Val
Torniamo alla LIRA
Il vaccino l'ho fatto, solo per coprirmi per un ricovero ospedaliero,
ma - non avessi avuto questo problema - chi mi dice che serva a qualcosa ?
Questi ci prendono per il kulo, ma alla grande.
Leggete bene cosa scrive il giornalaio. Buffone
1 Dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino ha senso fare il test degli anticorpi per misurare il livello della risposta immunitaria?
Eseguire il dosaggio degli anticorpi dopo la prima dose di vaccino ha scarso significato
sia dal punto di vista biologico sia clinico anche perché il titolo, cioè il valore anticorpale,
non è ancora considerato una «garanzia» di protezione.
Un livello basso di anticorpi dopo la prima dose non indica assenza di protezione
né può influenzare una eventuale decisione circa la somministrazione della seconda dose.
2 E dopo aver completato il ciclo vaccinale è bene fare il test?
Ha poco senso in quanto la protezione non è legata solo agli anticorpi.
3 I guariti devono farlo?
No, per gli stessi motivi.
La protezione dall’infezione non è indotta soltanto dagli anticorpi
ma dalla cooperazione con altri tipi di risposte, come quella cellulare, legata a differenti meccanismi.
4 Che cosa sono i test sierologici o immunologici?
Permettono di misurare la presenza degli anticorpi che il sistema immunitario produce in risposta al virus Sars-CoV-2
e che potrebbero garantire una forma di immunità da una possibile seconda infezione.
5 Quanti test sono in commercio?
Sul mercato sono presenti numerosi test sierologici sia classici sia rapidi.
I primi richiedono alcune ore, devono essere effettuati in laboratorio e da personale esperto:
forniscono risultati di tipo sia qualitativo (presenza o meno di anticorpi) sia quantitativo (quanti ce ne sono).
I rapidi danno risposta in 15 minuti e sono solo qualitativi,
non rilevano in che quantità sono presenti anticorpi e che capacità protettiva possiedono.
6 Un test vale l’altro?
No, nei laboratori privati vengono offerti numerosi test sierologici classici e rapidi, anche con marchio CE.
Mancano però studi di comparazione e validazione clinica.
I dati disponibili indicano una certa variabilità dei risultati tra i differenti sistemi.
In altre parole: non è possibile paragonare i miei valori a quelli di un amico che si è rivolto a un laboratorio differente.
I risultati ottenuti con un metodo non sono sovrapponibili quelli ottenuti con altri metodi.
7 Quanti kit esistono?
Il 10 maggio nell’elenco dei test disponibili nell’Ue aggiornato dal Joint Research Centre comparivano 469 prodotti.
La sensibilità e la specificità dichiarata dalle aziende produttrici possono «non essere indicativi della resa nella vita reale».
8 Che valore hanno?
In un documento pubblicato il 10 maggio per chiarire questi aspetti l’ECDC
(centro europeo per il controllo delle malattie infettive)
ha chiarito il ruolo di questi kit, anche nel timore che i risultati del test sierologico possano essere considerati come documenti
per il rilascio del Digital Green Certificate, il certificato che permetterà di spostarsi fra Paesi.
9 Quali sono le indicazioni?
Secondo ECDC « anche se alcuni test degli anticorpi danno qualche evidenza di una risposta immunitaria
(si tratta di quelli che rilevano la presenza di anticorpi neutralizzanti che fornisce la migliore indicazione di protezione
contro la reinfezione di individui che si erano già infettati una prima volta)
non è noto se il livello degli anticorpi offra sufficiente protezione e quale sia la durata di questa protezione».
10 Anche negli Usa c’è la corsa al test degli anticorpi come in Italia?
Sì, il fenomeno è diffuso tanto che l’agenzia per i medicinali FDA il 19 maggio
ha pubblicato un avviso per dissuadere gli utenti ad abusare di queste verifiche.
Ecco la raccomandazione:
«La FDA ricorda i limiti dei test sierologici nelle persone che hanno ricevuto la vaccinazione.
Possono giocare un ruolo importante nell’identificare persone che possono aver avuto l’infezione da Sars-CoV-2.
