Movimento dei FORCONI

monti-forconi-2.jpg
 
invece io non sono per nulla sorpresa

spiego

sono nata e cresciuta nella culla della Lega Nord

fin da piccola mi hanno insegnato a diffidare dei terroni

e così è stato fino a quando
un po' cresciuta
ne ho conosciuti molti
ed ho scoperto che non erano differenti da noi


poi ho pure scoperto che sono addirittura meglio


In alto i forconi


Bene :), allora non saremo da soli in questa protesta civile .
 
E l'ex generale dei carabinieri blocca la Pontina

Antonio Pappalardo, ex ufficiale dell'Arma, guida la protesta dei «forconi» dell'area pontina: non accettiamo bandiere

Latina_a--180x140.JPG
 
IL MOVIMENTO DEI FORCONI ALZA IL TIRO: “UNA NUOVA MONETA PER LA SICILIA”



PALERMO – Il Movimento dei Forconi alza il tiro e arriva a parlare di una nuova moneta per la Sicilia. Una valuta nuova, locale, per far ripartire l’economia isolana. Insoddisfatti dall’esito dell’improvvisato incontro di ieri con alcuni deputati dell’Assemblea regionale siciliana, il Movimento dei Forconi, che ha chiesto soprattutto misure per la defiscalizzazione dei prodotti petroliferi e la sospensione per due anni delle cartelle esattoriali, adesso rilancia. Vogliono trasformare l’isola in zona franca e «pensare – dice in una nota il portavoce del movimento Martino Morsello – a una moneta siciliana. Il popolo pretende risposte precise per lo sviluppo socio-economico e occupazionale dell’isola».
«Nell’incontro di ieri – aggiunge – non sono stati puntualizzati interventi risolutivi per l’agricoltura: mancano
il blocco del Piano di sviluppo rurale (Psr), lo stop alle procedure esecutive per i tributi, una norma contro le
sofisticazioni dei prodotti agricoli imposta da norme Ue, come la produzione di vino con lo zucchero,
dell’aranciata senza arance, della limonata senza limone, della passata di pomodoro cinese. Non è stato
evidenziato, inoltre, che il costo del gaoslio deve essere di 70 centesimi e l’energia elettrica a 0.028 per
chilowattore.
Fonte: Leggo.it

 
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/2012/01/chi-sono-i-forconi.html

chi sono i Forconi?

Ho visto le riprese televisive dei telegiornali siciliani delle manifestazioni dei cosidetti"forconi" che il Presidente della Confindustria ha tacciato di infiltrazioni mafiose e che anche diversi soloni della cultura una volta era di sinistra hanno definito "jacquerie" prendendone le distanze e condannando. In generale sono persone anche di una certa età, lavoratori sui cinquanta anni segnati dalla fatica del lavoro manuale, contadini, pescatori, artigiani autotrasportatori. Tra di loro pochi lavoratori giovani perchè da anni si è bloccato l'afflusso di nuove forze specialmente nelle campagne. C'erano tanti, tantissimi studenti che vedono degradare di giorno in giorno il tenore di vita delle famiglie in cui vivono e che stentano a mantenerli.
Coloro i quali hanno criminalizzato il movimento si dovrebbero vergognare!

Le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei produttori che hanno emesso scomuniche ed hanno parlato di mafia o di violenza hanno mostrato tutta la distanza che li separa dalla realtà siciliana e l'isolamento morale in cui sono stati gettati da decenni di consociativismo con la Regione ed ora di sostegno subalterno del governo Monti.
Ieri il movimento ha prodotto i primi frutti.
E' stata annunziato il ripristino del treno Palermo-Milano che era stato soppresso dalle ferrovie privatizzate da Moretti spezzando l'Italia in due ed isolando il Sud;
i pedaggi autostradali che fanno arricchire la famiglia Benetton sono stati mitigati agli autotrasportatori per circa 200 milioni di euro ma i soldi vengono prelevati ad altri utenti della autostrada! Una cosa sconcertante!

