Riparte da Bim l’M&A del credito
Veneto Banca Holding lancerà un’Opa sul salotto torinese a 4,25 euro In Borsa il titolo è poco mosso. Per gli esperti è meglio prendere tempo
di Cinzia Meoni - 10-04-2010
Un’Opa senza effetti speciali: nè euforia nè disappunto da parte del mercato per l’operazione di acquisto obbligatoria annunciata da Veneto Banca Holding su Banca Intermobiliare. Un’operazione tutto sommato nell’aria da quando il gruppo veneto era entrato nel 2008 in Cofito, socio di controllo del salotto buono torinese (a cui fa capo più del 52% di Bim) con il 40% del capitale della holding. «Su questi livelli di prezzo (4,19 euro circa) il mio consiglio è rimanere alla finestra e attendere», commenta Alessandro Frigerio di RMJ che poi spiega: «per chi volesse operare arbitraggi una soglia interessante di ingresso in Bim potrebbe essere a 4,15 o piuttosto attenderei l’avvicinarsi della conclusione dell’operazione. Chi invece avesse già in mano titoli Bim potrebbe darsi del tempo per cercare di approfondire il progetto di sviluppo di Veneto Banca».
Martedì 6 aprile Veneto Banca Holding ha annunciato l’incorporazione di Cofito in seguito a cui lancerà un’Opa obbligatoria sulle azioni residue della banca torinese a 4,25 euro per azione in contanti. Ma.Va. s.s., Pietro D’Aguì, Ivana Martino, Mario Scanferlin, Carla Fagherazzi, Anna Scanferlin, Marco Scanferlin e Giacomo Scanferlin, soci di Cofito (a cui fa capo il 45% del capitale della cassaforte) voteranno in assemblea dei soci a favore del progetto di fusione per incorporazione in Banca Veneto Holding. Mi.Mo.Se. invece (società interamente controllata dalla famiglia Segre) ha dichiarato di voler esercitare il diritto di recesso. Il controvalore del diritto di recesso è pari a 25,6 euro per azione Cofito, equivalente alla valutazione di 4,25 euro per azione Bim. Successivamente, stando agli impegni già presi, Veneto Banca Holding, il 10% di Bim all’amministratore delegato Pietro D’Aguì (e socio di Cofito con il 7,94%). La Banca di Montebelluna (Tv) ha già preannunciato di non voler comunque «ridurre la propria partecipazione al capitale di Banca Intermobiliare al di sotto del 50,01%». Veneto Banca Holding inoltre ha dichiarato che manterrà Bim quotata in Borsa, impegnandosi quindi a reintegrare il flottante qualora al termine dell’operazione dovesse detenere più del 90% del capitale. L’operazione permetterà a Veneto Banca Holding, fondata nel 1877 e che negli ultimi anni ha intensificato propria attività di sviluppo (anche con Pop Intra e BancApulia), di diventare la decima realtà bancaria italiana per masse amministrate. Bim comunque manterrà sede e attività di direzione a Torino e D’Aguì rimarrà ad.
L’offerta pubblica obbligatoria dovrebbe effettuarsi entro la fine dell’anno. «Per questo, considerati gli attuali livelli di prezzo e la tempistica ipotizzata, al momento un conto corrente online vincolato offre un rendimento più interessante», commenta Frigerio secondo cui, in ogni caso, vale la pena tenere d’occhio le trattazioni del titolo soprattutto sotto data. Sulla valutazione poche sorprese. Il prezzo d’Opa valorizza il 100% di Bim a 663 milioni di euro 1,64 volte il patrimonio netto. Ben lontano certo dal periodo d’oro pre Lehman, quando Mps per Antonveneta aveva sborsato, nell’autunno 2007, cash 9 miliardi, ovvero 2,4 volte il patrimonio netto. Ma, come garantisce Frigerio, in linea con le valutazioni attuali. L’istituto torinese fondato dalla famiglia Segre infatti ha chiuso il 2009 con un netto consolidato di 8,6 milioni, contro una perdita di 61,8 milioni nell’esercizio precedente, un margine di intermediazione di 132,4 milioni (+27,7%) e raccolta complessiva per 13,9 miliardi (+15,1%) e masse gestite per 5,1 miliardi (+33,5%). Gli impieghi vivi verso la clientela hanno registrato una crescita del 6,8% a 1,2 miliardi, mentre il patrimonio netto è passato a 403 milioni e il Tier 1 è al 9,87%.
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