NON E' COLPA MIA SE IL TORTO CE L'HANNO SEMPRE GLI ALTRI.

Ahi ahi ahi


La formazione del gruppo parlamentare denominato "Coraggio Italia",
che ha come registi dell'operazione politica il governatore ligure,
nonché leader di Cambiamo, Giovanni Toti e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro,
procaccia adesioni dal vivaio di Forza Italia che è in fase di avvizzimento.


Le condizioni di salute di Silvio Berlusconi sono avvolte dal riserbo, tuttavia la politica ha le sue regole,
fra le quali anche una certa dose di cinismo, che non conoscono pause dettate dall'opportunità di non disturbare la serenità del Cavaliere.

D'altronde il fondatore di Forza Italia, negli anni ha sempre posticipato il momento della successione,
ribadendosi erede perpetuo di se stesso. Il cerchio magico probabilmente lo ha indotto in errore,
preferendo l'inerzia per il timore di perdere il privilegio di manovra nella gestione della macchina organizzativa di un partito
che non ha avuto la forza di emanciparsi dalla onnipotenza carismatica del suo artefice.


L'operazione di Toti e Brugnaro va nella direzione di svuotare Forza Italia,
occupando lo spazio politico centrista che finora è rimasto schiacciato dalla polarizzazione innescata dalla narrazione sovranista.

L'area moderata nel centrodestra negli ultimi tre anni è divenuta impercettibile, quasi inoperativa,
essendo stata ipnotizzata dal ritmo vivace del messaggio politico di Lega e Fratelli d'Italia con leader giovani,
dirompente e sintonizzati sull'onda umorale del paese.

Con Berlusconi defilato, nello schieramento di centrodestra la componente "mediana" è rimasta orfana di un riferimento percettibile,
provocando iniziative, come quella di "Coraggio Italia", finalizzate a ristabilire un equilibrio nella coalizione.

Per rendere credibile la proposta politica di alternativa alla sinistra occorre presentarsi con un'offerta bilanciata
per poter intercettare l'elettorato volatile che per tradizione è indisponibile ad incasellarsi in formule avulse dalla cultura moderata.

La difficoltà di individuare candidati spendibili per Roma e Milano,
tentando le risorse "civiche" che testimoniano una deprecabile debolezza della politica,
è il sintomo di un'insufficienza non sanabile con l'appeal dei singoli leader o con un tweet sommerso dai like.


L'area moderata, seppure evochi più una modalità di espressione che un contenuto della politica,
essendo meno ideologica si presta maggiormente al reclutamento di nuove risorse.

Inoltre, l'appartenenza al Ppe agevola la coalizione nel suo complesso nell'accreditamento presso le cancellerie europee.

Pertanto, l'iniziativa promossa da Toti e Brugnaro si inserisce in una strategia
di rafforzamento del centrodestra con l'orizzonte alle prossime sfide politiche.

La competizione interna al centrodestra determinerà dinamiche inedite con spinte centripete,
dirette ad arare la prateria di una estesa superficie in cui le radici del centrismo sono profonde e non estirpabili.
 
“Non nego che una lacrima mi sia scesa. Anzi, ho proprio pianto per questa decisione grave.
Lo dico con orgoglio, perché i politici non sono tutti cinici e non ha senso nascondere i sentimenti”.

E’ la serata di ieri quando parla Michaela Biancofiore.

Anche lei ha deciso di aderire al progetto “Coraggio Italia”, presentato da Luigi Brugnaro e Giovanni Toti.

E ha lasciato Forza Italia, dopo un impegno politico nelle file azzurre iniziato nel 1994.

“No - corregge subito - nel 1993. Forza Italia è nata nell’autunno del 1993 e io già c’ero. Tessera numero 789.
E mai ho indietreggiato di un millimetro per tutti questi anni, sempre a fianco di Berlusconi, persino dimettendomi dal governo per lui”.
E poi che è successo?
Poi l’aria è diventata irrespirabile.
Non è più la Forza Italia di Berlusconi.
Persone che si impegnano sul territorio vengono mortificate, escluse dalle iniziative,
gli incarichi vengono tolti con il favore delle tenebre, come è capitato a me
per quanto riguarda il coordinamento regionale del Trentino Alto Adige.
Non si può rimanere in un movimento dove è tutto uno “stare contro”.
Berlusconi, sottolineo, è sempre stato inclusivo, aperto a nuovi contributi, agli affluenti;
tutto il contrario della Forza Italia di oggi.
Che soprattutto ha perduto la concezione del ruolo propulsivo nel centrodestra
ma, al contrario, si è appiattita su quelli che oramai sono i partiti maggiori della coalizione.


