obbligo vaccinale? No grazie, fattelo te

1609944733601.png
 
L’ANALISI DEI NUMERI DELL’INFLUENZA E DEL COVID19 NEGLI USA
Edoardo Gagliardi

Tutta la vicenda Sars-Cov2 si gioca, soprattutto, lo sappiamo, sul terreno dei numeri e della statistica.
Ad esempio, dallo scoppio dell’emergenza ci si è chiesti come distinguere il Covid-19 dall’influenza stagionale?
Come vengono catalogati gli individui infetti dal primo tipo di virus e quelli contagiati dal secondo?
I virologi in questi mesi non hanno fatto altro che confondere le idee alla gente, ma, se la matematica non è un’opinione, per capirne di più ci sono i dati statistici. Quelli che stiamo per analizzare sono del Center for Desease Control and Prevention negli Stati Uniti, il centro per la prevenzione ed il controllo delle malattie. Si tratta di un istituto di controllo sulla sanità pubblica che, tra i vari campi, si occupa anche di monitorare le malattie infettive.
Secondo il CDC, l’influenza stagionale del 2019, prima che la vicenda Covid19 iniziasse, avrebbe colpito tra 39 e 56 milioni di individui, con un tasso di ospedalizzazioni tra i 410,000 e 740,000. I decessi si attestavano tra 24,000 e 62,000. Su una popolazione di 328 milioni di abitanti.
Ora, andando a vedere le statistiche sull’influenza del 2020, si scopre che il numero di casi è…877…sì, avete capito bene, fino a dicembre 2020 sono stati riportati 877 casi su un campione di 363,327 individui.
A questo punto, o il Centro per la prevenzione delle malattie pubblica dati errati, oppure, ipotizziamo, non sarà che molti casi di influenza stagionale sono stati conteggiati come Covid19?
E a gonfiare il numero dei malati di Covid19, ci sono anche altri casi, come quello accaduto a Grand County, Colorado: un omicidio-suicidio di due persone che la polizia locale aveva catalogato come causato da “arma da fuoco”, è stato riportato dagli ufficiali della sanità pubblica come morti da Covid19.
La stessa CDC ha dichiarato che il 94% dei decessi attribuito al Covid19 sono stati causati da altre patologie concomitanti.
La questione inoltre è, se qualcuno viene testato positivo al Covid19 e poi muore per altre cause, perché viene catalogato come decesso causato da Covid19?
Che cosa si nasconde dietro questa vera e propria ossessione meticolosa ad attribuire anche una semplice influenza stagionale al Covid19?
La fretta con cui sono stati realizzati i vaccini forse ci può fornire una risposta a questa domanda.
 
1610138151018.png
1610138183975.png
1610138329058.png
1610138251473.png
1610138366430.png
1610138397067.png
 

Allegati

  • 1610138221118.png
    1610138221118.png
    353,3 KB · Visite: 150
  • 1610138438347.png
    1610138438347.png
    77 KB · Visite: 141
  • 1610138473005.png
    1610138473005.png
    91,8 KB · Visite: 150
  • 1610138498505.png
    1610138498505.png
    49,6 KB · Visite: 153
Vaccino, gli infermieri non si fidano: “Il documento della Pfizer è ambiguo”
Maurizio Blondet 3 Gennaio 2021
“Alla luce dell’attuale panorama normativo, non esiste alcuna norma che preveda la facoltà del datore di lavoro di imporre, a pena di vietarne l’accesso sul luogo di lavoro, ai propri dipendenti i predetti vaccini” (Avvocato Francesco Scifo, Giuristi per la legalità)
da Il Tempo

«Abbiamo esaminato attentamente il modulo di consenso elaborato da Pfizer-Biontech – spiega su il Gazzettino, l’avvocato Destro, che sta seguendo la vicenda assieme alla collega Serena Pomaro – ricavandone che si tratta di un’esenzione da responsabilità, estesa non solo all’azienda produttrice del vaccino ma anche al personale sanitario incaricato della somministrazione – continua – vi sono almeno quattro frasi che lasciano quantomeno perplessi:
«Il vaccino potrebbe non proteggere completamente tutti coloro che lo ricevono… (pag. 9),
«Il vaccino può causare reazioni avverse… (segue l’elenco a pag. 10),
«L’elenco di reazioni avverse sovraesposto non è esaustivo di tutti i possibili effetti indesiderati che potrebbero manifestarsi durante l’assunzione del vaccino Pfizer (pag. 11),
«Non è possibile al momento prevedere danni a lunga distanza (pag. 11)».
Secondo quanto riferisce l’avvocato, non risulta al momento che altre aziende concorrenti di Pfizer abbiano preteso la firma di un documento analogo.
Calpestato il fondamento stesso del diritto: la Simmetria
MB:

