INTERVISTA 1- Pop Emilia ribadisce no ad aumento capitale -Viola
Reuters - 11/07/2011 16:01:50
(aggiunge background su piano 2009-2011 dal nono paragrafo)
di Ian Simpson e Gianluca Semeraro
MILANO, 11 luglio (Reuters) - Popolare Emilia Romagna (BPE.MI) ribadisce di non vedere alcuna necessità di procedere a un aumento di capitale e, malgrado l'ondata di ribassi che ha colpito il mercato italiano e in particolare i titoli bancari, va avanti con il piano di rafforzamento patrimoniale già annunciato.
Lo ha detto l'AD Fabrizio Viola in un'intervista a Reuters confermando per il 2011 i target del piano triennale annunciato nel 2009 pur non aspettandosi per i prossimi trimestri "rapidi miglioramenti" sul costo del credito, vista la congiuntura attuale.
L'AD considera "ingiustificate" dal punto di vista dei fondamentali sia del paese sia del sistema bancario le turbolenze che hanno colpito l'Italia in queste settimane. "A turno vengono colpite le nazioni dell'Europa più deboli e in questi giorni tocca a noi", ha spiegato.
"Abbiamo costruito un'operazione che sarà spalmata su tutto il secondo semestre e da questo punto di vista al momento attuale non vedo fattori tali da modificare l'operazione. Se la situazione rimane quella attuale e quindi non ci sono strutturali cambiamenti nelle valutazioni del sistema bancario e della nostra banca dico no" a un aumento di capitale, ha detto Viola.
A metà giugno Pop Emilia ha annunciato un piano di rafforzamento patrimoniale che prevede il lancio di un'Ops volontaria sulle minorities delle banche controllate, con l'esclusione di Banco di Sardegna (BSRP.MI), e il riscatto anticipato del bond convertibile soft mandatory. L'operazione porterà già da fine 2011 il common equity oltre il 7%. (news)
CONGIUNTURA INTRALCIA MIGLIORAMENTO COSTO CREDITO
La congiuntura attuale non consente di prevedere per i prossimi trimestri "rapidi miglioramenti" sul costo del credito che comunque conferma i progressi del primo trimestre rispetto ai picchi degli anni precedenti, ha detto Viola.
Nel secondo trimestre il margine di interesse "comincia gradualmente a beneficiare del rialzo dei tassi anche se i maggiori vantaggi li avremo nella seconda parte dell'anno", ha spiegato il banchiere, descrivendo "una crescita piuttosto lenta" a livello di volumi ma "ampiamente giustificata" dalla necessità di consolidare la crescita sostenuta della seconda parte del 2010.
Per l'intero 2011 "allo stato delle cose manteniamo gli obiettivi reddituali del piano industriale anche se la situazione dei mercati finanziari è talmente instabile che rende difficile qualsiasi proiezione", ha aggiunto.
Il piano 2009-2011 individuava tre scenari possibili e nel caso peggiore, che è quello su cui la banca fa riferimento, l'utile netto è atteso a 270 milioni, mentre il margine di intermediazione poco sopra i 2 miliardi.
Nello scenario intermedio il margine di intermediazione è visto a 2,2 miliardi e l'utile netto a 365 milioni.
Il ribasso dei prezzi dei titoli di stato italiani, per la parte detenuta per trading, impatterà sui margini ma "mi aspetto un effetto mitigato dalla duration piuttosto contenuta dei portafogli", ha sottolineato Viola definendo "del tutto trascurabile", invece, l'esposizione verso i paesi Pigs in relazione al portafoglio delle attività finanziarie complessivo.
NUOVO PIANO INDUSTRIALE A INIZIO 2012, NO MERGER POP MILANO
L'istituto in questi giorni sta cominciando a lavorare al nuovo piano industriale "con l'obiettivo di approvarlo a fine anno e annunciarlo all'inizio del prossimo", ha spiegato Viola.
Il piano ribadirà il modello di sistema di banche di territorio pur con qualche possibilità di semplificazione e razionalizzazione della struttura: ciò esclude comunque fusioni tra controllate procedendo quindi nella direzione opposta rispetto a un modello di banca unica come quello varato lo scorso anno da UniCredit (UCG.MI), ha aggiunto.
"La possibilità di espandersi nel Nord Italia è sempre un'opzione strategica", ha poi sottolineato Viola che però predilige la crescita organica all'acquisto di sportelli. "Altre opzioni strategiche dipendono dal fatto che siano disponibili o meno e a oggi non ci sono".
Viola è tornato a smentire le ipotesi, rilanciate alcune settimane fa, di una possibile fusione con Popolare Milano (PMI.MI), ipotesi che non esiste "neanche a livello di idea, non solo di progetto".
"Da quanto leggo non mi sembra che Pop Milano abbia in programma operazioni di fusione. Non ci sono quindi le minime condizioni per parlarne", ha aggiunto.
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