Una denuncia politica pesante, questa.
Espressa più volte nelle sedi opportune.
Anche durante una riunione dei gruppi parlamentari ho rilevato tutto ciò,
ed esattamente in questi termini, ad Antonio Tajani, il quale ama ripetere che Forza Italia sarebbe una famiglia.
Ma in una famiglia non si gioca ad escludere né si fanno sgambetti, vige l’amore, non l’odio.
D’altronde, a partire dal 2018 abbiamo perso una cinquantina di parlamentari, oltre a molti eletti ed aderenti sul territorio.
Un gruppo dirigente dovrebbe farsi delle domande,
invece prevale la denigrazione del prossimo, il colpevolizzare, lo scarico delle responsabilità, il ‘meno siamo e meglio stiamo’”.


Secondo lei cosa dovrebbero fare?
Tirare una linea su quanto accaduto, dimettersi tutti, consegnare le chiavi del partito in mano a Berlusconi e indire un congresso facendo prevalere il merito.


Berlusconi l’ha sentito nelle ultime ore?
Sì, ma oramai avevo elaborato il lutto e non c’erano più argomenti credibili per tornare indietro.


Fin qui, quello che lascia. Cosa trova in “Coraggio Italia”?
Ritrovo la gioia, il sorriso, il “sole in tasca”.


Espressione, questa, notoriamente berlusconiana.
Sì, e non la uso a caso.
Ho reincontrato quello spirito lì, del berlusconismo più autentico.
Al primo incontro di “Coraggio Italia” la prima persona che ho riabbracciato è stata Paolo Romani, davvero come tornare a casa.
E ho trovato, una persona, Luigi Brugnaro, che è andato a leggersi la mia storia,
a cercare quanti voti ho sul territorio ed evidentemente ha visto in tutto questo un valore aggiunto,
al contrario di quanto ultimamente accadeva in Forza Italia.
D’altronde, ‘Coraggio Italia’ non è altro che la realizzazione de “L’Altra Italia”,
quel progetto che Berlusconi aveva affidato con lungimiranza proprio a Brugnaro,
per fare qualcosa di nuovo che andasse oltre Forza Italia.
Ovviamente ci furono molte resistenze interne.


L’impressione, però, è che ci sia una sorta di diarchia Brugnaro-Toti. Questo non può creare problemi con la leadership?
No. L’atto fondativo dice che Brugnaro è il presidente. A Toti verrà sicuramente riservato un ruolo di tutto rilievo.


In Forza Italia non hanno preso benissimo la vostra iniziativa. Adesso l’area liberale del centrodestra vede diverse realtà. Voi, gli azzurri, l’Udc, Noi con l’Italia…prima o poi dovranno entrare in sinergia.
Prima o poi queste realtà dovranno federarsi, come è opportuno e doveroso che sia.
Chi avrà più forza assumerà l’iniziativa.
Ma vado addirittura oltre, e dico che un’operazione del genere va pensata per l’intera area di centrodestra.
Ho sempre creduto in quella “Squadra Italia”, la nazionale della politica,
che sia in grado di esprimere programmi e personale politico per governare al meglio il nostro Paese.
 
Gamestop sta creando un team per una piattaforma di token non fungibile (NFT) basata su Ethereum.

Martedì e stato trovato un nuovo portale sul sito web della società chiamato “nft.gamestop.com“.

Non si sa molto del portale, ma il titolo è “Cambia il gioco”.


Scorrendo il portale, si scopre una console che ricorda un GameBoy degli anni ’90 che ha tre potenti affermazioni:


Potere ai giocatori.
Potere ai creatori.
Potere ai collezionisti.



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Il rivenditore di videogiochi continua dicendo che sta dando il benvenuto a
“ingegneri eccezionali (solidità, reazione, python), designer, giocatori, operatori di marketing e leader della comunità” a unirsi al suo team NFT.


L’annuncio arriva mentre la mania NFT rischia di trasformarsi nella prossima bolla speculativa legata alla Blockchain
con opere d’arte digitalizzate vendute per milioni di dollari. Anche Ebay vuole entrare nel settore.


I dettagli sono scarsi su ciò che Gamestop vuole creare.
Tuttavia, ad aprile, la società ha rivelato che stava cercando un analista di sicurezza con un background in blockchain, criptovaluta e NFT.



Gamestop è il primo “titolo meme” che i trader di Reddit hanno messo a vapore con fondi speculativi che erano fortemente al ribasso del titolo.

Le azioni della società sono aumentate del centinaia di percento a quasi $ 500 il 28 gennaio, ma da allora sono crollate.

