Piedi a Terra
Forumer storico
Ecco un altro avvincente film che ci proietta all'interno del mondo della finanza e che ci mostra un altro clamoroso episodio di cinismo nel nome del denaro. Di milioni, anzi miliardi di denaro. Miliardi di denaro, che molti pagando sulla propria stessa pelle, hanno scoperto essere andati letteralmente in fumo, grazie a meccanismi complessi e investimenti troppo audaci tradotti in titoli spazzatura, i cosiddetti derivati, che banche e grandi finanziarie internazionali si passavano l'un l'altra, finché la bolla non è esplosa.
"Margin Call" ci racconta, quasi in forma di thriller, proprio la lunga notte di un colosso finanziario, che scopre di essere ormai esposto per un entità di denaro ben superiore al proprio valore azionario. Insomma, un disastro a cui bisogna porre rimedio entro 24 ore per non ritrovarsi con "le pezze al culo", o peggio in prigione. Anzi, bisogna trovare il modo di guadagnarci ancora di più. Scontato il licenziamento di centinaia di dipendenti, che tuttavia, commuove assai meno i grandi capi, della morte del cane di uno di loro, bisogna comunque affidarsi a quelli più in gamba che siano in grado di compiere il lavoro sporco.
Al confronto con il management immaginario (ma quanto verosimile) del film diretto da J.C. Chandor, lo squalo di "Wall Street" Gordon Gekko intepretato da Michael Douglas è un'innocente fanciulla, per non parlare dei provinciali nostrani, la famiglia Tanzi e Fausto Tonna (raccontati in "Il gioiellino" di Andrea Molaioli).
I vertici della grande banca d'investimenti di "Margin Call", sono forse ancora peggiori, proprio perché ci appaiono più umani, ma di fronte al rischio di perdere tutti i privilegi accumulati, sono disposti a tutto. Ogni piccolo o grande dubbio etico li attraversa solo come l'ombra di una nuvola, che velocemente si sposta da un'altra parte, su un altro grattacielo e su un altro squalo della finanza. Ma questo non toglie cheChandor, scrittore e regista al suo primo lungometraggio non sia capace di tratteggiare a tutto tondo una galleria di personaggi difficili da dimenticare, a cominciare dal grande capo interpretato da un immenso Jeremy Irons, via via più giù fino al responsabile del trading Sam Rogers (Kevin Spacey) fino al giovane analista, che svela il disastro annunciato (Zachary Quinto).
"Margin Call" ci racconta, quasi in forma di thriller, proprio la lunga notte di un colosso finanziario, che scopre di essere ormai esposto per un entità di denaro ben superiore al proprio valore azionario. Insomma, un disastro a cui bisogna porre rimedio entro 24 ore per non ritrovarsi con "le pezze al culo", o peggio in prigione. Anzi, bisogna trovare il modo di guadagnarci ancora di più. Scontato il licenziamento di centinaia di dipendenti, che tuttavia, commuove assai meno i grandi capi, della morte del cane di uno di loro, bisogna comunque affidarsi a quelli più in gamba che siano in grado di compiere il lavoro sporco.
Al confronto con il management immaginario (ma quanto verosimile) del film diretto da J.C. Chandor, lo squalo di "Wall Street" Gordon Gekko intepretato da Michael Douglas è un'innocente fanciulla, per non parlare dei provinciali nostrani, la famiglia Tanzi e Fausto Tonna (raccontati in "Il gioiellino" di Andrea Molaioli).
I vertici della grande banca d'investimenti di "Margin Call", sono forse ancora peggiori, proprio perché ci appaiono più umani, ma di fronte al rischio di perdere tutti i privilegi accumulati, sono disposti a tutto. Ogni piccolo o grande dubbio etico li attraversa solo come l'ombra di una nuvola, che velocemente si sposta da un'altra parte, su un altro grattacielo e su un altro squalo della finanza. Ma questo non toglie cheChandor, scrittore e regista al suo primo lungometraggio non sia capace di tratteggiare a tutto tondo una galleria di personaggi difficili da dimenticare, a cominciare dal grande capo interpretato da un immenso Jeremy Irons, via via più giù fino al responsabile del trading Sam Rogers (Kevin Spacey) fino al giovane analista, che svela il disastro annunciato (Zachary Quinto).