E arriviamo a noi .......
Titolo: MF CONTRARIAN: Il Fondo Strategico non potra' essere anche salva-banche
Ora: 04/01/2013 08:02
Testo:
MILANO (MF-DJ)--Nel recente passato il Fondo Strategico Italiano,
istituito dalla Cassa Depositi e Prestiti e guidato dall'ex banker di
Merrill Lynch, Maurizio Tamagnini, e' stato piu' volte indicato dagli
osservatori come uno dei veicoli attraverso cui lo Stato potrebbe, in caso
di necessita', entrare nel capitale delle banche italiane per sostenerne
eventuali operazioni di ricapitalizzazione o per scongiurare eventuali
scalate da parte di operatori esteri.
Scenari, questi ultimi, non cosi' remoti se si osserva il panorama degli
istituti italiani quotati. Il via libera della Commissione europea alla
sottoscrizione da parte del ministero del Tesoro di strumenti finanziari
ibridi (i cosiddetti Monti bond al tasso del 9%) emessi dal Monte dei
Paschi fino a un massimo di 4,5 mld, consentira' alla banca senese di
raggiungere i requisiti patrimoniali richiesti dall'Eba (Core Tier 1 al
9%), ma non ha sgombrato del tutto i timori di una futura
nazionalizzazione del gruppo presieduto da Alessandro Profumo. Non per
niente la Bce, nel suo parere legale, seppur non vincolante, inviato al
Tesoro lo scorso 17 dicembre, aveva fatto sapere che l'opzione di pagare
gli interessi su questi titoli obbligazionari ibridi "mediante nuove
azioni di B.Mps andrebbe preferita rispetto a un'ulteriore emissione" di
Monti bond. Il rischio che nel medio termine B.Mps sia chiamata a una
nuova immissione di mezzi freschi non e' dunque cosi' peregrina, tanto che
piu' di un osservatore ha indicato nel Fondo il veicolo di investimento
che potrebbe evitare al Tesoro di entrare direttamente nel capitale della
banca. A differenza della Cdp, il cui statuto non prevede esplicitamente
l'investimentonel settore bancario, Fsi ha infatti tra i suoi campi di
intervento anche quello finanziario e assicurativo. E anche il vincolo a
non investire in aziende distressed, previsto dall'articolo 4.2 dello
statuto del Fondo, e' di fatto superato dal successivo articolo 4.3, che
consente tali investimenti a condizione che "le acquisizioni siano
giustificate da particolari situazioni, di natura tendenzialmente
transitoria". Statuto alla mano, un ingresso a tempo da parte di Fsi nel
capitale di una banca in fase di ristrutturazione sarebbe dunque
consentito. Cosi' come non ci sarebbero particolari vincoli nel caso in
cui il fondo fosse impiegato per difendere una banca italiana di fronte a
una scalata ostile proveniente da un operatore estero (come potrebbe
accadere, almeno sulla carta, a un istituto con un azionariato frammentato
come Unicredit). Tuttavia il recente accordo che portera' la Banca
d'Italia nell'azionariato di Fsi, attraverso il conferimento del 4,6%
delle Generali, ha limitato notevolmente il campo di azione del Fondo nel
settore bancario e finanziario. Per tutto il tempo in cui Bankitalia
rimarra' azionista del fondo, Fsi si e' impegnato a non acquisire
partecipazioni in imprese soggette alla vigilanza di Via Nazionale "per un
valore complessivo superiore ai 500 mln di euro o al 10% dell'attivo
patrimoniale" del fondo, "ovvero in misura superiore al 5% del capitale
del soggetto vigilato". I patti prevedono pero' una via d'uscita. Nel caso
Fsi fosse chiamato a un ingente investimento nel settore bancario, dovra'
consentire "la sollecita uscita della Banca d'Italia" dal suo capitale.
MF - Mercati Finanziari
red
(fine)
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