Nelle ultime sessioni, le azioni si sono rianimate e fino a mercoledì le azioni sono aumentate di oltre il 12%, scambiando circa $ 234.

Tutto questo ha portato ad ondate speculative su Robinhood e sulla altre app di trading, con poi freni imposti ed esclusioni dal mercato.


Il portale mostra anche un indirizzo di smart contract di Ethereum.
Quindi è probabile che gli NFT saranno basati su questa blockchain



I dati di Ortex mostrano che gli investitori che hanno ridotto le azioni “Meme” , come GME e AMC, hanno perso $ 754 milioni martedì.

È probabile che questo numero aumenti durante la sessione di cassa negli Stati Uniti di oggi.


Cosa vuole fare GameStop con questi NTF?

Visto anche il tipo di grafica Probabilmente vuole lanciare una famiglia di collezionabili basata sui giochi Retrò, come quelli del Game Boy degli anni 80.

Gli NTF sono oggetti digitali perfetti per i collezionisti, perché unici, certificabili, ma facilmente scambiabili.

Data l’attività storica di Gamestop sarebbe un’evoluzione digitale più che logica e che potrebbe avere delle evoluzioni positive sul titolo.
 
Venghino signori, venghino al circus barnum



Giù la mascherina per mangiare un boccone,
poi va di nuovo messa sul naso.

E ancora al boccone successivo, e per un sorso di vino.

Fanno discutere le nuove raccomandazioni del Cts,
il comitato tecnico-scientifico che dovrebbe facilitare il lavoro del governo
alla ricerca delle soluzioni per abbattere i contagi del Covid, sull'apertura dei ristoranti al chiuso.


A fare il punto sulle ultime osservazioni del Cts alle linee guida per le attività produttive
- tra cui il settore della ristorazione e quello dei matrimoni - è Quotidiano nazionale
che sottolinea come gli esperti di Mario Draghi non indichino infatti più un numero massimo di persone per tavolo
ma tutto va valutato in base agli spazi.

E fin qui...

A buttare tutto nel grottesco è la raccomandazione che riguarda le mascherine a tavola all'interno dei locali,
dove "i clienti dovranno indossare la mascherina a protezione delle vie respiratore, tranne nei momenti del bere e del mangiare".

Sì, nei "momenti" in cui si beve o si mangia, non quando ci si siede a tavola.


Una "trovata", quella degli "scienziati" guidati da Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità,
che oprovoca la sdegnata reazione dell'infettivologo Matteo Bassetti.

"È francamente una proposta ridicola.
A me dispiace dirlo, ma sono francamente imbarazzato da certe proposte.
Non sono per niente d'accordo con un'ipotesi simile, che non ha giustificazioni.
Da un punto di vista scientifico misure del genere non hanno nessun senso
prima di tutto perché all'interno dei ristoranti sono stati fatti installare sistemi di ricambio d'aria adeguati
e poi perché si presume che chi sta al tavolo ci stia con persone con le quali viene in contatto anche prima e dopo la cena.
È una misura solamente punitiva che non ha alcuna giustificazione, se non quella di seminare paura.
Che se fosse adottata ricoprirebbe l'Italia di ridicolo"
 
BUFFONE


Bomba sganciata da L'Espresso.

Già, perché il rapper che si erge a paladino della libertà,
si pensi alla recente polemica con la Rai,
secondo quanto scrive il settimanale si censura da solo.

E ovviamente lo fa per denaro.

L'Espresso, visionando documenti che pubblica in esclusiva,
ha infatti scoperto che "Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez,
per i suoi affari ha accettato volentieri la censura:

il gruppo Be, suoi azionisti e finanziatori in Doom

amministrata dalla mamma Annamaria Berrinzaghi
,

gli ha imposto di non rilasciare dichiarazioni inerenti al settore bancario e assicurativo

che cagionino un danno alla società
”.


E nel caso lo facesse, la pena sarebbe l'interruzione di un accordo

che nel solo 2021 dovrebbe fruttargli la bellezza di 15 milioni di ricavi.



Doom è un vero e proprio sistema:

recluta artisti e li addestra ai social,

li coinvolge in spettacoli per le banche

e poi li ingaggia con la sua nuova casa discografica.


Insomma, L'Espresso mette in evidenza come alla festa del Primo Maggio,
quando denunciò il presunto bavaglio imposto dalla Rai, Fedez

"certo non poteva criticare le politiche sindacali e fiscali di Amazon

poiché ne incarna i valori essendo suo ambasciatore per 800.000 euro.

La multinazionale di Jeff Bezos, tra l’altro,

ha già avviato la produzione del documentario The Ferragnez

che riprende la famiglia di Chiara Ferragni e di Fedez 24 ore su 24",


ricorda il settimanale.


