Obbligazioni bancarie Obbligazioni CREDIT SUISSE

BERNA (awp/ats) - Dopo il sostegno a Credit Suisse (CS), il professore di economia Aymo Brunetti non vede la necessità di adeguare il concetto di "too big to fail" (troppo grande per fallire). Secondo l'esperto, uno dei padri di queste regole per le banche sistemiche, la vicenda attuale dell'istituto di credito zurighese non è un segnale di crisi finanziaria.



"Quanto è stato fatto ora è un sostegno di liquidità da parte della Banca nazionale svizzera (BNS) per una banca rilevante dal punto di vista sistemico e solvibile. È una cosa prevista per questi casi di crisi", afferma il professore di economia in un'intervista ai giornali dell'editore Tamedia pubblicata oggi.




Le norme "too big to fail" entrerebbero in gioco solo nel caso in cui CS disponesse di un capitale proprio insufficiente, cosa che attualmente non si verifica. Non si tratta di un salvataggio statale della banca, sottolinea.



Mercoledì sera, l'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) e la BNS hanno annunciato che avrebbero fornito liquidità a Credit Suisse in caso di necessità. Poche ore dopo, CS ha annunciato che ne aveva bisogno e ha preso in prestito 50 miliardi di franchi dalla BNS per garantire la liquidità. Secondo Brunetti, la banca centrale ha così adempiuto al suo mandato di garantire la stabilità finanziaria.



Inoltre, dichiara Brunetti, l'operato della BNS non è un segnale di una crisi finanziaria come quella che ha portato al salvataggio di UBS. "Ad oggi, la situazione è ben lungi dall'essere paragonabile alla grande crisi finanziaria del 2008".


Quali sarebbero queste norme too big to fail ?
 
AGGIORNAMENTO DEL CEDOLOMETRO

Ebbene si ...con gli acquisti di oggi abbiamo superato

1.020.000 euri annui di cedole/pensione

poi bisogna sottrarre la leva costo prestiti 50 mila euro annui

e rimangono i seguenti numeri da cedolometro

970.000 euro anno

80.833 euro al mese

2.694 euro al giorno

circa 112 euro ora ...anche di notte :bye:

Ma per curiosità, che tasso passivo ti danno ad oggi sulla leva?
 
(MF-DJ)--Lo scudo da 50 miliardi di franchi annunciato ieri mattina dalla banca centrale svizzera ha stabilizzato almeno per il momento il Credit Suisse. Il titolo ha reagito con un potente rimbalzo del 20% a 2,02 franchi, dopo due sedute di profondo rosso. Se insomma lo spettro del dissesto è stato allontanato, sul mercato regna ancora l'incertezza sul futuro del gruppo. Anche per questa ragione il governo svizzero -che ha convocato una riunione di emergenza del consiglio federale per giovedì 23 marzo- non ha smesso di ragionare su un'operazione di sistema che metta definitivamente in sicurezza il Credit Suisse. La strada però è in salita. L'ipotesi al vaglio, scrive MF-Milano Finanza, sarebbe quella di convogliare verso Ubs la maggior parte degli attivi in bonis che Credit Suisse detiene in Svizzera, destinando le altre attività a operatori stranieri. Un'ipotesi su cui scommette anche il mercato: "un takeover di Credit Suisse è lo scenario più probabile", scrivevano ieri in una nota gli analisti di Jp Morgan. L'operazione, caldeggiata da anni dalla classe politica del Paese, avrebbe prima di tutto la funzione di preservare la stabilità e l'integrità del sistema bancario nazionale e di difenderlo da raid opportunistici di gruppi stranieri. Il deal -si ritiene a Berna- consentirebbe inoltre di tutelare l'occupazione, considerando che in Svizzera Credit Suisse dà lavoro a circa 16 mila dipendenti. L'ipotesi di una fusione non è inedita e a Zurigo circola da almeno un paio d'anni. I primi tentativi in questa direzione risalgono al 2021 quando, all'indomani degli scandali Archegos e Greensill e dopo un'emorragia di liquidità da 5 miliardi, Credit Suisse appariva troppo debole per difendersi da manovre ostili. Ancora a gennaio il presidente di Ubs, Colm Kelleher, aveva smentito pubblicamente un interesse del gruppo per l'operazione. La crisi degli ultimi giorni avrebbe però impresso una forte accelerazione al dossier. Secondo quanto riportato ieri da Bloomberg, i vertici delle due banche starebbero tuttavia puntando i piedi. In particolare, Ubs preferirebbe concentrarsi su una strategia di crescita stand-alone focalizzata sul wealth management e sarebbe riluttante a farsi carico dei rischi connessi allo stato di salute di Credit Suisse. L'incertezza sul futuro di quest'ultima ieri sera traspariva dall'andamento dei credit default swap che hanno ripreso quota, mantenendosi stabilmente sopra i 1.000 punti base. Anche il rendimento di alcuni suoi bond ha ricominciato a salire.
 
AGGIORNAMENTO DEL CEDOLOMETRO

Ebbene si ...con gli acquisti di oggi abbiamo superato

1.020.000 euri annui di cedole/pensione

poi bisogna sottrarre la leva costo prestiti 50 mila euro annui

e rimangono i seguenti numeri da cedolometro

970.000 euro anno

80.833 euro al mese

2.694 euro al giorno

circa 112 euro ora ...anche di notte :bye:

Direi un ottimo conto deposito :DD:
 
Tutto il mondo è paese :)
Some Cs clients in the Middle East asked the bank to convert their cash deposits into fixed income securities, giving them more comfort to keep money with the firm, according to another person familiar with the matter.
puo' anche darsi che sia CS a convincere i clienti a spostare visto che al momento ha trovato liquidita' a buon mercato
 
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