Ma è mia impressione che questo governo non sia in grado, non abbia la cultura per affrontare le questioni strutturali e profonde che hanno generato il movimento. Un movimento che non sparirà perchè la rovina incombe su diecine di migliaia di aziende agricole e sull'artigianato. .
Proprio oggi scatta l'addizionale delle aliquote regionali e si subisce la prepotenza mafiosa della loro retroattività di un anno, una cosa del tutto anticostituzionale ma dalla quale non potremo difenderci perchè il prelievo sarà fatto sugli stipendi e sulle pensioni.
I soldi di queste addizionali andranno a foraggiare regioni che mantengono inutili e costosissime burocrazie ed una oligarchia politica di viziati "deputati" che hanno il trattamento di senatori. La regione siciliana costa miliardi di euro e non sappiamo a quanto ammontano i suoi debiti. Serve soltanto a mantenere se stessa. Questo destava scandalo ma veniva sopportato in tempi di relativa "normalità" economica e sociale. Ora non è più tollerato!
Pietro Ancona
 
moretti (scritto volutamente in minuscolo) è riuscito a fare quel che bossi non è stato in grado di fare: dividere l'italia...
 
Rabbia Forconi: da lunedì niente carburante dalla Sicilia

di: Mimmo Trovato (Ansa) Pubblicato il 03 febbraio 2012| Ora 08:41




Ingrandisci la foto
Le prossime iniziative del Movimento dei Forconi.


Annunciato, arriverà. E' lo sciopero dei Forconi che ripartirà da lunedì prossimo. Ma questa volta con modalità diverse rispetto a quelle dei sei giorni dello scorso gennaio che hanno paralizzato l'economia dell'isola. Ci saranno presidi, ma per impedire al carburante di uscire dalla Sicilia.

Il greggio lavorato non varcherà lo Stretto, e non arriverà nelle altre regioni. Lo scioperò sarà a tempo indeterminato, perché, spiegano dai Forconi, "ormai non c'é più spazio per chi usa la politica per promettere".

La decisione matura durante un'assemblea infuocata e di "attacco" ai governi nazionale e della Regione Siciliana e a "tutti i politici sordi alla disperazione della gente che lavora". Il movimento invita i politici "a dare risposte concrete o a dimettersi e andare tutti a casa".

Sono pronti loro stessi a sostituirli: "non escludiamo - ipotizza il leader dei Forconi, Mariano Ferro - di trasformare il nostro movimento in un partito". Contestano il premier Mario Monti e il governatore Raffaele Lombardo che, dicono, li hanno "lasciati fuori dalle trattative, senza la convocazione di un tavolo comune".

Tra gli obiettivi "l'applicazione dello Statuto Siciliano che prevede la defiscalizzazione della benzina" e la "protezione dei prodotti agricoli dell'isola che sono un'eccellenza italiana da tutelare". La politica nel futuro prossimo, forse, con l'organizzazione di comitati cittadini. Nell'immediato i Forconi si muovono come "sindacato che tutela gli interessi dei siciliani".

E per questo attueranno dei presidi nelle quattro raffinerie dell'isola: a Priolo (Siracusa), Milazzo (Messina), Gela (Caltanissetta) e Termini Imerese (Palermo). Per "non fare uscire una sola goccia di carburante fuori dall'isola", cercando di creare problemi alle compagnie petrolifere.

Un sostegno all'iniziativa arriverà anche dai pescatori dell'Isola, che parteciperanno, il prossimo 7 febbraio a Roma, alla manifestazione nazionale in programma davanti Montecitorio con i loro colleghi di tutta Italia: "Blocchemo i porti siciliani", annuncia il presidente dell'associazione regionale, Fabio Micalizzi. Ma non soltanto i porti saranno bloccati. Presidi saranno attuati davanti alla Serit e all'Agenzia delle entrate.

