Mps: "Converto a patto che..." (26 lettori)

Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
Buongiorno :)

Oggi vorrei scrivere la mia opinione su quanto emerge dal carteggo "Passera - MpS"

Leggo da "La Stampa":
Piano Passera bocciato da Mps. “Altri 4,4 miliardi di sofferenze”


«I vincoli posti dalla banca rendono inattuabile la nostra proposta». Lo scrive Corrado Passera il 22 ottobre scorso, un passaggio del lungo carteggio con i vertici di Monte dei Paschi. Due giorni dopo il cda di Mps convoca l’assemblea lasciando aperta la porta alla proposta Passera, che si ritirerà ufficialmente solo il 1 novembre.



Ma lo scambio di lettere - sempre meno cordiali - prosegue ben oltre e termina solo il 4 novembre, quando la Consob convoca Passera e l’ad Marco Morelli per chiarire l’intera vicenda. L’indagine della Consob è ancora in corso e non è chiaro quale direzione prenderà (archiviazione, turbativa del mercato o altro). Nel carteggio visionato da La Stampa - solo una parte delle numerose lettere intercorse tra le parti - vengono sempre tenuti coperti i nomi dei potenziali investitori portati dell’ex banchiere, uno dei punti di frizione con i manager della banca. Ma emergono dettagli inediti della proposta di Passera. L’aumento di capitale dedicato agli investitori sarebbe stato da 2/2,5 miliardi. Oltre a questo era previsto un aumento da 1/1,5 miliardi con diritto di opzione agli azionisti (a differenza di quello varato dalla banca, privo del diritto di opzione). Una operazione da 3,5 miliardi complessivi da realizzare in tempi brevi, rimandando il raggiungimento dei 5 miliardi di nuovo capitale «entro il 2017», anche utilizzando la «riserva» dei bond subordinati acquistati. Altra differenza sostanziale è il «liability management», la gestione del debito emesso dalla banca. Nella proposta Passera era presente nella forma di «adeguati acquisti» di bond subordinati, «ma non una loro conversione» in azioni.



Diversa anche la bad bank e le sue conseguenze. Nessuna assegnazione della tranche junior agli azionisti attuali ma coinvolgimento in questa anche dei nuovi azionisti. Il punto maggiormente controverso è forse l’ultimo: una maggiore pulizia del portafoglio crediti per altri 4,4 miliardi, in aggiunta ai 27,6 miliardi previsti dal piano Jp Morgan. Si tratta di crediti «unlikely to pay» (Utp) «con anzianità superiore a un anno». Si tratta delle inadempienze probabili, per di più così classificate tempo. Crediti che hanno una elevata probabilità di trasformarsi in sofferenza e il cui ammontare è tale da rendere l’operazione di pulizia quantomeno monca.



Ma la banca chiude le porte alla proposta, ponendo una serie di divieti che Passera giudica irricevibili. Nessun rapporto con altri investitori oltre a quelli già da lui contattati e che abbiano già firmato una dichiarazione d’interesse. Divieto di contattare intermediari, compreso Atlante, divieto di effettuare una due diligence sintetica, nessuna informativa congiunta alla Bce. Nessun patto di riservatezza viene mai firmato.



L’ultimo scambio è tra il 3 e il 4 novembre. «Rincrescono il modo in cui lei ha deciso di interloquire con noi», scrive Mps il 3. Avete reso «impossibile l’avvio di qualunque iniziativa» da parte nostra, replica Passera il 4. Definito «mandatario senza rappresentanza di potenziali investitori non dichiarati» dalla banca.



Mps scrive di aver dato mandato ai propri legali di valutare eventuali iniziative. «Considero concluso questo sterile carteggio», chiude Passera nella sua ultima lettera, quella del 4 novembre.

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La parte in grassetto sottolineato è il nodo dell questione sulla quale, anticipo subito le mie impressioni, si sarebbe dovuta pronuncare l'autorità di vigilanza europea e, sempre a mia impressione, sarebbe stato difficile ottenere un via libera.

