NON ESISTE COSA PIU' AFFASCINANTE DI UNA DONNA CHE SI FA BELLA PER PIACERE A SE STESSA.

L'idea di fondo è semplice. Sconfiggere il fenomeno dei frontalieri in Ticino varando una misura di legge che imponga ai datori di lavoro di dare la precedenza ai connazionali, nelle assunzioni, rispetto agli stranieri.

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Questa la proposta alla base dell'iniziativa dei partiti svizzeri Lega dei Ticinesi e Udc.
Il prossimo 25 settembre in Ticino si terrà un referendum costituzionale per decidere se bocciare o promuovere "la salvaguardia dell'identità ticinese, contro l'immigrazione di massa e il dumping salariale".

La polemica contro i 62mila frontalieri (i lavoratori italiani che ogni giorno sconfinano in Svizzera per lavorare, ndr)
che ogni giorno passano il confine arrivando soprattutto dalle province di Como e di Varese ha ormai assunto i toni di una crociata:
basti pensare che lo slogan del comitato per il sì alla legge, ripreso anche dal nome del sito internet, è "prima i nostri".

Già nel 2014 un altro referendum aveva sancito l'approvazione di contingenti per limitare il numero dei lavoratori stranieri:
"Promuoviamo un’iniziativa costituzionale che ponga rimedio all’attuale mancanza di protezione per i salariati ticinesi — spiegano i promotori —
Non è una battaglia partitica ma una lotta trasversale per sostenere la nostra identità e i nostri diritti; che vuole proteggerci dal dumping salariale in atto grazie al continuo aumento dei frontalieri".
 
PESCARA Le luci nelle varie stanze di casa si accedevano e spegnevano, pur essendo vuota, perché la famiglia era fuori. Segno chiarissimo, quindi, che c'erano dei ladri.
È stato così che il proprietario di un appartamento di via Bardet ha scoperto, mentre rincasava, di aver ricevuto una sgradita visita per cui si è rivolto subito alla polizia,
facendo intervenire la Volante che ha arrestato uno dei due balordi. Il giovane, però, ieri mattina è stato subito rimesso in libertà.

Raggiungendo il palazzo gli uomini della squadra Volante hanno trovato uno dei due ladri all'interno dell'androne. Stava per uscire e per allontanarsi con una parte del bottino quando è stato bloccato dal padrone di casa e, poco dopo, controllato dalla polizia e arrestato. Aveva in tasca 188 Leu (banconote romene) e una catenina di oro giallo, recuperati e riconsegnati alla vittima.
L'altro ladro è stato visto fuggire dal balcone dell'appartamento e poi allontanarsi verso via d'Avalos.

E' stato arrestato per furto aggravato, ma ieri mattina è stato rimesso in libertà dal giudice e sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. (f.bu.)
 
At least four women 'are sexually assaulted by immigrant men during a rampage at a party in Germany' in a chilling echo of the New Year's Eve attacks
  • Police said the people who filed complaints could be 'the tip of the iceberg'
  • More officers sent to the Essen Original city party in response to attacks
  • Women said men approached in groups then harassed and groped them
 
A volte perdiamo la memoria. E' bene rinfrescarla.

05/09/2016 - In mezzo secolo di accise sui carburanti pagate dagli italiani per finanziare la ricostruzione post terremoti,
lo stato ha speso solo la metà di quella cifra: ovvero 70,4 mld di euro contro i 145 raccolti.

I conti li ha fatti la Cgia di Mestre ricordando che sono cinque gli incrementi delle accise sui carburanti introdotti in questi ultimi 48 anni
per recuperare le risorse da destinare alla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto.
Nel conto ci sono tutti: Valle del Belice, Friuli, Irpinia, Marche-Umbria, Molise-Puglia, Abruzzo ed Emilia Romagna.

