Val
Torniamo alla LIRA
L’emergenza “economica”
Alcuni esperti economici dopo la crisi finanziaria dei mutui subprime nel 2007,
scoprono l’assurdità di un sistema economico dove solo la finanza e le banche creano il denaro, e ne danno l’annuncio al mondo.
La notizia arriva alla politica, ma inizialmente esperti e politici sminuiscono il problema,
addirittura vengono lanciate le “politiche di austerity” come unica soluzione alla crisi economica.
Gli esperti che sollecitano stampa di moneta per politiche espansive al fine di risolvere la crisi economica,
vengono messi alla berlina, per privilegiare l’aumento di tasse, il taglio dei servizi e le privatizzazioni.
Gli esperti provano ad informare la popolazione in televisione,
alcuni esponendo il problema in modo cauto,
altri raccontando la cruda verità, ma diventando per questo lo zimbello del web.
Per mero interesse finanziario, la politica chiama a risolvere la crisi gli esperti di austerity
che convincono la popolazione che ci sarà la ripresa, mentre arriva solo una ripresa per i fondelli.
Inizialmente la soluzione individuata è di tipo tradizionali,
creare denaro per aumentare la spesa pubblica,
al fine di far crescere l’economia ed innescare la ripresa, salvando il paese.
Ma l’operazione viene però annullata,
preferendo una soluzione innovativa proposta dalla Banca Centrale,
la creazione di denaro solo per i mercati finanziari con il Quantitative Easing .
Le Banche Centrali hanno elaborato questa soluzione
al solo scopo di ricavare enormi vantaggi finanziari per pochi privilegiati, senza alcuna verifica economica rigorosa.
Il mondo si divide ormai tra chi vorrebbe la soluzione tradizionale che crea denaro per aumentare la spesa nell’economia,
e chi invece sostiene incondizionatamente la soluzione innovativa del QE.
Il mainstream, la politica e la scienza ufficiale lanciano lo slogan “Don’t look money”,
che significa letteralmente “Non guardare al denaro”, anche quando è chiaro che il denaro viene creato.
Fiducia cieca nell’economia e nella finanza, anche quando è chiaro che non funzionano.
Vi lascio solo immaginare quale sarà l’esito finale.
L’emergenza “ambientale”
Diversi scienziati scoprono che la Terra sta subendo un cambiamento climatico veloce,
e questo potrebbe modificare le condizioni di vita sul pianeta.
La politica viene a conoscenza di questo problema ambientale,
ma inizialmente decide di non occuparsene per calcolo elettorale, segretando la notizia.
Gli scienziati disubbidiscono informando la popolazione in televisione,
alcuni esponendo il problema in modo cauto,
altri raccontando la cruda verità ma diventando per questo lo zimbello del web.
Per mero interesse politico, il Presidente degli Stati Uniti decide di occuparsi del cambiamento climatico,
dando agli scienziati più cauti l’incarico di tranquillizzare la popolazione.
Inizialmente la soluzione individuata è di tipo tradizionali,
i cambiamenti sono naturali e ci si può difendere con azioni locali, assecondando i cambiamenti climatici nel pianeta.
Ma l’operazione viene però annullata,
preferendo una soluzione innovativa e tecnologica proposta dalle multinazionali,
con la collaborazione di scienziati premi Nobel di fama mondiale.
Le multinazionali elaborano soluzione costosissime per ridurre l’emissione di CO2
al solo scopo di ricavarne enormi vantaggi finanziari, senza alcuna verifica scientifica rigorosa.
Il mondo si divide ormai tra chi vorrebbe la soluzione tradizionale
che asseconda i cambiamenti climatici sempre avvenuti sulla terra,
e chi invece sostiene incondizionatamente la soluzione innovativa e tecnologica di ridurre le emissioni di CO2 da parte dell’uomo.
Il mainstream, la politica e la scienza ufficiale lanciano lo slogan “Don’t look climate”,
che significa letteralmente “Non guardare il clima”, anche quando ormai è chiaro che la temperatura sta calando.
Fiducia cieca nella scienza e nella tecnologia, anche quando non è sufficientemente testata.
