Non abbiamo ancora parlato di vacanze!

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Sono tornata!!!!!!!!!!

Come è andata l'estate qui? Chi era partito/a è tornato/a? Si è divertito/a? Ha visto o fatto cose belle?

:-?

Si sente la mancanza di Igno :cry:
Mancano tutte le sue foto :cry:

Era l'unico che, a modo suo, insieme a me, raccontava qualcosa delle sue ferie :cry:

Bentornataaaaaaaa!! io non ho fatto ferie ma mi sono divertita! :D
 
Adesso piano, piano, vi racconto tutto, so che non vedevate l'ora:D:-o:specchio: :eeh:

La prima cosa che vi racconto, è brutta. :sad:
Noi eravamo alloggiat* in un maso (l'appartamento, piccolino, era davvero graziosissimo e profumato: tutto in legno di abete, ma ipermoderno, con persino le tapparelle che andavano su e giù con un tasto:eek: Era più bello di casa mia :sad:).
Un maso è un insieme di edifici e campi: non c'è solo la casa, ma anche la stalla, il fienile, i campi. Tutti insieme, compongono un maso tipico sud-tirolese.
In questo maso, si allevavano mucche. Vacche da latte, per la precisione.
Ogni mattina, mi levavo al far del giorno, tra le 6 e le 6.30 e andavo nella stalla che rappresentava, per me, un luogo pieno di contrasti: da un lato l'enorme dolore per la condizione di mucche e vitellini, dall'altro il grande amore per gli animali e la gioia incontenibile di vederli, di stare con loro (e come poi vi dirò, nella stalla non c'erano solo vacche e vitelli:-o;)).
C'erano, in quel maso 24 vacche e 7 vitellin*.

Quando noi siamo arrivat*, due di quei piccoli erano nati da meno di una settimana.

Avete mai visto dei vitellin* appena nati?

Sono tenerissimi, umidi, con i peli della testa un po' ricci, hanno zampe sottili, colli esili e orecchie delicate come petali di fiori. Hanno il naso rosa che profuma di latte, occhi dolcissimi e un muggito lieve.

Voi sapete come vanno le cose, con le vacche da latte: le si spremono e le si ingravidano fino al possibile. I vitellini maschi vengono scartati, le vitelline vengono tenute e, benché in questa stalla le mucche mangiassero solo erba e fieno e avessero a disposizione spazio per muoversi dentro e fuori la stalla, la sostanza non cambiava di certo.

I vitellini e le vitelline vengono separati dalla mamma fin dal primo giorno di vita. I piccoli vengono nutriti attraverso un secchio pieno di latte al quale è attaccata una specie di tettarella adatta alla loro bocca. Quando hanno circa 3-4 settimane, i maschi vengono venduti.

C'era un vitellino nero, di una razza che, mi spiegavano, non diventa grassa, dunque l'avrebbero venduto per soli 150 euro. Chissà come sarebbe finito.... L'altro, sempre maschietto e sempre di pochissimi giorni, era di una razza che ingrassa e dunque il suo destino era già segnato.
C'erano 5 vitelline, di cui una di tre mesi, le altre di età compresa tra i 7 giorni e il mese di vita: già tutte con le etichette numerate attaccate alle orecchie :(

Nella stalla, ogni mattina, c'era il proprietario. Lavava le mucche, attaccava le mungitirici e lavava il pavimento della stalla, l'alloggio delle mucche. Un lavoro duro. Lui non parlava MAI. Era difficile capire se la mia presenza gli desse fastidio o meno, ma non mi importava molto. Mi intimidiva, certo, ma i vitellini e loro musetti, le mucche e la loro pazienza infinita mi attraevano tantissimo. Una volta ho chiesto se potevo aiutare a lavare le bestie e mi ha detto di sì. Ho chiesto se potevo toccare gli animali, stare lì. Ha detto di sì.

L'odore di stalla non mi dispiace e quindi rimanevo, ogni mattina, circa un'ora. Poi lui se ne andava a consegnare il latte al consorzio, e scendeva la moglie che distribuiva il fieno alle mucche e il latte ai piccolini. L'ho aiutata spesso, ma non sempre, perché lei arrivava sul tardi e io (poi vi dirò perché) avevo anche fretta di uscire dalla stalla e non solo perché a lungo andare mi angosciava sempre più.