(In pratica, Pfizer si esenta da ogni responsabilità per i danni che può provocare il suo vaccino, mentre pretende che la responsabilità se la assumano gli infermieri – minacciati altrimenti di qualche sanzione lavorativa. Questa è barbarie giuridica radicale: è la violazione di fondamenti basilari del diritto: la Simmetria, l’Oggettività, l’Invarianza. Siccome il corpo giudiziario è viziato e corrotto dal positivismo giuridico (applica leggi positive senza porsi il problema se giuste o no), e dall’abitudine di disapplicare pure quelle agli amici (Palamara) – e soprattutto ignorante della filosofia — bisogna chiarire che la Simmetria è “La Legge a cui devono sottostare tutte le leggi”, persino quelle della fisica.
La Simmetria nella relazioni giuridiche fra liberi si può esprimere così: “Tu hai diritto di vietare a me ciò che io ho il diritto di vietare a te”.
La Pfizer si è resa impunibile grazie al suo rapporto diretto e non trasparente (eufemismo) con l’euro-oligarchia “legislatrice”, e la penalità la accolla ai sanitari.


Diffida al governo dei Giuristi per la legalità
DIFFIDA AL GOVERNO DAI GIURISTI PER LA LEGALITÀ
Utile ai sanitari che non intendono cedere ai ricatti.
Avvocato Francesco Scifo, Giuristi per la legalità:
…. non esiste alcuna norma che preveda la facoltà o il dovere del datore di lavoro di imporre, a pena di vietarne l’accesso sul luogo di lavoro, ai propri dipendenti i vaccini o i test covid.
Corre invece l’obbligo di segnalare all’attenzione del Suo datore di lavoro che lo stesso non può ignorare l’esistenza nell’ordinamento dell’art. 5 dello Statuto dei Lavoratori, il quale vieta gli “accertamenti da parte del datore di lavoro sulla idoneità e sulla infermità per malattia o infortunio del lavoratore dipendente”.
Tale norma di rango legislativo nega ogni possibilità di accertamento e, quindi, attualmente anche la possibilità di procedere chiedere i test o i vaccini o altre terapie ai dipendenti.
In particolare, il vaccino, in base alla normativa vigente, non può essere richiesto dal datore di lavoro ai lavoratori per ragioni di sicurezza sul lavoro ai sensi della legge n.81/2008 perchè trattasi di prodotto di cui non sono sicuri gli effetti e perchè l’Agenzia Europea del Farmaco ha autorizzato solo con riserva la sua immissione in commercio: si tratta cioè di farmaco sperimentale di cui non sono noti ancora gli effetti e che può essere nocivo non solo a chi lo assume ma anche agli altri dipendenti di prossimità.

Si rappresenta che è sufficiente ai fini del rispetto dell’art. 2087 c.c. per il datore di lavoro la mera applicazione dei Protocolli ad oggi disponibili e/o delle loro successive modifiche ed integrazioni ovvero:
  • dover fornire ai lavoratori una informazione adeguata sulle misure necessarie per arginare il rischio di diffusione del COVID-19, lo stesso deve anche adoperarsi affinché sul luogo di lavoro venga rispettata la distanza interpersonale di un metro; per garantire la corretta areazione dei locali; fornire mascherine e altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, ecc…) ai lavoratori che operino in spazi comuni.
  • L’azienda è poi tenuta ad assicurare la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago; ad adoperarsi al fine di ridurre il più possibile le occasioni di contatto tra fornitori/visitatori esterni ed il personale dare disposizioni affinché i lavoratori, prima dell’accesso, vengano sottoposti al controllo della temperatura corporea e vietare l’accesso qualora la stessa risulti superiore ai 37,5°.
Viceversa, il datore di lavoro NON PUO’ imporre, ad libitum, ulteriori trattamenti sanitari invasivi periodici o saltuari, né può prescriverli alcuna norma avente rango inferiore alla legge, come prevede l’art. 32 della Costituzione.
Infine, si rileva che in base all’art. 28 del regolamento dell’Unione Europea n.536/2014 nessuna ritorsione, sanzione, conseguenza di qualsiasi genere può essere comminata al lavoratore che non presta il consenso ad un trattamento vaccinale tutt’ora solo autorizzato al commercio con riserva nella Unione Europea.
Alla luce dell’attuale panorama normativo, perciò non esiste alcuna norma che preveda la facoltà del datore di lavoro di imporre, a pena di vietarne l’accesso sul luogo di lavoro, ai propri dipendenti i predetti vaccini,
si rappresenta che tale prescrizione presenta anche dei connotati di rilevanza penale a carico del datore di lavoro che invece violi tale normativa prescrivendo un onere che non è legale.
Fatti che devono essere sottolineati, avvertendo il datore di lavoro che il comportamento prescrittivo indebito è allo stato un tentativo di reato che può trasformarsi in reato doloso compiuto, nella forma che l’Autorità giudiziaria potrà ravvisare a carico del soggetto che lo ha disposto.
https://www.repubblica.it/esteri/20...medium=cpc&utm_source=outbrain&obOrigUrl=true

Perciò, può esibire questa nota al suo datore di lavoro e negare il consenso al vaccino.