Dal 1970 (primo anno in cui sono disponibili i dati sui consumi dei carburanti) al 2015 gli italiani hanno versato nelle casse dello Stato 145 miliardi di euro nominali ,
contro i 70,4 mld di euro
nominali necessari per ricostruire tutte e sette le aree fortemente danneggiate dal terremoto.
In pratica, in quasi in quasi 50 anni, gli italiani hanno versato più del doppio rispetto alle spese sostenute.

“Ogni qual volta ci rechiamo presso un’area di servizio a fare il pieno alla nostra autovettura – sottolinea il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo –
11 centesimi di euro al litro ci vengono prelevati per finanziare la ricostruzione delle zone che sono state devastate negli ultimi decenni da questi eventi sismici”.

Con questa destinazione d’uso gli italiani continuano a versare all’erario circa 4 miliardi di euro all’anno.
Se, come dicono gli esperti, questi fenomeni distruttivi avvengono mediamente ogni 5 anni,
sarebbe opportuno che queste risorse siano impiegate in particolare modo per realizzare gli interventi di prevenzione nelle zone a più alto rischio sismico e non per altre finalità.

Gli Artigiani ricordano che con la Finanziaria 2013 il Governo Monti ha reso permanenti le accise introdotte per recuperare le risorse da destinare alla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto.
Per il terremoto delle Marche e dell’Umbria (1997) e per quello del Molise e della Puglia (2002) non è stata introdotta alcuna accisa.
 
Iva sulle accise in bolletta: non va pagata
Addio Iva sulle accise in bolletta: un “vizio” – questo – che troppo a lungo ha gravato sulle tasche sui contribuenti più del dovuto e, quel che più conta, al di là di ciò che è lecitamente consentito.

È di meno di un anno fa la pronuncia con la quale la Cassazione ha dato ragione a un consumatore veneziano che ha presentato ricorso contro la quota Iva sui consumi di acqua e gas, calcolata anche sulle accise. Una sentenza storica, nella quale il giudice di pace del capoluogo veneto ha accolto le rimostranze del’uomo, che ha presentato come “corpo del reato” otto bollette relative al gas e dodici per la luce elettrica. In base a queste, la Corte ha intimato a Enel l’obbligo di un risarcimento pari a 103,78 euro, a cui dovranno aggiungersi interessi e spese.

Iva sulle accise in bolletta: perché è illegittima?

Il giudice richiama il principio, secondo il quale, salvo deroga esplicita, un’imposta non costituisce mai base imponibile per un’altra [1], espresso in occasione di un’altra vicenda che aveva visto i consumatori sul piede di guerra: quella sul rimborso dell’Iva indebitamente pagata dai cittadini sulla Tassa dei rifiuti (Tia). E anche in quell’occasione, la battaglia è stata vinta, dal momento che la nuova Tari non prevede più il pagamento dell’imposta sul valore aggiunto.

Nel caso oggetto d’esame, toccherà allo Stato, trattandosi di una tassa che finisce nelle casse dell’erario, restituire il denaro alla società, in seguito alla nota di variazione annuale sull’Iva. Da parte della società, non era arrivato nessun accenno di opposizione, ragione sufficiente a traghettare il decreto ingiuntivo in giudicato, saltando a piedi pari gli ulteriori gradi di giudizio.

Iva sulle accise in bolletta: che cosa potrebbe succedere?
Resta, ora, da capire quanto questa pronuncia potrà fare scuola: se, davvero, tutti i contribuenti seguissero la strada del coraggioso consumatore veneziano, allora per le casse dello Stato si aprirebbe improvvisamente una voragine di difficile chiusura, almeno in tempi brevi, visto lo stato delle casse pubbliche. Si pensi che, secondo i primi conteggi, a fronte di 21 milioni di utenze attivate, lo Stato potrebbe, dall’oggi al domani, dover risarcire oltre due miliardi di euro.

È doveroso ricordare, tuttavia, che i consumatori che intendono chiedere il rimborso, devono attivarsi per tempo: il relativo diritto, infatti, si prescrive in 5 anni dal giorno in cui lo si può far valere.
 

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