NON HO TEMPO DI ODIARE CHI MI ODIA... (2 lettori)

Val

Torniamo alla LIRA
Sono bambino.

Troppo grande per la mia età, capriccioso, irriverente, uomo e creatura angelica con l'istinto demone di una femmina
che affila stilografiche e parole (in punta di cuore) per non tirar fuori unghie ed artigli (ma questi ultimi farebbero davvero più male ?)
mentalmente fertile e pensante, spigoloso, scomodo, anticonformista, provocatore per diletto, intimista ed inquieto, solare ed intrattabile,
comunicativo e riservato, geloso ed infedele, sono l'incarnazione del peccato e la devozione all'amore sacro, per come mentalmente è sempre stato concepito.

Non amo quello che scrivo... nel momento in cui lancio il tasto "invio", vorrei tornare indietro, spostare virgole, modificare interi periodi...

Mi interessa il confronto, non il consenso fine a sè stesso.

Il rumore del vento, una porta che sbatte, lo sciabordìo delle onde, il verso di un gabbiano, la pioggia sui vetri, un aereo che decolla,
le note di un pianoforte sullo sfondo, una stanza buia e profumo d'incenso.

Me bambino, dissonante con la mia età.

E con qualsiasi altra età mi sarebbe stato fatto dono vivere.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Fatico a capire quale sia la logica, ma ora dubito pure che esista una logica,
nel far intervenire un elicottero per un semplice incidente stradale, a circa 2 chilometri dall'ospedale.
Poveri noi, come siamo messi male.
Ambulanze, pompieri, carabinieri, poliziotti.......elicottero.

Incredibile carambola questo pomeriggio in località Porto, a Malgrate.
Una Yaris di colore rosso, proveniente da Pescate,
dopo aver affrontato la "rotondina" posta all'intersezione con ponte Azzone Visconti,
proseguendo lungo via Roma in direzione ponte Kennedy,
parrebbe aver tagliato la corsia opposta,
abbattendo un paletto per poi centrare due vetture in sosta
e arrestare la propria corsa "senza freni" abbattendo con il muso la vetrina del negozio ad insegna "China Market".

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Val

Torniamo alla LIRA
Ma è chiaro e normale ormai, che quando accadono questi fatti
messi in opera da extra-comunitari e magari pure islamici, si faccia finta di niente.


Certe notizie fanno fatica a farsi spazio nei media:
prima vengono ignorate,
poi sottovalutate e ridotte quasi a semplici smargiassate,
poi prendono una qualche consistenza ma con tanti, troppo, distinguo.

Solo dopo molti giorni assumono la loro reale dimensione,
ma ormai non sono più “fresche” e vengono relegate nelle pagine interne di cronaca.

Quel che è successo la notte di Capodanno a Milano,
con almeno cinque casi di donne circondate e aggredite,
minacciate e molestate, da branchi di energumeni, segue questo copione.

Che fu lo stesso che fu messo in scena sui media tedeschi sei anni fa
dopo un’altra drammatica e simile notte di Capodanno a Colonia.


Perché ciò sia potuto e possa accadere è presto detto:

la notizia, i suoi dettagli, sembra fatta apposta per smentire più di uno dei miti progressisti che i media,
anche quelli che fingono di essere “imparziali” (e forse, chissà?, lo credono veramente),
hanno fatto acriticamente propri.
Proviamo ad elencarli, almeno i principali.


1. Il luogo. Milano, la capitale “morale” dell’Italia.
Non un’oscura periferia, ma il centro pulsante e ideale della città: Piazza Duomo.
Una smart city ove tutti sono felici e “sostenibili”.

2. Il primo cittadino. Milano è guidata da un sindaco, Beppe Sala,
che non si accontenta di essere quel bravo city manager che probabilmente è
(le cui qualità sono riconosciute anche dagli avversari e che comunque è stato votato dalla maggioranza dei suoi cittadini);
ma vuole anche essere il paladino della Milano figa e ipocrita dei salotti e della “sinistra al caviale”.

Di qui non solo la retorica dell’innovazione e della modernità, industriale o post-industriale poco cambia,
ma anche quella dell’ inclusività, del no gender gap, dell’ambientalismo ideologico à la Greta, e chi più ne ha più ne metta.

Scoprire che, dopo tanta retorica sui diritti e le quote di genere,
una donna a Milano può anche essere umiliata in questo modo,
e semplicemente non essere sicura quando esce,
mette a nudo tutta l’ipocrisia di un certo modo di fare e di pensare.

3. Gli autori del gesto. Le testimonianze parlano chiaro:
gli assalitori parlavano arabo, quindi molto probabilmente erano di religione islamica come quelli di Colonia.