Qualora vi fossero delle conseguenze denunci il datore di lavoro alla Procura Della Repubblica.
avv. Francesco Scifo
 
Centinaia di Israeliani si ammalano di Covid-19 dopo la somministrazione del vaccino Pfizer/BioNTech
I notiziari israeliani che hanno riferito la notizia hanno esortato il pubblico a rimanere vigile e a rispettare scrupolosamente tutte le precauzioni sul Covid-19 per il mese successivo alla prima dose del vaccino.

 
Come viene prodotto questo vaccino?
Cosa comporta non immettere nel corpo un antigene ma uno “schema”, fatto di DNA o RNA?
Come è stata ottenuta la mappatura genica che si usa al posto del Covid-19?
Perché l'essere umano viene trattato come un "meccanismo"?
Alcune riflessioni per comprendere appieno il pensiero - sia scientifico che spirituale - che sottende il progetto e la realizzazione dei nuovi vac cini.
Leggi tutto...
 
Un vaccino dis-umano
Transumano


Tutti i vaccini di cui si parla e si afferma l’efficacia contro il Covid-19 sono prodotti con un processo di pensiero e un supporto tecnologico molto differenti rispetto a quelli usati per vaccini precedenti, come ad esempio quelli antinfluenzali. La narrazione ufficiale, a reti e testate giornalistiche unificate, decanta ed esalta il fatto che la nuova tecnologia ha permesso di averli a disposizione in pochi mesi rispetto ai sei o otto anni necessari a mettere a punto i precedenti. Viene inoltre vantata una percentuale di efficacia molto elevata.
L’informazione più indipendente, o se si preferisce alternativa, mette in evidenza altri aspetti, quali la mancanza di dati circa le reali reazioni avverse, il sospetto clamore propagandistico a suon di slogan, spot e testimonial, la criminalizzazione di ogni interpretazione ragionata diversa da quella ufficiale, e altri; tutti aspetti certamente importanti e significativi su cui porre attenzione.
Ma il punto essenziale non riceve, a mio avviso, la giusta attenzione, in quanto dai primi viene evitato o sfumato per timore che sorgano domande imbarazzanti, mentre dagli altri viene probabilmente sottovalutato. Si teme o non si vuole entrare troppo in particolari tecnici, e resta così evasa la domanda principale: come viene prodotto questo vaccino? In cosa consiste questa decantata nuova tecnica?