Insomma, rapper sbugiardato.

I documenti dell'inchiesta saranno pubblicati nella copia del settimanale in edicola da domenica,

dove si punterà anche su Chiara Ferragni, sui suoi segreti e su quelli del suo socio romano..........
 
E ricominciano.............
"Varianti pericolose, minano i vaccini"


C'è grande paura che il virus possa morire ed essere soppiantato dalla vita normale.

Grande paura che la gente non voglia vaccinarsi ogni 6 mesi con quello che decidono Pfizer&C.

Immagintevi quanti miliardi in fumo.

E allora bisogna inventarsi qualcosa.

Naturalmente non si dice che il Covid si cura con medicinali normalissimi.

Meglio agitare lo spettro di un'altra pandemia.

Magari prodotta da qualche altro lab finanziato dagli stessi che fanno i vaccini.
 
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“Nelle librerie Feltrinelli può capitare”,
ovvero che il libro di Giorgia Meloni - primo in classifica -
venga posizionato a testa in giù.

Passano gli anni, aumentano i consensi e la leader di Fratelli d’Italia fa sempre più paura ad alcuni,
per i quali ogni occasione è buona per evocare il “fascismo”.

A fotografare il libro “Io sono Giorgia” ribaltato è stato Simon Levis Sullam,
ricercatore in storia contemporanea presso il dipartimento di studi umanistici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.


“Il collega, storico esperto di antifascismo, rosica perché Giorgia Meloni è prima in classifica
e per di più nel ‘tempio sacro’ Feltrinelli.
Per far fronte allo ‘scandalo’ propone di appendere l’autrice a testa in giù. Bell’esempio per i ragazzi”.

La reazione della leader di Fratelli d’Italia non si è fatta attendere:

“Ma vi sembra normale che un docente universitario scherzi sui miei libri ribaltati
per simulare il fatto che io venga appesa?
Ecco a voi l’esempio di una delle tante ‘menti’ che insegnano ai giovani il rispetto,
la tolleranza, la libertà di pensiero e il confronto civile.
Menomale che i cattivi seminatori di odio siamo noi di destra”.


Chissà se a sinistra qualcuno si indignerà per quanto accaduto,
tra l’altro sulla falsariga dell’episodio di qualche mese fa, riconducibile a un altro professore universitario.

In quel caso era stato Giovanni Gozzini a insultare pesantemente la Meloni,
con affermazioni sessiste che gli sono valse una sospensione di tre mesi da parte dell’Università di Siena.
 
Dagospia lancia una altra bomba sulla Juventus.

"Continua la de-Agnellizzazione della Vecchia Signora:
dopo Andrea Pirlo e il direttore sportivo Fabio Paratici,
John Elkann fa fuori anche il vicepresidente Pavel Nedved.
E riporta a casa Max Allegri.
Il capo della comunicazione Claudio Albanese sarà sostituito
da una struttura esterna fino almeno a dicembre"

fa sapere il sito di Roberto D'Agostino.


Arriverà anche un nuovo capo del personale
(la delega per ora ce l'ha ancora Andrea Agnelli dopo che la responsabile ha dato le dimissioni due mesi fa)
inoltre sarà rinnovato tutto lo staff legale, a partire dal Chief legal officer, Cesare Gabasio.

La squadra di avvocati a servizio della Juventus è infatti nel mirino per le decisioni degli ultimi anni.

Senza dimenticare che l’avvocato Maria Turco è indagata a Perugia
per l’esame farsa di Luis Suarez come “concorrente morale e istigatrice”


In tutto questo bailamme Andrea Agnelli, scrive sempre Dagospia,
vorrebbe restare presidente almeno fino a dicembre ma dipenderà dalle decisioni di John Elkann.


Per la poltrona di amministratore delegato, niente ritorno di Francesco Calvo,
"a cui Andrea Agnelli ha sfilato la moglie, la turca Deniz Akalin", scrive il sito.

No anche all’Ad del Sassuolo, Giovanni Carnevali, considerato troppo vicino a Beppe Marotta
(che usava il suo ufficio milanese per fare riunioni).

In ballo resta Maurizio Arrivabene, ex Dt della Ferrari e membro del consiglio di amministrazione della Juventus.

Non è da escludere un nome a sorpresa.

Intanto si scopre che Alessandro Nasi, il possibile sostituto
che John Elkann vorrebbe mettere al posto di Andrea Agnelli, come presidente della Juventus,
è da sempre tifosissimo del Torino,
"tanto che in passato è stato avvistato a tifare granata direttamente in curva tra gli ultrà", svela sempre Dagospia.
 
