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Ocse rivede Pil Italia a -5,5% nel 2009 e invita Bce a taglio tassi
24/06/2009 11.10
Peggiorano le stime dell'Ocse sulla crescita dell'Italia. Quelle sul Pil per il 2009 sono infatti state riviste al ribasso, al -5,5%, contro il -5,3% del rapporto sul Paese pubblicato settimana scorsa. Per il 2010, invece, l'outlook di giugno dell'organizzazione conferma il +0,4% dell'ultima stima. In crescita anche il rapporto deficit/Pil, che passerà dal 2,7% del 2008 al 5,3% del 2009, fino al 5,8% del 2010.
"La recessione", spiega l'Ocse, "continuerà nel 2009 con un piccolo rialzo nel 2010". Secondo il rapporto, "la caduta dell'export e il deterioramento delle condizioni finanziarie hanno colpito duramente gli investimenti che, dopo essere arrivati ai minimi, dovrebbero vedere una ripresa. La disoccupazione crescerà significativamente mentre il declino dell'inflazione sarà lento". Nel 2010, secondo le stime, la disoccupazione toccherà il 10,2% e l'inflazione passerà dall'1,1% del 2009 all'1,2%.
Quella che l'Italia sta sperimentando "con la produzione industriale quasi in caduta libera", scrive sempre l'Ocse, "è una recessione molto acuta. Sono colpite in modo particolarmente duro le esportazioni, a causa del collasso del commercio mondiale e della debole competitività italiana. Il costo per unità di lavoro ha poi continuato a salire nell'arco del 2008".
Un segnale tutto sommato meno tragico del previsto, secondo l'Ocse, è quello sulla disoccupazione, cresciuta "meno di quanto ci si sarebbe potuto aspettare visto la caduta della produzione". Il numero degli occupati, sostengono gli esperti, era ancora in crescita nell'ultimo trimestre del 2008. Il declino dell'occupazione ha accelerato dall'inizio del 2009, ma gli effetti sulla disoccupazione possono essere ancora mitigati con l'incremento del lavoro a tempo ridotto.
Migliorano invece lievemente le stime sulla crescita dei 30 Paesi più avanzati, corrette al rialzo per la prima volta nell'ultimo biennio. Nell'anno in corso il Pil dei Paesi dell'area subirà una contrazione del 4,1%, mentre nel 2010 crescerà dello 0,7%. Si tratta di un miglioramento rispetto alle previsioni del marzo scorso, che stimavano una contrazione del 4,3% nel 2009 e un arretramento dello 0,1% nel 2010.
A soffrire complessivamente di più sarà l'Eurozona: la ripresa economica nell'area arriverà infatti con ritardo e sarà più lenta rispetto alle altre maggiori economie, a causa del crollo della domanda estera e della debolezza di quella interna. Le stime di crescita del Pil dell'area euro per l'anno in corso sono infatti state corrette al ribasso a -4,8% (dal -4,1% stimato a marzo). Per il 2010, l'Organizzazione prevede invece una crescita nulla, contro il +0,9% degli Usa e il +0,7% del Giappone.
"L'Eurozona", spiegano gli economisti, "si trova in recessione profonda, per via di una domanda estera collassata e di una domanda interna che continua a essere indebolita dalla stretta del credito, dalla crescente disoccupazione e dalla elevata incertezza. L'attività economica", concludono, "si prevede in contrazione per tutto il 2009 per poi tornare a crescere solo gradualmente nel 2010".
A livello di singoli Paesi europei, la crescita del Pil farà registrare in Germania un -6,1% nel 2009 e un +0,2% nel 2010, in Francia rispettivamente un -3% e un +0,2%, in Spagna un -4,2% e un -0,9%. Oltremanica, il Pil britannico vedrà infine una contrazione del 4,3% quest'anno e una crescita nulla il prossimo.
L'Ocse inoltre si è mostrata critica nei confronti della politica economica della Banca centrale europea, a cui ha chiesto chiaramente di abbassare i tassi d'interesse, che attualmente sono all'1%.
"Le crescenti pressioni disinflazionistiche", hanno spiegato gli economisti, "concentrate nei prossimi due anni implicano che occorre approfittare in fretta degli spazi per tagliare i tassi".
Federico Simonelli