Ovviamente, ciò non giustifica nessun automatismo mentale, ma segnala, da una parte,
un cortocircuito nella retorica progressista del sindaco e della Milano benpensante e correttista che lo sponsorizza,
e dall’altro, richiama i problemi dell’integrazione che non sono affatto scontati
e che sono sicuramente ostacolati dall’ideologia dell’inclusività acritica e dell’apertura delle frontiere a prescindere.

Il cortocircuito consiste nel fatto che non puoi predicare e praticare il multiculturalismo,
mettere sullo stesso piano tutte le culture,
e poi lagnarti se le donne vengono considerate poco più che degli oggetti.

Quanto invece all’apertura delle frontiere, non puoi stendere tappeti rossi a Carola Rackete
quando viene a propagandare il suo verbo nella tua città,
ed avallare quindi il suo agire illegale
e la sua idea di far entrare chiunque senza permesso, quindi senza controllo,
e poi pretendere che tutti i nuovi entrati siano integerrimi seguaci di un modo di vivere, il tuo, che fra l’altro non hanno mai conosciuto.


4. Le forze dell’ordine. Come meravigliarsi che esse
non controllino,
non intervengano,
non prevengano
né reprimano più come dovrebbero,
se ogni azione da loro intrapresa viene considerata “fascista” “e discriminatoria”?

E se un magistrato è sempre pronto ad intervenire e ad etichettare come “abuso di potere” ogni azione mirante a preservare la nostra sicurezza?


Le uniche e tardive parole che Sala ha saputo dire è che certi atti non sono degni di Milano.

In verità, non sono degni di nessuna città del mondo civile.


Assumersene qualche responsabilità, sarebbe il minimo sindacale.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Se operi dal conto corrente di Unicredit e fai bonifici verso piattaforme che si occupano di trading
e ,soprattutto di criptovalute, rischi la chiusura del conto?

La risposta ufficiale ce la darà la banca.

Nel frattempo raccontiamo da dove nasce la domanda che ci siamo fatti e con la quale abbiamo aperto questo articolo.


Una tempesta di Tweet si è abbattuta su Unicredit,
dopo, che dall’account della Banca era stata comunicata,
in risposta ad una richiesta di chiarimenti,
una posizione molto forte e molto distante dal Mondo Bitcoin e co.

La contestazione seguente, parte da pochi cinguettatori
ma poi si allarga a macchia d’olio fino a generare tantissime proteste e richieste di chiusure di conto corrente.

Il popolo della rete contesta l’eventuale decisione di bloccare i conti,
o i pagamenti dai conti, indirizzati verso le piattaforme dedicate alle criptovalute.

Eppure, a cercare sul sito di Unicredit l’unico approfondimento che siamo riusciti a trovare è quello che vi facciamo vedere…


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e dal cui testo non si evince in alcun modo che ci possano essere azioni forti,
tanto forti da arrivare alla chiusura dei conti correnti.

Del resto le tre righe relative alla posizione dell’Istituto parlano chiaro:

“UniCredit attualmente non effettua alcuna attività di investimento in criptovalute (valute virtuali) né per conto dei propri clienti, né per conto proprio”.

Almeno da questa dichiarazione non si evince da nessuna parte
che il cliente per conto proprio non possa utilizzare il denaro come meglio crede.

Eppure Tweet dopo tweet gli attacchi nei confronti della banca guidata da Orcel si rincara la dose,
così nella confusione si finisce per confondere tutto.


Una querelle virtuale? Neanche a parlarne.

Ma è difficile comprendere cosa sia successo davvero.

Che sia stato un autogol da parte di Unicredit non si può negarlo.

Si poteva essere più chiari.

Ma fa ancor più rumore il silenzio successivo
visto che fino ad ora non c’è stata nessuna presa di posizione ufficiale da parte della banca in merito a quanto accaduto.


Allora chiudiamo con la domanda con cui abbiamo aperto questo articolo:

Se operi dal conto corrente di Unicredit e fai bonifici verso piattaforme che si occupano di trading
e ,soprattutto di criptovalute, rischi la chiusura del conto?


La risposta sembrerebbe NO.
Ma spettiamo che sia la banca a dirlo.
 

Val

Torniamo alla LIRA
A calci nel sederino l'hanno mandato via ........


Agostino Miozzo, poco rimpianto capo del Cts ai tempi dell’era Conte, in Corea del Nord ci ha vissuto davvero.

Un Paese dove c’è una “dittatura vera”, ricorda.

E da cui deve aver imparato i fondamenti del regime.

