Molto spesso l’
immigrazione è vista come un battaglia ideologica.
Parlarne è complesso e si rischia sempre di scadere nella retorica dei favorevoli o contrari.
C’è chi ne fa una questione di accoglienza senza limiti.
Ma negli ultimi tempi, specialmente dopo il picco della crisi dei migranti nel 2015, le cose sono iniziate a cambiare.
In Europa, l’arrivo in massa di centinaia di migliaia di persone non è più visto come un motivo da vanto
da parte di leader europei in vena di notorietà (leggere Angela Merkel), inizia a essere studiato in maniera più complessa.
Perché quello che nella migliore delle ipotesi si può considerare l’accoglienza di persone disperate
– e molto spesso è così -, in altri casi rivela una trama di traffici illeciti, tratta di esseri umani, schiavitù e condizioni di vita indegne.
La
retorica dell’accoglienza è quindi una lama a doppio taglio.
Da una parte esalta i sentimenti più positivi nei confronti di qualsiasi essere umano.
Dall’altra parte, rischia quasi sempre di negare i problemi che esistono sia per le persone che arrivano,
il più delle volte abbandonate a reti criminali o all’indigenza più assoluta, sia per le comunità che accolgono.
Aver chiuso gli occhi per troppo tempo e negato che esistesse un problema legato all’immigrazione,
è stato un errore che oggi pagano soprattutto i fautori non dell’integrazione, ma dell’immigrazione.
Perché l’
integrazione, nella stragrande maggioranza dei casi, non è stata mai il vero pilastro della politica dell’immigrazione.
Si è sempre arrestato tutto al momento dell’arrivo e dell’accoglienza.
In questo gioco ideologico, la retorica ha spesso dominato incontrastata.
E questo ha evitato, il più delle volte, di poter fare un discorso serio sul fenomeno migratori
dal momento che i migranti sono diventati una sorta di tabù, con due verità opposte inconciliabili fra loro.
Ma per fortuna, esistono i numeri.
E se questi numeri
sono riportati da Frontex, cioè l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera
e che ha il compito di gestire le frontiere esterne dell’Unione europea, il loro significato è ancora più profondo.
E merita particolare attenzione.