Quelle convertibili (almeno) al 10%
Dopo il riscatto anticipato dell’emissione Bper, restano quelle di Creval e Ubi. Pregi, difetti e rischi di strumenti che hanno cedole elevate
di Massimiliano Malandra - 25-06-2011
STRATEGIE BOND Ad aprire la strada è stata la Popolare dell’Emilia Romagna che ha deciso il riscatto anticipato del proprio prestito obbligazionario convertibile subordinato Bper 4% 2010-2015 emesso a marzo 2010. La conversione avviene a seguito del progetto di rafforzamento patrimoniale e sfrutta la facoltà, prevista dal regolamento, del riscatto anticipato, esercitabile decorsi 18 mesi dalla data di emissione, quindi dal 5 settembre 2011. Sul mercato, ora, restano ancora due convertibili con la clausola del rimborso anticipato. Si tratta delle cv emesse nel 2009 da Ubi Banca e dal Credito Valtellinese: per entrambi la scadenza è fissata nel 2013 e gli importi in circolazione rimangono elevati, oltre i 600 milioni, scongiurando quindi ipotesi di scarsa liquidità. Rimane invece il rischio emittente, cioè un possibile default. Si tratta tuttavia di una probabilità comunque abbastanza remota: per Creval e Ubi il fatto di essere istituti di credito li mette infatti in buona misura al riparo da simili eventi estremi. I regolamenti delle due sono abbastanza complicati, ma entrambi prevedono, nel caso di riscatto anticipato da parte della banca, la possibilità di pagamento attraverso la consegna di azioni, ma con uno sconto del 10 per cento. Un premio che appare allettante, e che in «tempi normali» apparirebbe molto conveniente. Tuttavia gli attuali chiari di luna dei mercati finanziari, e del settore bancario in particolare, consigliano estrema cautela e inducono i più prudenti a preferire un importo inferiore ma sicuro (il valore nominale del bond) a un premio che in questo momento appare rischioso: la possibilità di monetizzare immediatamente l’investimento provocherà una forte lettera sul mercato finendo invariabilmente per mettere a serio rischio il premio aggiuntivo.
CV CREVAL. A 18 mesi dal collocamento, la prima delle tre tranche del prestito è giunta ora a scadenza e il prossimo 29 giugno verranno liquidati gli obbligazionisti. Le opzioni a disposizione sono infatti tre: conversione del primo terzo (in contanti alla pari o in azioni scontate del 10% e una parte cash) oppure conversione anticipata dell’intero importo con pagamento parte in azioni sempre scontate del 10%) e parte in contanti. Inoltre il prossimo anno, in caso di esercizio dell’opzione di riscatto anticipato da parte dell’emittente, lo sconto salirà al 15 per cento. Un’occasione che, in caso di miglioramento dello scenario congiunturale, potrebbe essere a quel punto giocata con successo, senza contare che nel frattempo il bond stacca una cedola annua del 4,25% e tratta qualche centesimo al di sotto del valore nominale, consentendo così anche un piccolo capital gain sulla quota capitale.
CV UBI. L’obbligazione negli ultimi giorni passa di mano a quota 102, ma ha già fornito soddisfazioni ai possessori grazie al diritto staccato di recente in occasione dell’aumento di capitale del gruppo bancario. Difficile però che una simile situazione possa ripetersi in futuro, visto che ormai i parametri patrimoniali della banca dovrebbero essersi stabilizzati: del resto anche il recente comunicato di Moody’s di aver messo sotto esame il rating delle banche italiane esclude Ubi, per la quale l’agenzia si è limitata a modificare l’outlook sul rating a lungo termine da stabile a negativo. In ogni caso il tasso di interesse è allettante, con un rendimento (a scadenza) che si attesta intorno al 4,7 per cento.