Già, perché oggi, nella sua intervista rilasciata al Corriere,
è arrivato a proporre per l’Italia un modello Kim Jong-un.

In sintesi:

basta democrazia in nome dell’emergenza pandemica,

arresto per i dissidenti no vax

e multe da capogiro a chi non si piega alla puntura obbligatoria.



Il brutto è che non stiamo esagerando noi.

Ha detto proprio così.

Sentite qui.

Il giornalista chiede:
la convince la multa da 100 euro per gli over 50 che violano l’obbligo vaccinale?

Risposta:
“Lo chiede a me? Io metterei l’obbligo assoluto totale.
Nell’emergenza in cui siamo non ci è permesso essere democratici.
Tutti abbiamo parlato di guerra. E in guerra decide il comandante. E si prende le responsabilità”.

Avete capito?

Ripetiamo:

nel mezzo dell’emergenza Covid “non ci è permesso essere democratici”.


Affermazione che, per proprietà transitiva,
si traduce nel decisionismo assoluto di “un comandante” unico, cioè una sorta di dittatore,
che il professor Umberto Galimberti ha già identificato nel salvifico Mario Draghi.

Visto che sogna di traslocare al Quirinale, un tempo residenza dei Pontefici,
potremmo eleggere SuperMario direttamente successore di Pietro col Triregno,
l’infallibilità papale e il governo monarchico su tutta Italia.


Cosa ne dite?


Ma torniamo a Miozzo.

Seconda domanda del giornalista:
Quale sanzione prevederebbe per chi non si vaccina?

Risposta: “Anche l’arresto“.

Ripetiamo:

l’arresto.


Come nelle Filippine del dittatore (aridaje) Duterte:
lì se i non vaccinati escono di casa, la polizia li prende, li ammanetta e li butta in galera.

Non sappiamo se Miozzo oltre che in Corea del Nord abbia abitato e lavorato anche nelle Filippine,
ma deve averne comunque appreso i metodi.

In fondo basta ripetere il ritornello

“i non vaccinati fanno correre pericoli agli altri” per giustificare tutto,
pure derive liberticide, propositi dittatoriali, fine della democrazia e arresti indiscriminati.



Ora ci rivolgiamo agli ultras delle chiusure anti no vax e no pass.

Fate una pausa e riflettete: non vi pare di esagerare un tantino?
 

Val

Torniamo alla LIRA
Come uomini di scienza abbiamo chiesto ai giovani di vaccinarsi
e di buon grado ed in buona misura, lo hanno fatto per poter riprendere a vivere e, forse, anche ad imparare.

Come psicologi e psicoterapeuti abbiamo constatato quanti gravi siano i danni psicologici e i vuoti culturali
che la pandemia sta procurando e lasciando aperti soprattutto tra i ragazzi.

Come statisti abbiamo, purtroppo, dovuto rilevare che al contrario di molte altre nazioni limitrofe alla nostra,
solo l’Italia ha raggiunto un numero impressionante di ore in Didattica a Distanza,
rimanendo sbalorditi e attoniti davanti all’incapacità di ulteriori scelte politiche.



Ma soprattutto come uomini di scuola abbiamo passato questi primi mesi dell’anno scolastico
a raccontarci tra colleghi come la Dad abbia abbassato drammaticamente la soglia di apprendimento e di conoscenza tra gli studenti.


Chi insegna nel primo ciclo rileva una forte e diffusa incapacità di serena relazione fra pari
e chi accompagna gli allievi all’Università si domanda - sgomento - quale potrà essere il destino di questi giovani prossimi al diploma.


Ed ora cosa facciamo come Presidi?

Prendiamo carta e penna e scriviamo al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Istruzione di procrastinare il rientro a scuola.


Questa posizione e scelta, sono sincero, provoca in me un senso di profondo imbarazzo,
che mi porta a dissociarmi pubblicamente da tale azione.


Se è certo che la scuola non rimarrà aperta senza controlli
e che in caso di problematicità di contagio si procederà con la Dad,
quel che è drammaticamente sotto gli occhi di tutti
è che la scuola chiuderà per sempre
se chi ha scelto di spendere professionalmente la propria vita per l’insegnamento
continuerà a barattare sul futuro delle nuove generazioni, non osando e non insegnando a “respirare profondamente”.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Lo so. A qualcuno farò un dispiacere. A qualcuno non farà piacere.
Ma bisogna rendere nota LA VERITA' - Dati Ufficiali. ISS.



È così con l’ultimo aggiornamento nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità relativo al monitoraggio dei dati Covid del 5 gennaio 2022
finisce ogni possibile giustificazione dei provvedimenti liberticidi del governo Draghi che in questi mesi hanno distrutto il nostro stato di diritto.