Vediamo:

Passera chiede la pulizia di 4.4 miliardi di inandempienze probabili e su queste, a mio avviso, invocava la famosa due dlgence; Perchè?

Ragionamo:

MpS ha iscritte a bilancio sofferenze per 27.7 mld lordi al 37% del nominale; le molla al 33%(Atlantide) e la BCE evita MpS di aggiornare gli accantonamenti scontando 2 mliardi che ne consegurebbero(semplifco). Passera, che non è l'ultm arrivato, chiede due diligence perchè sa che una sofferenza chiede accantonamenti pari al 60% circa del valore originario, una UTP (inadempienza probabile) intorno al 30%.

Traduco per gli ignoranti come me: Passera, a mia opinione, non si fidava (e lo capisco). Se sei corto di liquidità(semplifco) classifcare come inadempienza probabile un credito in sofferenza signfica risparmiare circa 340milioni di euro per miliardo(accantonamenti maggori del 30%). Se fate caso, parla esplicitamente di UTP "vecchie", così classificate da molto tempo...ovvero "sospette"..(ma è un mio parere).

Ovvero..se questi 4.4 milardi di inadempienze di trasformassero(tutti o in parte)..stile Banco di Napoli per capirci, in sofferenze.., questo comporterebbe:

a) più soldi da chiedere al mercato (Passera ne voleva chiedere meno d 5 mld.) ovvero la cifra ipotizzata + 340milioni circa ogni miliardo di nuove sofferenze scoperte

b) un beneplacido imho della vigilanza...perchè ti troveresti con "n" milioni(o miliardi) di euro in più di sofferenze che alzano lo "sconto" di 2 mld concesso come mancato adeguamento dei modelli (risparmio su accantonamenti)

Vabbè, buona domenica. :)

Mi quoto perchè oggi....(sic!) molti esperti del web sono caduti dal pero(delle sofferenze).

"Ma da dove escono questi possibili nuovi accantonamenti??????? Non se ne era mai parlato!!!!!" si lamenta l'esperto "x" con le treccine e l'aria smarrita e gli occhi lucidi.

Dal pero degli orchi tesoro...dal pero degli orchi....
 

Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
Se valuto il progetto di convertire, cme fosse un'opzione con differimento, inserendo le probabilità cacolate tramite simulazione storica(volatilità fittando una dstribuzione GED), rendimento al 2%(come dice MpS a Atlante) e tasso di sconto prssimo a zero, a me viene un valore negativo (calcolo il captal gain sullo swap ). Premesso che nn sono certo un fenomeno e premesso che è un esercizio arbitrario poichè non tengo conto di aggiustamenti generici che la banca può fare (e si spera faccia..) , della liqudità diversa ad aucap completato (semplicemente la considero per i primi giorni pareggiata da quelli che molleranno il malloppo, vuoi per statuto, vuoi per sacrosanta strizza..e quindi uguale a quella che verrà rilevata all'osservazione precedente), a "ieri" (ovvero non ho messo i dati di oggi), le sole probabilità di perdere il 30% "pronti via->5gg" sono quelle da allegato.

30% è la soglia impostata ipotizzando di aver acquistato a 65 la 2020.



Chi ha venduto a 80 pochi gg. fa..deve fare i salti di gioia a mio avviso poichè ha altissime probabilità di pareggiare il premio offerto per lo swap senza subirne costi, con un rischio assolutamente inferiore e con la possbiltà di decidere le tempistiche di ingresso. E vale anche se avremi forti rialzi nelle prime battute..poichè avra un'attesa postiva a fronte di quella attuale..che nn c'è necessità di commentare.(attesa è il rendimento medio rcavato dala serie storica)

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Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
Mps, Generali converte
tutti i bond subordinati
in azioni: è l’8% del capitale


