Ieri, io e la mia immancabile compagna di viaggio siamo andate di nuovo in giro. Destinazione: Bologna.
Risolto il casino dei treni

, tra l'altro in modo molto positivo, visto che all'andata erano puntualissimi e con l'aria condizionata ben funzionante, partite all'alba

, alle 10,40 eravamo in quel di Bologna, dove ci siamo trovate con una mia amica.
Una di quelle ragazze militanti e facenti parte, con me, della lobby sessualista, omosessualista e femminista, una di quelle che "orrore, orrore! Le ho fatto conoscere mia figlia, una bimba innocente che sicuramente si guasterà!"

In realtà, la mia amica, E., ha davvero una coscienza politica ben sviluppata, ha davvero una gran bella Weltanschauung su diritti, società e sessualità, ma lo si sa solo se, con lei, si parla di questo, chiaro.
In un contesto spensierato e turistico e con la bambina di mezzo, per giunta, nessuna di noi ha parlato di società, diritti e politica. Eravamo lì per gironzolare e rilassarci e non per impegnarci in qualcosa.
Io e mia figlia avevamo organizzato un piccolo tour che passasse in rassegna le tre definizioni di Bologna: "la grassa, la dotta e la rossa" e quindi ci siamo dedicate a scoprire, in primo luogo "la dotta Bologna".
Abbiamo visitato la "sala borsa" dove, con immenso stupore di mia figlia che aveva immaginato un negozio noiosissimo di borsette

, abbiamo trovato molte attività culturali e anche la possibilità di andare a vedere la vecchia città medievale, o quel che ne resta, perché c'è un pavimento trasparente sotto al quale si vedono i resti di antiche case, edifici e pozzi e si può anche scendere per andare a vedere direttamente. E noi siamo scese ovviamente e abbiamo anche pazientemente ascoltato la figlia che leggeva a voce alta, a beneficio delle sue tigri

le spiegazioni dei vari cartelli informativi.
Poi siamo andate al palazzo dell'Archiginnasio, la vecchissima sede dell'Università più antica d'Europa che è bellissimo, tutto decorato.
Abbiamo visitato la sala dello Stabat Mater che si chiama così perché vi è stato eseguito per la prima volta lo "Stabat mater" di Rossini e il teatro anatomico che era la stanza dove si sezionavano i cadaveri per gli studenti di medicina.
Poi ci siamo affidate alla mia amica per scoprire Bologna "la grassa", ma solo mia figlia si è goduta (a modo suo) la cucina bolognese.
Io, vegana e prostrata dal caldo, mi sono mangiata una insalata mista e un pezzo di anguria

D), mia figlia ha chiesto un piatto di tagliatelle al ragù. Eravamo in un posticino che fa la pasta a mano. A detta di mia figlia era tutto buonissimo, ma ha lasciato, come sempre, la porzione a metà nel piatto. Non è una gran mangiona.
Infine, "la rossa" che non è un soprannome che deriva dalla politica, ma dal colore del materiale con il quale sono costruiti gli edifici più belli della città.
E così abbiamo giocato al "telefono senza fili"


C'è un posto in cui ci sono 4 pilastri e una volta (non ricordo come si chiama!). Se due persone stanno con la faccia rivolta verso il muro, a due pilastri opposti e una delle due scandendo le parole, parla rivolta al muro, l'altra NEL MURO sente le parole pronunciate.

Funziona!
Ovviamente, la bambina ha provato ogni pilastro e ogni tipo di dialogo. Siamo rimaste quasi mezz'ora perché lei doveva parlare, io dovevo parlare a lei, alla tigre grande e a quella piccola e poi anche le tigri dovevano parlare. A me, alla mia amica, a lei. E anche la mia amica doveva parlare

E' stato tutto un correre da un pilastro all'altro, ruggendo e parlando, parlando e ruggendo

E ridendo. Lei era serissima, ma io molto meno
Poi abbiamo visto San Petronio, la fontana del Nettuno (che non è rossa, ma pazienza), Santo Stefano (che sono 7 chiese in una

), alcuni palazzi, la chiesa di San Domenico (che contiene opere anche di Michelangelo e di Nicola Pisano) e le Torri.
Potevamo farci mancare la salita alla Torre degli Asinelli?

498 gradini. La bambina li fa come uno stambecco nel parco del Gran Paradiso

, io come uno stambecco sciancato e vecchiotto

, la mia amica (che pure ha ben 8 anni meno di me

), come uno stambecco mezzo morto


Sia in salita, sia in discesa.
Forse, complice anche il gran caldo
Io e la mia amica, arrivate in cima, ci siamo godute il bel venticello ristoratore (eravamo coperte di sudore), mia figlia, saltellando da una "finestra" all'altra, continuava a cianciare e a chiederci "Quando scendiamo?". In quel momento, ho avuto l'impressione che la mia amica avesse uno sguardo da Erode negli occhi
Dopo la Torre degli Asinelli, ce ne siamo tornate in stazione.
Il ritorno è stato faticoso. Un treno in ritardo, coincidenza perduta, aria condizionata rotta.
Siamo arrivate a casa alle 20, veramente stanche, ma Bologna è bellissima, e io sono stata felice di fare un po' di turismo con un'amica. Fa sentire meno sola e anche meno dedita solo alla cura di una bambina. Insomma, ero lì ANCHE per offrire a me stessa qualcosa di diverso dal solito (io avevo già visto Bologna almeno altre tre volte).
Non ho fatto foto

Il gran caldo ha tolto parecchio al piacere della visita turistica della città e anche parecchie energie a me, che soffro di pressione bassa. Ma me la sono goduta lo stesso.