E non mancano le polemiche neppure con il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, che aveva denunciato infiltrazioni mafiose tra i manifestanti. "A lui non rispondo - afferma Ferro - dico solamente che bastava essere più chiari e dire che occorreva stare attenti alle infiltrazioni mafiose. Noi la persona che è stata arrestata a Lentini non la conosciamo nemmeno".

"Se in Sicilia si pensa di attaccarci in questo modo, sminuendo quello che stiamo facendo - avvisa il leader dei Forconi - di annientarci con queste accusa di mafia, di populismo e di demagogia, sbagliano di grosso. I politici, ma tutti - chiosa Ferro - la smettano e diano immediatamente risposte a questa popolazione che soffre".
 
martedì 10 luglio 2012

DAL PRESIDIO DEI FORCONI (2)


Terzo giorno
di lotta e di riflessione
[ame]http://www.youtube.com/watch?v=jNzSO-HaYFY&feature=channel&list=UL[/ame]


Siamo oramai giunti al terzo giorno del presidio dei Forconi a Villa San Giovanni. Sotto una calicola insopportabile, accentuata dal fatto di essere sull'asfalto, gli attivisti dei Forconi continuano generosamente la loro battaglia.
Come mostra il nostro video la modalità perseguita è di bloccare in modo intermittente il transito, dei mezzi pesanti e delle vetture. Si tenga conto che ciò avviene aggirando il diniego categorico delle forze di polizia le quali hanno detto chiaro e tondo che in caso di blocco totale sarebbero intervenute in maniera pesante. Così, non appena si forma una fila consistente di mezzi, i Forconi lasciano che gli automezzi defluiscano.


Ad ogni stop si discute coi cittadini, siano essi camionisti al lavoro o turisti. Si spiegano le ragioni della protesta. La simpatia è generale, quella dei camionisti è aperta solidarietà. Sono essi per primi a spegnere i motori contribuendo a fermare il traffico.
Questa vicinanza i Forconi l'avevano vista e sentita nel corso della carovana che ha attraversato la Sicilia e che ha preceduto il presidio.
Ma questa simpatia è restata una solidarietà a parole.


E' triste dirlo, ma i Forconi sono soli, ostracizzati dai partiti, dimenticati dai media, abbandonati nel momento decisivo anche dai tanti siciliani che pur simpatizzano con la loro lotta. Ed essi sono i primi a rendersene conto. E di questo si discute, tra una pausa e l'altra del blocco, tra i Forconi venuti qui, a Villa S. Giovanni.
Che fare quando non si possiede la forza sufficiente per sferrare un colpo contundente al governo Monti e al sistema? Cosa fare per coinvolgere cittadini e movimenti? Un'altra domanda s'insinua: dove abbiamo sbagliato, se abbiamo sbagliato, da gennaio in qua?


E' evidente che dalla straordinaria battaglia dei blocchi di gennaio, passando per la grande manifestazione di Palermo a marzo, il movimento dei forconi ha conosciuto un riflusso. Il potere ha reagito come suo solito, con l'inganno, ostentando finte aperture alle loro richieste, e poi blandendo il bastone. Chiara era la tattica: non potendo portare un attacco frontale data l'ampiezza della rivolta siciliana, si era scelta la tattica di prendere il movimento per stanchezza e sfinimento.


Vorremmo sbagliarci ma l'impressione è che, per il momento, questa tattica, ha pagato.
Tra i militanti più in vista dei Forconi la riflessione è dunque aperta. Nessuno si nasconde che ci sono stati errori, che è stata sottovalutata la questione di dare una organizzazione più efficiente al movimento. Che c'è stato un eccesso di "movimentismo". Alcuni sostengono che si sarebbe dovuto battere il ferro quand'era caldo, che bisognava "alzare il tiro" quando il movimento aveva la massima forza.
Ci sarà modo di tirare un bilancio e di capire come andare avanti. Nel frattempo il presidio continua. S'è detta una cosa e s'ha da fare. Ragionare si deve ma senza mai arrendersi. Non fosse che per questo ci sentiamo di ribadire: Viva i Forconi!

 

Users who are viewing this thread

Back
Alto