Generali converte tutti i bond subordinati Mps che ha in portafoglio. Nel dettaglio — è spiegato in una nota del gruppo — il cda ha esaminato l’offerta volontaria lanciata dall’istituto senese e il consiglio ha «valutato favorevolmente» la conversione, dando mandato al group ceo Philippe Donnet di convertire gli strumenti subordinati. La decisione di Generali è stata presa dopo aver esaminato l’offerta pubblica di acquisto volontaria promossa dall’istituto sugli strumenti subordinati e riguarda il debito detenuto da Generali «oggetto dell’offerta». Il 28 novembre alle 14 è infatti partita l’offerta di Mps per la conversione in nuove azioni dei bond subordinati nell’ambito della complessa operazione di salvataggio lanciata dalla banca senese che prevede un aumento di capitale fino a 5 miliardi di euro e il deconsolidamento dei 27 miliardi di sofferenze in portafoglio.



«Più valore con la conversione»
Generali non ha mai precisato l’entità dei bond Mps in portafoglio, che sarebbe pari a 400 milioni di euro stando a indiscrezioni di mercato, con una quota potenziale nel capitale del Monte dei Paschi stimata intorno all’8%, che farebbe delle Generali il primo socio dell’istituto senese. Non è dunque neppure chiaro se l’istituto abbia anche altri titoli Mps, che invece non sono oggetto dell’offerta. Sino ad oggi dalla compagnia è stato chiarito solamente che l’esposizione verso banche è pari all’1% del totale degli attivi, e che di tale 1% il 40% è investito in bond subordinati. Gli investimenti complessivi di Generali a fine settembre erano pari a 485,2 miliardi. La scorsa settimana nell’investor day a Londra il group ceo Philippe Donnet aveva dato un chiaro segnale sulle intenzioni della compagnia affermando di ritenere che «la conversione ha più valore» rispetto all’ipotesi di partecipare ad Atlante 2 e che per la compagnia «la priorità è Mps».

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Un'ottima notizia, di quelle "vere" per fortuna..visto che equivale ad un piccolo "pezzo di carta scritta". Ne arrivassero altri..e lo comunicassero..
 

Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
ps: gli esperti ci dovrebbero spiegare perchè non si dovrebbe pagare il capital gain su un'operazione (swap cash for debt) a premio. .Se hanno certezza normativa fanno un favore a tutti illustrandola. Se son chiacchere è meglio ragionare per difetto(o eccesso di prudenza)...
 

Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
Un paio di risposte a domande ricevute privatamente:

il prezzo max di 24.9 non è un un prezzo a caso ma la media prezzi rilevata dall'annuncio ad inzio offerta.

S pareggia faclmente il premio probabile offerto ai convertiti per il meccanismo inverso:

esempio1: compro a 65, converto, pago l 26%(capital gain swap cash for debt) del premio in denaro(cash) , breakeven se vendo azioni ad un rendimento superiore o uguale al -25.9% rispetto al prezzo di carico. Se ll'azione perde il 26% perdo anche io Se guadagno pago nuovamente tasse al netto delle precedenti ovviamente.

esempio2: ho sottscritto allo sportello a 100, ho venduto a 80, sfrutto le minus e compro incamerando integralmente guadagni fino al 20%. Poichè è lecito aspettarsi vendite immediaamente dopo l'apertura è razonale comprare gli storni. Ma faremo i conti in diretta quando e se accadrà-

Nel secondo esempio è ovvio come siano assenti tutti gli enormi rischi che vengono assunti nel primo e sia assente l'eventuale dppia imposizione fiscale.

Scritto velocemente se ci son errori correggetemi.
 

Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
Mps, i dubbi sul piano: rischio bail-in, ispezione Bce e necessità di "soddisfare" le altre banche
MILANO - E' entrata nel vivo la prima fase della ricapitalizzazione/salvataggio del Montepaschi, con la conversione volontaria (in nuove azioni del Monte) di 4,289 miliardi nominali di bond: è solo uno dei tasselli e, per andare in porto, alla fine il bilancio complessivo della manovra deve portare nelle casse della banca più antica del mondo 5 miliardi di mezzi freschi, considerando anche l'aumento di capitale vero e proprio e l'intervento - per ora solo auspicato - di investitori forti, i cosiddetti "anchor investor" (che mettano mano al portafoglio per cifre importanti). Dalla conversione dei bond la banca si aspetta grosso modo un miliardo, potrebbe arrivare fino ad un miliardo e mezzo. Intanto il mercato continua a portare il titolo del Monte sulle montagne russe: dopo le forti vendite di lunedì, in coincidenza con l'avvio dell'operazione di conversione, oggi l'azione Mps trova il rimbalzo con un +17% finale.