Durante le ultime mattine, parlando con il Signor Werner che, finalmente, dopo tante ore silenziose passate insieme, aveva deciso di rivolgermi la parola, sono saltati fuori tutti i dettagli relativi all'età dei vitellin* e al loro destino, ma, siccome le mie domande (io speravo che lui fosse buono e che almeno si tenesse i maschietti) erano incalzanti, egli trovava sempre il modo di dirmi che non gradiva più che restassi nella stalla:sad:

Comunque, finché c'ero, carezzavo i vitellin*, parlavo con loro, conoscevo ogni mucca e la chiamavo per nome, cercavo le mamme, chiedevo loro come stavano senza i figli e le figlie, dicevo ai vitellin* che erano belli, che sapevo che volevano la mamma e non il secchio con la tettarella, ecc. Cose così. C'era parecchio rumore, non pensavo che Werner mi sentisse. Parlavo sempre piano, sottovoce, ma evidentemente ha capito che ero fortemente avvilita per la sorte delle bestie e che avrei voluto che vivessero in un altro modo...:sad:

Non ho fatto nemmeno una foto alle mucche e ai vitell*. Vedere il loro musino e la loro espressione triste, paziente e buona mi mette un'angoscia terrificante.

Ieri sera sono andata a salutarli e, siccome ero sola con loro, mi sono messa a piangere e ho cercato di far finta che non fosse vero, che nessuno avrebbe venduto i maschietti, e che nessuno mai più bevesse latte e mangiasse carne.
Ecco, l'ho detto.

Ricordate il Thread di Argema sul diventare vegan? Io pensavo e continuo a pensare che tutte le immagini di animali squartati siano solo controproducenti, se si vuole cercare di convincere le persone a rinunciare allo sfruttamento animale. Penso però che se tutti quanti vedessero una volta nella loro vita un vitellino di 3 giorni, bello come tutto il creato e indifeso come tutti i neonati e si sentissero brutalmente dire che verrà macellato, dopo 3/4 settimane di vita rinchiuso in una stalla, a nutrirsi (sotto il suo fabbisogno) attraverso un secchio e non una mamma calda, allora sì, qualche sentimento si muoverebbe.

E sono fiera (anche se questo non cambia il mio dolore, né le cose, purtroppo) che quelle bestie tanto belle non fossero lì a morire e/o a essere spremute fino alla morte per me.

(Tutto il resto della vacanza è stato bello, ma questa era una cosa che non potevo non raccontare)


:vicini::vicini::vicini: non potevi fare un servizio migliore per la causa! :)
 
Sono tornata!!!!!!!!!!

Come è andata l'estate qui? Chi era partito/a è tornato/a? Si è divertito/a? Ha visto o fatto cose belle?

:-?

Si sente la mancanza di Igno :cry:
Mancano tutte le sue foto :cry:

Era l'unico che, a modo suo, insieme a me, raccontava qualcosa delle sue ferie :cry:

Ciaoooo...
Pensavo di aprire un thread del tipo "Chi l'ha vista?" dedicato proprio a te... :D
Io ancora niente vacanze... :(
Ho in programma 4 giorni a Tallinn dall'11 al 14 settembre... :)
 
Ciao Miss e ciao Noway!
Che bello rileggervi :)

Per il resto, io amo l'Alto Adige, penso che non sia un mistero per nessuno.
Il tempo è stato clemente. Un giorno, la pioggia ci ha sorpres* nei boschi, ma è andata via dopo solo un'oretta, un altro giorno pioveva a secchiate, ma gli altri giorni no. Il sole si è visto solo tre volte, ma non pioveva e dunque siamo sempre usciti di casa.

Abbiamo passeggiato per quasi 120 km, tra boschi e prati.

E a questo punto, urge una sommaria descrizione del luogo, altrimenti non potete capire quanto sia bello il posto.

I paesi dello Sciliar sono tre: Castelrotto, Siusi (che in realtà è comune di Castelrotto) e Fiè, con le loro frazioncine, sparse nel verde.

Questi tre paesi (c'è ante Tires, ma sta al di là dello Sciliar) sono tutti dominati dallo Sciliar. Da Castelrotto e da Siusi si vedono le punte dello Sciliar, da Fiè un pezzo di "testa". E' opportuno che vi dica che lo Sciliar sembra un enorme Fortunadrago (se non avete visto "La storia infinita" cercate su Google) che si sia addormentato placido, disteso tra i prati dell'Alpe di Siusi (che è anche detta "altopiano dello Sciliar" e che è l'altopiano più vasto d'Europa), con due punte davanti.