Vi lascio solo immaginare quale sarà l’esito finale.
Alcuni esperti economici dopo la crisi finanziaria dei mutui subprime nel 2007,
scoprono l’assurdità di un sistema economico dove solo la finanza e le banche creano il denaro, e ne danno l’annuncio al mondo.
La notizia arriva alla politica, ma inizialmente esperti e politici sminuiscono il problema,
addirittura vengono lanciate le “politiche di austerity” come unica soluzione alla crisi economica.
Gli esperti che sollecitano stampa di moneta per politiche espansive al fine di risolvere la crisi economica,
vengono messi alla berlina, per privilegiare l’aumento di tasse, il taglio dei servizi e le privatizzazioni.
Gli esperti provano ad informare la popolazione in televisione,
alcuni esponendo il problema in modo cauto,
altri raccontando la cruda verità, ma diventando per questo lo zimbello del web.
Per mero interesse finanziario, la politica chiama a risolvere la crisi gli esperti di austerity
che convincono la popolazione che ci sarà la ripresa, mentre arriva solo una ripresa per i fondelli.
Inizialmente la soluzione individuata è di tipo tradizionali,
creare denaro per aumentare la spesa pubblica,
al fine di far crescere l’economia ed innescare la ripresa, salvando il paese.
Ma l’operazione viene però annullata,
preferendo una soluzione innovativa proposta dalla Banca Centrale,
la creazione di denaro solo per i mercati finanziari con il Quantitative Easing .
Le Banche Centrali hanno elaborato questa soluzione
al solo scopo di ricavare enormi vantaggi finanziari per pochi privilegiati, senza alcuna verifica economica rigorosa.
Il mondo si divide ormai tra chi vorrebbe la soluzione tradizionale che crea denaro per aumentare la spesa nell’economia,
e chi invece sostiene incondizionatamente la soluzione innovativa del QE.
Il mainstream, la politica e la scienza ufficiale lanciano lo slogan “Don’t look money”,
che significa letteralmente “Non guardare al denaro”, anche quando è chiaro che il denaro viene creato.
Fiducia cieca nell’economia e nella finanza, anche quando è chiaro che non funzionano.
Vi lascio solo immaginare quale sarà l’esito finale.
L’emergenza “ambientale”
Diversi scienziati scoprono che la Terra sta subendo un cambiamento climatico veloce,
e questo potrebbe modificare le condizioni di vita sul pianeta.
La politica viene a conoscenza di questo problema ambientale,
ma inizialmente decide di non occuparsene per calcolo elettorale, segretando la notizia.
Gli scienziati disubbidiscono informando la popolazione in televisione,
alcuni esponendo il problema in modo cauto,
altri raccontando la cruda verità ma diventando per questo lo zimbello del web.
Per mero interesse politico, il Presidente degli Stati Uniti decide di occuparsi del cambiamento climatico,
dando agli scienziati più cauti l’incarico di tranquillizzare la popolazione.
Inizialmente la soluzione individuata è di tipo tradizionali,
i cambiamenti sono naturali e ci si può difendere con azioni locali, assecondando i cambiamenti climatici nel pianeta.
Ma l’operazione viene però annullata,
preferendo una soluzione innovativa e tecnologica proposta dalle multinazionali,
con la collaborazione di scienziati premi Nobel di fama mondiale.
Le multinazionali elaborano soluzione costosissime per ridurre l’emissione di CO2
al solo scopo di ricavarne enormi vantaggi finanziari, senza alcuna verifica scientifica rigorosa.
Il mondo si divide ormai tra chi vorrebbe la soluzione tradizionale
che asseconda i cambiamenti climatici sempre avvenuti sulla terra,
e chi invece sostiene incondizionatamente la soluzione innovativa e tecnologica di ridurre le emissioni di CO2 da parte dell’uomo.
Il mainstream, la politica e la scienza ufficiale lanciano lo slogan “Don’t look climate”,
che significa letteralmente “Non guardare il clima”, anche quando ormai è chiaro che la temperatura sta calando.
Fiducia cieca nella scienza e nella tecnologia, anche quando non è sufficientemente testata.
Vi lascio solo immaginare quale sarà l’esito finale.