Lo sponsor tecnico di Berrettini
La
Lotto Sport Italia S.p.A. è una società
italiana di calzature ed abbigliamento sportivo, con sede a
Trevignano in
provincia di Treviso.
Fondata nel giugno
1973, è cresciuto nel tempo i suoi mercati a livello internazionale affermandosi come marchio sportivo.
Attualmente Lotto produce e commercializza calzature, abbigliamento ed accessori per sport e tempo libero.
Detiene i marchi Lotto, Lotto Leggenda, Lotto Works, Mya.
Viene fondata dai tre fratelli Caberlotto, Giovanni, Sergio, Alberto, una delle famiglie storiche del distretto calzaturiero,
successivamente proprietaria anche della squadra di
calcio del
Treviso.
Il marchio dalla doppia losanga equivale alla porzione finale del cognome Caberlotto
[2]
mentre quella iniziale era stata utilizzata dai tre fratelli per una azienda di scarponi di sci in plastica, la
Caber, poi venduta agli americani della
Spalding.
[3]
Originariamente la Lotto produce scarpe da
tennis, che rimane l'attività principale dell'azienda per tutti gli
anni settanta.
In seguito comincia a commercializzare anche calzature, abbigliamento ed accessori per altri sport (
pallacanestro,
pallavolo,
atletica e
calcio).
Il calcio in particolare, a partire dagli anni ottanta, diventa un focus importante anche attraverso le
sponsorizzazioni, come quelle con
Dino Zoff e
Ruud Gullit;
questo decennio è anche il periodo nel quale comincia in modo più sensibile la distribuzione dei prodotti all'estero, processo che poi andrà via via rafforzandosi nel tempo.
Negli anni novanta spiccano gli accordi con
Milan e
Paesi Bassi, cui seguono negli anni duemila quelli con la
Juventus e con
Luca Toni.
Nel tennis, negli stessi anni, vengono vestiti dal marchio trevigiano
Boris Becker e
Martina Navrátilová
Alla fine degli
anni novanta, in seguito alla morte di due dei tre fondatori Caberlotto,
la società si trova vicino al concordato preventivo e viene rilevata nel giugno
1999 con un'operazione di management buy out
da una cordata di imprenditori già attivi nel settore sportivo.
La cordata è capeggiata da
Andrea Tomat (Stonefly e ex Lotto), Adriano Sartor (Stonefly),
Roberto Danieli (Diadora prima di cederla a Invicta), Franco Vaccari (prima Nordica e poi Dolomite),
Giancarlo Zanatta (Tecnica), Gianni Lorenzato.
Tomat e amici rilevano la società battendo la concorrenza di Invicta (Diadora) e la ribattezzano Lotto Sport Italia S.p.A.
[3]
Tomat, alla guida dell'azienda, classe 1957, presidente prima degli industriali di Treviso e in seguito di Confindustria Veneto,
ripensa il marchio concentrandosi sul calcio e sul tennis, delocalizza nel Far East circa il 90% della produzione di scarpe e abbigliamento,
crea una struttura logistica a Hong Kong che funziona come centro distributivo, investe nella ricerca.
E nei mondiali di calcio del 2006 lancia "Zhero Gravity", la prima calzatura sportiva senza lacci.
L'anno dopo lancia "SynPulse", una scarpa per il tennis che assorbe gli urti e li trasforma in energia.
Nel frattempo l'azionariato subisce qualche scossone.
Nel 2003 esce Danieli,
nel 2005 lasciano Vaccari e Zanatta.
Nel
2007 Lotto Sport Italia acquisisce il marchio americano
Etonic, attivo nel running tecnico, nel
golf e nel
bowling.
Alla fine del 2016 la società, che ha attraversato un periodo economico non felice ritornando all'utile (circa un milione di euro) solo nel 2015
e sta procedendo nella ristrutturazione dell'esposizione verso le banche (una quarantina di milioni), h
a ufficializzato l'integrazione tra la Lotto (280 milioni di ricavi nel 2016) e la Stonefly (fatturato di 80 milioni).
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Non si tratta di una fusione: le due realtà resteranno distinte sia come brand sia come situazione legale ma ottimizzeranno una serie di funzioni.
Lotto, i cui prodotti sono distribuiti in 114 paesi nel mondo, segue sport e fashion, a Stonefly i settori urban e comfort.
Nel
2017 nuova turbolenza nell'azionariato.
Lascia l'ex vicepresidente Lorenzato per cui la proprietà della Lotto rimane così completamente nelle mani di Tomat e Sartor.
Il 2 agosto Lorenzato, che deteneva il 12%, ottiene da un lodo arbitrale del tribunale di Treviso
il pignoramento delle quote azionarie degli ex soci per un valore superiore ai 3 milioni di euro
nell'ambito della causa civile intentata per violazione dei patti parasociali.
[5]
La guerra milionaria va avanti: in settembre Lorenzato chiede il fallimento della holding finanziaria che ha il controllo del gruppo, la Futura 5760 srl;
nel novembre 2018 il tribunale di Treviso ne dichiara il fallimento mentre Tomat affida ai suoi avvocati il ricorso.
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La decisione del tribunale non mette per ora a rischio l'attività del gruppo ma pone incertezza sul controllo.