Il rischio bail-in. Le incognite non sono poche e le ricorda lo stesso Prospetto di conversione dei bond, rivolto ai risparmiatori che negli anni hanno sottoscritto le obbligazioni subordinate del Monte. La principale è che se l'intera manovra non avrà successo, c'è il rischio che la banca sia soggetta alle misure di risoluzione, l'ormai tristemente nota Direttiva comunitaria che prevede il coinvolgimento di azionisti prima e a seguire degli obbligazionisti nel ripianamento delle perdite; la più grave di queste misure è quella del "bail in". Ma non è l'unica incognita: le avvertenze ai risparmiatori ricordano che è ancora in corso l'ispezione della Bce sui crediti del Monte. Le conclusioni arriveranno solo nel primo semestre del 2017, dunque ad aumento di capitale già realizzato, ma a seconda di quello che certificherà Francoforte, potrebbe ancora esserci "un impatto rilevante sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria della banca", persino con "riflessi sulla continuità aziendale".

Le incognite del piano. Del resto, anche realizzato il rafforzamento patrimoniale, la banca deve mettere in pratica il passaggio successivo e cioè la realizzazione del Piano industriale (presentato a fine ottobre). Su cui, per definizione non ci sono certezze e anzi il Monte ammette che "alcune assunzioni risultano sfidanti rispetto ai risultati conseguiti dal gruppo" mentre altre voci sono fuori il controllo della banca. Che, in effetti, ha più di qualche qualche problema: la stessa Bce nel giugno scorso aveva sottolineato che il Monte ha vissuto momenti difficili sul fronte della liquidità ("situazioni di liquidity stress") nei primi mesi del 2016; alcune misure sono state nel frattempo prese ma, ricorda ancora il Prospetto dei bond, al 30 settembre la raccolta diretta era inferiore di 14 miliardi rispetto ai valori di fine 2015. La banca tra l'altro è gravata da cause civili miliardarie: circa 8,5 miliardi (di cui 3,9 per la causa promossa da Adusbef e Codacons) a fronte delle quali Mps ha accantonato 627 milioni al fondo rischi.

Le incertezze del consorzio. Per ora, come noto, 13 banche hanno firmato un accordo di pre-underwriting. Per diventare un vero e proprio consorzio di garanzia occorre che ci sia un'altra condizione: che le tre fasi di cui si compone il processo di rafforzamento del capitale abbiano avuto un "andamento soddisfacente" a giudizio delle banche che costituiscono il consorzio. Dunque, che sia stata "soddisfacente" la conversione delle obbligazioni in azioni, e che altrettanto sia stata l'attività di marketing presso gli investitori, così come che sia ben avviata l'attività di deconsolidamento deicrediti in sofferenza. Il Prospetto sottolinea che non sono stati indicati parametri qualitativi né quantitativi per individuare "l'entità del grado di soddisfazione" da parte di ognuno dei membri del consorzio.

Le tutele per i risparmiatori. Consapevole della delicatezza dell'operazione - chiedere ai risparmiatori di trasformare obbligazioni in azioni - la banca ha comunque adottato una serie di tutele particolari, tra cui l'impossibilità di cambiare il proprio profilo Mifid (fa fede il questionario compilato entro il 30 settembre o quello successivo, se è più restrittivo) e il fatto che il Monte si è impegnato ad avere "un atteggiamento non proattivo, astenendosi dal raccomandare o consigliare l'adesione all'Offerta".
 

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