Tuttavia non va utilizzato per misurare l’immunità o la protezione contro il Covid-19, specialmente dopo aver ricevuto il vaccino».
ma - non avessi avuto questo problema - chi mi dice che serva a qualcosa ?
Questi ci prendono per il kulo, ma alla grande.
Leggete bene cosa scrive il giornalaio. Buffone
1 Dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino ha senso fare il test degli anticorpi per misurare il livello della risposta immunitaria?
Eseguire il dosaggio degli anticorpi dopo la prima dose di vaccino ha scarso significato
sia dal punto di vista biologico sia clinico anche perché il titolo, cioè il valore anticorpale,
non è ancora considerato una «garanzia» di protezione.
Un livello basso di anticorpi dopo la prima dose non indica assenza di protezione
né può influenzare una eventuale decisione circa la somministrazione della seconda dose.
2 E dopo aver completato il ciclo vaccinale è bene fare il test?
Ha poco senso in quanto la protezione non è legata solo agli anticorpi.
3 I guariti devono farlo?
No, per gli stessi motivi.
La protezione dall’infezione non è indotta soltanto dagli anticorpi
ma dalla cooperazione con altri tipi di risposte, come quella cellulare, legata a differenti meccanismi.
4 Che cosa sono i test sierologici o immunologici?
Permettono di misurare la presenza degli anticorpi che il sistema immunitario produce in risposta al virus Sars-CoV-2
e che potrebbero garantire una forma di immunità da una possibile seconda infezione.
5 Quanti test sono in commercio?
Sul mercato sono presenti numerosi test sierologici sia classici sia rapidi.
I primi richiedono alcune ore, devono essere effettuati in laboratorio e da personale esperto:
forniscono risultati di tipo sia qualitativo (presenza o meno di anticorpi) sia quantitativo (quanti ce ne sono).
I rapidi danno risposta in 15 minuti e sono solo qualitativi,
non rilevano in che quantità sono presenti anticorpi e che capacità protettiva possiedono.
6 Un test vale l’altro?
No, nei laboratori privati vengono offerti numerosi test sierologici classici e rapidi, anche con marchio CE.
Mancano però studi di comparazione e validazione clinica.
I dati disponibili indicano una certa variabilità dei risultati tra i differenti sistemi.
In altre parole: non è possibile paragonare i miei valori a quelli di un amico che si è rivolto a un laboratorio differente.
I risultati ottenuti con un metodo non sono sovrapponibili quelli ottenuti con altri metodi.
7 Quanti kit esistono?
Il 10 maggio nell’elenco dei test disponibili nell’Ue aggiornato dal Joint Research Centre comparivano 469 prodotti.
La sensibilità e la specificità dichiarata dalle aziende produttrici possono «non essere indicativi della resa nella vita reale».
8 Che valore hanno?
In un documento pubblicato il 10 maggio per chiarire questi aspetti l’ECDC
(centro europeo per il controllo delle malattie infettive)
ha chiarito il ruolo di questi kit, anche nel timore che i risultati del test sierologico possano essere considerati come documenti
per il rilascio del Digital Green Certificate, il certificato che permetterà di spostarsi fra Paesi.
9 Quali sono le indicazioni?
Secondo ECDC « anche se alcuni test degli anticorpi danno qualche evidenza di una risposta immunitaria
(si tratta di quelli che rilevano la presenza di anticorpi neutralizzanti che fornisce la migliore indicazione di protezione
contro la reinfezione di individui che si erano già infettati una prima volta)
non è noto se il livello degli anticorpi offra sufficiente protezione e quale sia la durata di questa protezione».
10 Anche negli Usa c’è la corsa al test degli anticorpi come in Italia?
Sì, il fenomeno è diffuso tanto che l’agenzia per i medicinali FDA il 19 maggio
ha pubblicato un avviso per dissuadere gli utenti ad abusare di queste verifiche.
Ecco la raccomandazione:
«La FDA ricorda i limiti dei test sierologici nelle persone che hanno ricevuto la vaccinazione.
Possono giocare un ruolo importante nell’identificare persone che possono aver avuto l’infezione da Sars-CoV-2.
Tuttavia non va utilizzato per misurare l’immunità o la protezione contro il Covid-19, specialmente dopo aver ricevuto il vaccino».