Deniz Akalin è la compagna di Andrea Agnelli, vive a Torino ed è una ex modella di origini turche.

Gran parte della sua biografia non è nota, ed è apparsa sempre
come presenza discreta al fianco del numero uno del club bianconero.

La sua storia d’amore con il figlio di Umberto Agnelli e Allegra Caracciolo ha catturato l’attenzione delle cronache rosa.

In passato Deniz Akalin è stata sposata con Francesco Calvo, ex responsabile dell’area marketing
in seno alla Juventus poi passato al Barcellona dopo la separazione dall’ex modella turca.

Dall’allora marito, Deniz Akalin ha avuto una figlia di nome Mila.


Andrea Agnelli, secondo le cronache rosa,
sarebbe stato addirittura il miglior amico dell’ex consorte della modella
e la nascita del loro amore è finita sulle riviste di settore.


Stando alle notizie rimbalzate tra le pagine dei giornali,
nel 2015 Agnelli si sarebbe lasciato alle spalle il matrimonio con Emma Winter
(da cui ha avuto i due figli Baya e Giacomo)
per avviare una convivenza con la nuova compagna, dalla quale ha poi avuto le figlie Livia Selin e Vera Lin.
 
All’interno del governo Draghi ci sono ministri che si stanno sforzando di fare del proprio meglio per l’Italia.

Poi ci sono anche casi in cui si fa il meglio per i migranti irregolari
e per le cooperative che li mantengono e incentivano indirettamente il loro arrivo.


Ad esempio leggiamo le ultime disposizioni del ministro Lamorgese sui fondi destinati alle Coop di assistenza per i migranti.


Nel suo decreto ministeriale di febbraio a cui ovviamente si sono adeguate le varie prefetture
è stato deciso di raddoppiare - rispetto a quel che era fino al 2020 compreso -
il kit di primo ingresso per singolo migrante, che passa appunto da 150 a 300 euro di costo
.

A fianco di questo aumento secco ed una tantum, sono state riviste diverse voci di rimborso,
a partire dal personale per muoversi alle banali stoviglie , ora “Ecologiche e biodegradabili ”
e che vengono quindi pagate 0,6 euro in più al giorno, 18 euro al mese..

Alla fine il costo dell’accoglienza da quest’anno è tornato a lievitare
tornando ai livelli degli scandali, quelli che hanno fatto partire l’inchiesta Riace
o che hanno portato problemi grossi a Buzzi, quando i migranti rendeva di più del traffico di droga.


Poi venne il brevissimo tempo del governo giallo-verde e questi costi scandalosi vennero drammaticamente ridotti.

Ora il ministro Lamorgese ha rivisto al rialzo quei plafond e non di poco.

Prendiamo il modello più piccolo: un centro da 50 posti.
All’anno costava fin qui 389.637 euro,
con gli aumenti stabiliti dalla Lamorgese ora costa 524.505 euro,
vale a dire il 35% in più di prima.

Un centro da 100 posti costava 921.625 euro,

ed ora si pagherà ogni anno 1.210.340 euro, con un incremento del 31,32%.


Aumentando i posti si dovrebbero ottimizzare i costi giornalieri pro capite

e così in effetti avviene per i centri con 300 occupanti
il cui costo annuale a pieno regime passa da 2,7 a 3,1 milioni di euro con una crescita più calmierata: il 13,78%.

Ma crescendo ancora avviene l’esatto contrario:
con 600 posti fino all’anno scorso (prezzi erano quelli dell’ultimo decreto Salvini)
il costo annuale era di 3,8 milioni di euro.
Ora sale a 5,54 milioni di euro, con un incremento del 44,13%.

Lievitazione di costi simile per i centri di accoglienza di 900 posti,
che ai contribuenti oggi con la scelta della Lamorgese, verranno a costare 8,1 milioni di euro l’anno

rispetto ai 5,6 milioni che costavano prima: incremento del 44,08%.


In questo modo la Lamorgese verrà a fornire delle remunerazioni ben più ricche alle Cooperative,
che, sicuramente, non appoggiano la posizione dell Lega o di Forza Italia, e magari neanche del M5s (se ancora esiste).

Del resto proprio il M5s dovrebbe infuriarsi con il ministro degli interni,
visto che è l’inversione a 180 gradi di una delle politiche di moralizzazione precedenti, forse la più riuscita.


Nello stesso tempo, visto il boom degli sbarchi, saranno gli Italiani a pagare un caro prezzo per la generosa Ministro.

Generosa ........certo, ma non con gli Italiani.
 

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