Secondo quanto riportato nell’ultimo bollettino appena pubblicato,

la percentuale degli italiani contagiati pur essendo vaccinati

è sostanzialmente la stessa del totale della popolazione italiana vaccinata.


In sostanza il vaccino non ha alcuna incidenza sulla diffusione delle attuali varianti del Covid-19

e non ne limita in alcun modo né la diffusione né la carica virale.



Ciò significa che il fondamento sostanziale delle limitazioni alle libertà individuali introdotte con il Green pass (super o semplice)
ed ora con l’obbligo vaccinale (un vero e proprio trattamento sanitario obbligatorio) viene meno.

Questi provvedimenti diventano illegittimi e incostituzionali

anche volendo accettare che in situazioni di emergenza

l’esecutivo possa restringere con le modalità attuali le libertà dei cittadini.



Ed infatti tali provvedimenti, alla luce della nuova variante Omicron, non sortiscono alcun effetto ai fini della limitazione della diffusione della pandemia.


I dati che andiamo ad esporvi, ovviamente, non li troverete su giornali e Tv
ma sono assolutamente ufficiali e ormai ben noti al Cts,
al ministero della Salute e al presidente Draghi che dovranno presto o tardi
rispondere dell’illegalità delle iniziative prese in questi mesi.


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Prima di procedere con il report dell’ISS vogliamo ancora una volta citare le parole del Prof. Ainis,
uno dei più illustri costituzionalisti italiani:

Ove risultasse che i contagiati sono in larga parte vaccinati,

già questo indebolirebbe dal punto di vista di legittimità costituzionale la decisione di un lockdown mirato”.



Ma veniamo ai numeri.

Negli ultimi 30 giorni, sono stati notificati 1.108.367 nuovi contagi

di cui 251.412 non vaccinati (il 22,7%)

e 856.955 vaccinati (il 77,3%
)

e questo trend è destinato ad accentuarsi ulteriormente
come dimostrano i dati provenienti da Germania e Gran Bretagna.

Per il resto, rimangono pressoché invariate le tendenze delle scorse settimane c
he vedono una prevalenza di vaccinati fra gli ospedalizzati
dove su 16.751 pazienti totali
8.473 (il 50,6%) sono vaccinati
e 8.278 (il 49,4%) sono non vaccinati.

Stessa storia, ma più accentuata, per i decessi
dove su 2.748 esiti fatali,
1.578 (pari al 57,3%) sono vaccinati
e 1.170 (pari al 42,7%) non sono vaccinati.


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A giustificare l’obbligo vaccinale e il super Green pass non sono sufficienti nemmeno i dati
(anomali dal momento che solo in Italia si rileva una così alta incidenza fra i non vaccinati)
che comunque confermano l’efficacia del vaccino nel prevenire le terapie intensive:
su 1847 pazienti,
645 (il 34,5%) è vaccinato
mentre 1.202 (il 65,5,8%).

Infatti come indicato sul Portale covid dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali
le terapie intensive (guarda immagine di corredo) sono tutt’altro che in affanno
e sono perfettamente in grado di offrire un posto letto a tutti i cittadini che ne abbiano bisogno
senza pregiudizio per la salute di nessuno.


In questo quadro l’obbligo vaccinale e la sua variante vigliacca, il super green pass,
finiscono per configurarsi come un trattamento sanitario obbligatorio collettivo
non coperto dall’articolo 32 della Costituzione.

Ci sentiamo di concludere con le parole del prof. Crisanti
che ricorda come con l’obbligo vaccinale ci sia un problema di carattere giuridico
dal momento che questo non mira a limitare la trasmissione.



Quindi siamo dinanzi ad “un obbligo terapeutico, che è una novità assoluta nella sanità pubblica.”
 

Val

Torniamo alla LIRA
Pochi ne sono a conoscenza, ma le cosiddette “Fonti aperte”,

cioè le informazioni disponibili al pubblico e utilizzabili dall’Agenzia delle Entrate

comprendono anche tutti i post nei social media, compresi Facebook e Instagram.



Come si poteva evincere da una discussione che si è sviluppata negli scorsi mesi
i vostri post di Facebook e Instagram possono essere utilizzati senza nessun limite specifico da parte dell’agenzia delle entrate per:

  • Determinare lo svolgimento di una attività commerciale,
  • ad esempio analizzando eventuali inserzioni promozionali, anche nei social media;

  • Come ausilio nella selezione e nella ricostruzione sintetica della capacità del contributiva del soggetto fiscale;

  • Per determinare il contesto socio-economico del contribuente.
Per spiegare in modo più semplice i vari post di Facebook, Instagram, Twitter, eccetera, visibili alla totalità delle persone,
possono essere utilizzati dal fisco per decidere se voi state svolgendo un’attività economica,
quali siano le vostre disponibilità finanziarie per pagare eventuali accertamenti e per valutare, ai fini fiscali, il vostro stile di vita.


