partners. «Ha acquisito un operatore fisso russo, Golden Telecom. I bilanci possono contare su un margine elevato, hanno un cashflow operativo del 40%. Il marchio Beeline è fortissimo e lo stanno imponendo su tutto il mercato dell’exUrss. Il loro punto debole era la dipendenza dal mercato est europeo con la sola Russia che pesava per il 74% del totale dei ricavi. Quota che ora, dopo l’operazione Weather, scende al 34%». La presenza extra exUrss di Vimpelcom è limitata: in pratica solo Vietnam e Cambogia, paese quest’ultimo dove il gruppo è entrato lo scorso anno come terzo operatore: il mercato è in crescita del 30%, ma la quota di Vimpelcom è di appena l’1%.
L’espansione verso ovest è per Vimpelcom un passo obbligato. La decisione di portare la sede della holding ad Amsterdam ne è un non secondario segnale, senza contare che Vimpelcom è quotato a New York. L’obiettivo è di far sbiadire il più possibile l’immagine di un operatore telefonico russo per assumere un appeal internazionale. Ci sono ragioni economiche. Il mercato domestico, sia russo che ucraino, è alle prese con Arpu declinanti per la guerra dei prezzi sulla voce e la lenta crescita del traffico dati. Di qui la necessità di acquisire un operatore capace di apportare knowhow: questo spiega le lodi che l’Ad di Vimpelcom, Alexander Izosimov ha dedicato a Wind e al suo management in occasione della presentazione del nuovo gruppo. La necessità di sviluppare il traffico dati rende meno chiaro il perché dall’operazione sia stato escluso il portale Libero, numero uno italiano per visitatori unici. Libero è rimasto negli asset che restano sotto il controllo di Sawiris assieme alla telecom mobile egiziana Mobinil e al cavo sottomarino tra l’Italia e la costa nordafricana. Su Libero la spiegazione dell’esclusione sarebbe la distanza di valutazione tra gli advisor di Sawiris e di Vimpelcom. E potrebbe sempre esserci un ripensamento. Anche perché da subito Wather si fonde in Vimpelcom Ltd ma solo tra un anno si arriverà a scorporare le attività.
Il punto cruciale è la soluzione del caso Algeria, che è poi una delle cause della scelta di Sawiris di vendere. I contrasti politici con il governo algerino avevano di fatto paralizzato la gestione del dinamico operatore mobile di Algeri. Sawiris si è trovato costretto a dover dismettere uno dei suoi asset più appetibili in termini di potenziale di crescita, ma non valorizzabile con una cessione perché il governo di Algeri esercita un diritto di veto che ha allontanato tutti i potenziali acquirenti. Come nel caso del contenzioso tra azionisti, anche stavolta sarà sicuramente il livello dell’establishment politico quello al quale sarà demandata la soluzione della vicenda. I tradizionali buoni rapporti tra i governi di Mosca ed Algeri fanno di Vimpelcom l’unico possibile controllore di Dizzy che possa risultare "gradito", per amore o per forza, al governo algerino. Non è un caso che l’annuncio della fusione VimpelcomWeather, sulla quale correvano voci da settimane, sia stato dato alla vigilia di una visita ufficiale del premier russo Medvedev ad Algeri. In questi casi non si tratta mai di coincidenze.
(STEFANO CARLI)
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