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Veneto Banca: bilancio in perdita ma Bim non si vende
12 giugno 2013
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Francesco Zizzi
Veneto Banca non vende, non cede attività e nemmeno la controllata Banca Intermobiliare, quotata in Borsa, che suscita l’interesse di Ubs e Credit Suisse. “Non abbiamo intenzione di fare regali agli stranieri – taglia corto Vincenzo Consoli, amministratore delegato del gruppo – per noi Bim è strategica, nonostante gli interessi di altri gruppi. Si occupa di private banking in maniera eccellente. Noi siamo un piccolo gruppo, valiamo l’1,6% del mercato italiano del credito, non abbiamo alcuna necessità di vendere”.
Veneto Banca si è fatta apprezzare in Italia, dove ha realizzato operazioni in Piemonte,Marche e Puglia, e all’estero, perché ha accompagnato la fase di sviluppo e delocalizzazione di molte imprese del Nordest come Romania,Moldavia e Croazia. Un espansione caratterizzata da un enorme successo, gli utili in crescita e un marchio in continuo aumento. Nel Duemiladodici la frenata che non ti aspetti, un bilancio chiuso con 40 milioni di perdita, l’ispezione della vigilanza di Bankitalia ha suggerito rettifiche di valore per 467 milioni sulle stime degli immobili, che la banca ha in garanzia per i prestiti erogati. Il bilancio ha chiuso in rosso, come se lo spiega Consoli? “Peccato, perché dal punto di vista della gestione operativa, avevamo chiuso il bilancio con un risultato superiore ai 400 milioni di euro”. Le sofferenze hanno pesato, i crediti concessi a famiglie e aziende (valgono l’80% degli attivi) che faticano ad essere rimborsati. Quelle di Veneto Banca ammontano a 1,2 miliardi di euro (coperte al 55%) “Ma Veneto Banca rimane un gruppo sano – chiosa Consoli – vedrete come lo dimostreranno i prossimi bilanci”.
E’ avvenuta l’incorporazione di Carifac in Veneto Banca, con un rapporto di cambio fissato a un azione Veneto Banca di nuova emissione ogni 42 azioni Carifac. Il valore complessivo dell’aumento di patrimonio di Veneto Banca sarà di circa 48 milioni di euro. Altro snodo cruciale sarà quello dell’incorporazione di Banca Apulia, dove la famiglia Chirò detiene circa il 27% delle quote – il resto risale a Montebelluna – e dove la trattativa dovrebbe essere conclusa nei prossimi mesi.
«Alla fine del processo – rimarca Consoli – Veneto Banca sarà l’unico istituto commerciale in Italia e disporremo di tre banche all’estero. Ne deriveranno importanti efficienze e risparmi. Nel 2012, al netto delle svalutazioni a carattere straordinario, abbiamo avuto un margine di intermediazione di un miliardo ottantuno milioni, ossia il nostro record storico, con un risultato della gestione operativa in crescita del 68% sull’ottimo 2011”. Solidità patrimoniale: il prestito convertibile da 350 milioni con scadenza marzo 2014 porterà un beneficio stimato nell’1,3% del coefficiente core tier 1. E Veneto Banca è intenzionata a crescere dal 7,4 al 7,8%, e con il contributo del bond,a marzo prossimo la soglia del 9 per cento”.
Francesco Zizzi