Quindi postare

la cena nel ristorante stellato,

la gita in motoscafo di lusso sul lago di Como,

vantare le vacanze nella villa di George Clooney

potrebbe portarvi molto male fiscalmente,

perché questi elementi possono essere utilizzati dall’agenzia delle entrate

per determinare in modo sintetico il vostro reddito

ed eventualmente emettere un avviso di accertamento.


Quindi può essere consigliabile selezionare il livello di privacy dei vostri social media, o usato in modo modesto.

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Il re longobardo Ariperto II riceveva gli ambasciatori stranieri vestito di stracci,
in modo che questi non esistessero troppo nel richiedere aiuti finanziari.


Una saggezza che, forse, sarebbe da recuperare ai nostri giorni nei confronti di un fisco invadente e assoluto.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Non potrebbe essere altrimenti......visto cosa ci costringono a fare.


Secondo un nuovo studio pubblicato giovedì su The Lancet,

il numero di adulti di età superiore ai 40 anni affetti da demenza

dovrebbe quasi triplicare in tutto il mondo entro il 2050,


a meno che non vengano prese misure per affrontare diversi fattori di rischio.


L’analisi, che prevede la crescita della demenza in 195 paesi e territori,
stima che i casi di demenza aumenteranno da circa 57 milioni registrati nel 2019 a 153 milioni entro il 2050.

Mentre il drammatico aumento sarebbe dovuto principalmente alla crescita della popolazione e all’invecchiamento,
i ricercatori notano che diversi fattori di rischio di demenza – come fumo, obesità, glicemia alta e bassa istruzione – alimenteranno anche il picco.

Si prevede che i casi aumenteranno in ogni paese,
con gli aumenti più elevati che si verificano in Nord Africa, Medio Oriente e Africa subsahariana orientale.

Negli USA raddoppieranno entro il 2050, passando da 5,2 milioni a 10,5 milioni.


“Dobbiamo concentrarci maggiormente sulla prevenzione e sul controllo dei fattori di rischio prima che si traducano in demenza.
Anche i modesti progressi nella prevenzione della demenza o nel ritardarne la progressione pagherebbero notevoli dividendi”,

ha affermato in una nota Emma Nichols, ricercatrice dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) dell’Università di Washington e autrice principale dello studio.


“Per avere il massimo impatto, dobbiamo ridurre l’esposizione ai principali fattori di rischio in ogni Paese.
Per la maggior parte, questo significa aumentare i programmi a basso costo appropriati a livello locale
che supportano diete più sane, più esercizio fisico, smettere di fumare e un migliore accesso all’istruzione.
E significa anche continuare a investire nella ricerca per identificare trattamenti efficaci per fermare, rallentare o prevenire la demenza”, ha detto Nichols.

Secondo i ricercatori che un migliore accesso all’istruzione
da solo potrebbe portare a 6 milioni di casi di demenza in meno a livello globale nei prossimi decenni,
ma avvertono che ciò potrebbe essere compensato da circa 7 milioni di casi aggiuntivi legati all’obesità, alla glicemia alta e al fumo.

Quindi meglio non studiare troppo..


La demenza deriva da una varietà di malattie e lesioni che colpiscono il cervello.

La malattia di Alzheimer è la forma più comune di demenza
e costituisce circa il 60 percento di tutti i casi, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità.


La demenza è la settima causa di morte nel mondo.


Se poi analizzando gli ultimi eventi che stanno accadendo nel vecchio continente potete pensate che noi siamo già avanti…
 

Val

Torniamo alla LIRA
L’esordio dell’euro nell’economia reale data giusto vent’anni: 1° gennaio 2022.

Quindi è un anniversario propizio per riflessioni sulla opportunità
e sulle prospettive di una moneta condivisa.

Una moneta sorta dichiaratamente con l’ambizione di spartire tra ventotto
(ora ventisette) paesi europei anche la “governance” politica, come usa dire.

Ora, chiedersi se l’euro ha funzionato non è un quesito corretto, è più una domanda retorica.


Dal punto di vista economico, esso ha rappresentato un vero e proprio disastro sotto plurimi aspetti,

ormai noti pure ai (e innegabili dai) più accesi e convinti unionisti.





continua su IlFattoQuotidiano.it
 

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