Noi eravamo a Castelrotto, ma fuori dal Paese di circa 3 km. Il paese era il punto di partenza per numerosissime passeggiate, sicché spesso uscivamo senza nemmeno prendere la macchina.
La cosa bella di quella zona è proprio questa: si passeggia per interi chilometri verdi di prati o freschi di boschi senza allontanarsi con la macchina.

Solo due volte abbiamo preso la cabinovia per andare in cima all'Alpe e passeggiare in quota: il tempo non era mai abbastanza stabile. La prima volta che ci siamo andati, infatti, era proprio nuvolosissimo, ma io, esperta delle nubi della zona:-o, avevo decretato che al massimo avrebbe piovigginato camminando in una nuvola, ma che non sarebbe piovuto. Cosa puntualmente avvenuta.

Anche l'Alpe è verdissima, sembra un'enorme moquette verde stesa e tenuta pulita dal Fortunadrago. O almeno a me piace pensarla così.

Camminando camminando, abbiamo visto chilometri di boschi e di prati. Siamo andat* in tutte e quattro le direzioni (Nord, Sud, Est e Ovest) rispetto a Castelrotto, camminando alle pendici dell'Altopiano, raggiungendo il confine con la Val Gardena, al Passo Pinei (l'ultima passeggiata, con un sole abbagliante). Siamo andat* intorno a Siusi e ai suoi boschi, abbiamo visto moltissimi laghetti e ruscelli e piccoli rivi che non sempre sono così pieni di acque fresche (con l'acqua di questa estate, la zona canticchiava di acque molto più del solito). Siamo passati in molte frazioni: St. Oswald, Tagusa, St. Michael, abbiamo passato molti masi anche storici, visto baite e rifugi di tutti i tipi.

La gita più impegnativa è stata al Rifugio Bolzano che non so perché in tedesco ha un nome molto più bello: Schlernhaus (ovvero Casa dello Sciliar), a 2457 metri di altitudine che si trova proprio SULLO Sciliar e precisamente sulla nuca del Fortunadrago:-o.

Ci ero andata solo un paio di volte, con mio nonno, da ragazzina. Una volta ero salita direttamente da Fiè, il paese di origine della nonna, ma avevo 18 anni e per i miei figli è stato già abbastanza impegnativo salire sullo Sciliar partendo dall'Alpe di Siusi con quasi 1000 metri di dislivello. Partendo da Fiè sarebbero stati quasi 1500, troppi.

Ci credete che anche in groppa allo Sciliar, in alta quota, il colore dominante era il verde?

Secondo me, chi non ha mai visto il verde di quella zona, non sa bene cosa sia il verde. Quello è un verde talmente verde che è l'essenza stessa di quel colore. E' tanto riposante, insieme all'aria pulitissima e frizzante, che ci si rigenera il corpo e la mente. E gli occhi vedono qualcosa di Bello che non dimenticheranno mai più.

Camminando in quel modo, si dimentica il tempo. Si usciva al mattino (io rientravo dalla stalla intorno alle 8 e i figli si svegliavano giusto a quell'ora), tra le 9 e le 10 a seconda della meta della gita e si stava fuori anche fino alle 18-19.
I nostri scarponi sono stati i nostri migliori amici per tutto il tempo. Non abbiamo mai patito il caldo e per il freddo e/o la pioggia eravamo equipaggiatissimi (io me ne intendo di montagna).

Sul finire della vacanza, ho dato indicazioni in tedesco ad una famiglia tedesca che voleva sapere quanto fosse lontano Bad Ratzes (una località anticamente frequentata per le acque sulfuree, molto bella e fresca, nel bosco, punto di partenza per numerosissime passeggiate, visto che si trova nel bosco ai piedi dell'Altopiano), come ci si arrivasse e quanto tempo ci volesse. E mi sono resa conto di quanto io abbia stampata nella mente quella zona, di quanto io la conosca bene.

Come sempre, le foto sono ancora da stampare e sviluppare. Sono pronte martedì pomeriggio. Mi riesce più facile parlarvi dei posti che ho visto con le foto. Intanto ve ne lascio una fatta col telefonino. Ci trovavamo sul sentiero che da Castelrotto arrivava al maso dove avevamo l'appartamento: erano quasi le 19 e c'era un tramonto tiepido e dorato come poche volte, durante le vacanze.
Si vedono dal lato di Castelrotto, appunto, le due punte dello Sciliar. Quella più particolare si chiama Punta Santner, l'altra Euringer.
 

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