Eni ed Enel, intesa con Gazprom per il gasdotto South Stream
Stesso argomento, ampliato al gasdotto
http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/economia/gazprom-eni/gazprom-eni/gazprom-eni.html?rss
SOCI (Russia) - Due firme a Soci, in Russia, tra Gazprom ed Eni. Una per l'aumento della capacità di trasporto del gasdotto in progetto South Stream, ideato insieme dalle due compagnie, e l'altra (con la partecipazione di Enel) per la cessione al gigante russo del gas del 51% di SeverEnergia e lo sviluppo degli importanti giacimenti in Siberia. L'intesa è stata siglata dal presidente di Gazprom, Alexey Miller, e dall'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, alla presenza dei premier russo e italiano, Vladimir Putin e Silvio Berlusconi. Ma per il quotidiano economico russo
Kommersant l'Italia resta l'anello debole del progetto.
"Un passo avanti nella sicurezza energetica dell'Europa", ha commentato Berlusconi. "Oggi, un certo numero di società europee si sono riunite per fare dei passi supplementari", nella realizzazione "di un progetto comune importante, il gasdotto South Stream", ha dichiarato Putin all'inizio dell'incontro con il collega italiano a Soci, sulle rive del Mar Nero. Il premier russo ha anche chiesto "un passo supplementare" per la costruzione del gasdotto.
L'intesa su South Stream, spiega Eni, prevede l'ampliamento della capacità di trasporto della pipeline da 31 a 47 miliardi di metri cubi di gas l'anno. "Noi crediamo di sapere che Putin chiederà di ampliarlo" a 64 miliardi di metri cubi all'anno, ha affermato Scaroni. Una dichiarazione che è stata poi confermata dallo stesso primo ministro russo. "Leggete dietro questi numeri il significato politico - ha aggiunto l'ad di Eni - tutto il gas che passa di qua, non passa per l'Ucraina".
Eni e Gazprom, inoltre, hanno ribadito "il massimo impegno a proseguire nello sviluppo del progetto South Stream, data la sua rilevanza strategica nell'apportare, attraverso una nuova rotta, un contributo decisivo alla sicurezza degli approvvigionamenti di gas verso l'Europa".
Eni ed Enel hanno poi siglato un accordo per la cessione a Gazprom del 51% di SeverEnergia e lo sviluppo degli importanti giacimenti in Siberia. Il perfezionamento dell'intesa è previsto per fine giugno 2009 e ammonta a circa 1,5 miliardi di dollari che saranno corrisposti in due tranche nel corso del 2009/2010. La quota di spettanza di Eni ammonta a 900 milioni di dollari, quella di Enel a 600 milioni di dollari.
"L'accordo segna un importante passo avanti nella nostra strategia di crescita sul mercato russo lungo tutta la catena del valore, dai campi di gas, alla generazione, alla vendita di energia elettrica", ha detto l'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti. "In questa prospettiva, l'ingresso di Gazprom ci dà la garanzia di poter contribuire ad alimentare con continuità e a condizioni vantaggiose con la nostra quota di gas di SeverEnergia le nostre centrali in Russia", ha aggiunto Conti.
L'incontro avviene mentre il gigante del gas russo Gazprom si appresta a firmare una serie di accordi con i suoi partner nel progetto. Secondo il quotidiano economico russo
Kommersant, però, l'Italia resta l'anello debole del progetto e la sua partecipazione oggi ha un valore puramente simbolico. Il giornale sottolinea che la presenza di Berlusconi ha soprattutto un significato politico e aiuta Putin a dare risonanza all'evento, nel giorno che si vuole entri nella storia per la nascita del gasdotto.
Kommersant sottolinea ad esempio che manca ancora l'accordo intergovernativo, già siglato da tempo da Serbia, Grecia e Bulgaria. La giornata di oggi è anche quella della sigla delle intese conclusive tra il colosso russo Gazprom con le aziende energetiche di questi tre paesi (Desfa, Bulgarian Energy Holding e Serbiagaz).
Il gasdotto passerà sotto il Mar Nero, collegando la Russia alla Bulgaria, dove si dividerà in un ramo nord-ovest verso l'Austria e un ramo sud, in particolare verso la Grecia e l'Italia. Il progetto è in concorrenza con il Nabucco, un gasdotto europeo di 3.300 chilometri che aggira la Russia e avrebbe l'obiettivo di liberare la Ue dalla sua dipendenza nei confronti del gas di Mosca.
Al termine del loro incontro bilaterale, Putin e Berlusconi hanno proseguito il faccia a faccia nella dacia Riviera messa a disposizione dal governatore della regione di Krasnodar. All'uscita dall'albergo, il premier russo si è tolto la giacca e si è messo alla guida di una Mercedes nera facendo salire accanto a sé Berlusconi, un gesto al di fuori del protocollo. Dopo una breve sosta in dacia i due leader hanno in programma una cena al ristorante Mare Blu, un locale elegante tutto legno e drappeggi bianchi in riva al Mar Nero. Il premier italiano domani mattina volerà a Mosca per colloqui con il presidente russo Dmitri Medvedev.
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15 maggio 2009)