Per rispondere in modo soddisfacente a questa domanda dobbiamo allora addentrarci, almeno in parte e per lo stretto necessario, in aspetti tecnici, e lo faremo attingendo dapprima ad una fonte scientifica ufficiale. Non occorre essere medici o scienziati per comprendere i concetti generali, possiamo farlo tutti, usando un sano pensare; è una fatica che verrà ampiamente ripagata.
Il numero di giugno 2020 del mensile Le Scienze, edizione italiana di Scientific American, rivista di divulgazione scientifica ritenuta tra le più prestigiose, pubblica un articolo, a firma di Charles Schmigt, col titolo: L’impresa del vaccino. Nel sottotitolo leggiamo: “solo l’ingegneria genetica può creare un vaccino per Covid-19 nell’arco di mesi anziché anni”.
Qui viene detto esplicitamente quello che nell’informazione ufficiale viene taciuto, occultato, sfumato o esaltato senza rivelarne i dettagli. Vediamo allora qualche passo dell’articolo:
“Un vaccino convenzionale iniettato nel corpo inserisce frammenti selezionati di un virus nelle cellule vicine al sito di iniezione. Il sistema immunitario riconosce come minacce le molecole di questi frammenti, detti antigeni, e reagisce creando anticorpi, molecole che possono neutralizzare il virus in qualsiasi punto del corpo. In seguito, il sistema immunitario ricorderà come reprimere gli invasori in modo da poter fermare un’infezione futura.”
Poiché questa modalità richiede molti anni:
“I laboratori si stanno quindi rivolgendo ai vaccini genetici, in cui si usano informazioni tratte dal genoma del virus per creare uno schema per la produzione di antigeni selezionati, fatto di DNA o RNA, le molecole che contengono le istruzioni genetiche. I ricercatori iniettano DNA o RNA in cellule umane e il macchinario cellulare usa quelle istruzioni per creare gli antigeni del virus a cui reagisce il sistema immunitario.”
Mentre dunque con i vaccini di vecchia generazione si immette direttamente il visus, morto, attenuato o trattato in vari modi, e questo antigene induce il sistema immunitario a produrre anticorpi contro di esso, col sistema innovativo non si immette l’antigene ma uno “schema”, fatto di DNA o RNA, molecole che contengono “le istruzioni genetiche”. E’ significativo che venga usato il termine “macchinario cellulare”, come vedremo in seguito.
Qualcuno a questo punto può essere tentato di dire: ebbene, in fondo non è poi così differente se immetto nell’organismo il virus attenuato, trattato, oppure lo “schema” che possa “addestrare” cellule umane a produrre esse stesse l’antigene contro il quale il sistema immunitario produca poi gli anticorpi. Ma andiamo avanti:
“Praticamente tutti i laboratori cercano di addestrare le cellule umane a produrre un antigene chiamato proteina spike, che sporge da Sars- CoV-2 come un chiodo su uno pneumatico, permettendo al virus di legarsi ad una cellula e intrufolarsi all’interno.”
Ciò che è dato per scontato (e non dovrebbe esserlo) è che questo antigene, creato dallo schema, faccia produrre al sistema immunitario gli anticorpi per sconfiggere il virus vero. In altre parole si da per scontato che il metodo innovativo produca un risultato del tutto uguale a quello precedente, solo in minor tempo. Ma è davvero così? Facciamo un altro passo.
L’autore ci informa che ci sono tre metodi per ottenere questa proteina spike (=chiodo), cambia solo il vettore usato per introdurre lo schema del virus: un plasmide, un lipide o un altro virus. Per quel che ci riguarda, al di là dei nomi, in tutti i tre metodi il vettore, sia esso una proteina o altro, viene modificato geneticamente, immettendo lo schema detto sopra. Vediamo, come esempio, il terzo metodo.
“Barouch [direttore della ricerca su virologia e vaccini del Beth Israel DeaconessMedical Center di Boston] e i suoi collaboratori di Johnson & Johnson seguono un terzo approccio: inserire lo schema a DNA in un comune virus del raffreddore. Quando è iniettato, questo cosiddetto vettore adenovirale infetta le cellule umane e trasporta a destinazione lo schema che ha con se. Gli adenovirus sono abili nel penetrare le cellule, ma studi passati dimostrano che il sistema immunitario umano ne riconosce facilmente alcuni e li attacca prima che possano introdursi. Barouch usa un adenovirus che in base a test è improbabile che sia riconosciuto.”
In questo metodo si usa dunque come vettore non una proteina, come nei primi due, ma un comune virus di raffreddore e lo si modifica geneticamente immettendo lo schema del Covid-19, lo si inietta affinché esso “addestri” le cellule a produrre esse stesse l’antigene, che a sua volta addestri il sistema immunitario a produrre anticorpi. Ma in questo terzo metodo vi è un valore aggiunto:
“Alcuni esperti, inoltre, temono che un adenovirus possa replicarsi all’interno del corpo e causare malattie. Il gruppo di Barouch sfrutta quindi un virus ingegnerizzato che non può replicarsi in una cellula umana perché per farlo ha bisogno di una sostanza che il corpo umano non fornisce.”
Una logica inoppugnabile! Prima di introdurre lo schema del Covid-19 nel virus di un comune raffreddore, in tal modo modificandolo, lo si, come dire, pre-ingegnerizza, per non correre rischi e causare malattie. Dunque, una doppia ingegnerizzazione. Meglio abbondare….


Usciamo ora dai tecnicismi. Quale pensiero sta dietro a tutta questa costruzione? L’organismo umano è considerato un meccanismo, un computer che attraverso uno schema, una mappatura genica, un software, può essere “addestrato”, appunto, programmato per produrre a piacere ciò che si desidera.
Si spaccia un agire meccanicistico come grande progresso scientifico attraverso il quale si vorrebbe far fare all’organismo, ingannandolo, ciò che esso sa fare molto bene. Lo si vorrebbe ingannare inserendo molecole, proteine, virus o altro geneticamente modificati, che non esistono in natura.
Perché, bisogna onestamente riconoscere a questi ricercatori che la logica ferrea dei loro pensieri sarebbe perfetta se la applicassero ad un meccanismo, appunto, ad una macchina, ad un essere inanimato. La cosa tragica è che essi considerino tale l’uomo e pensino che la vita si possa manipolare come un software di computer.
Tutto ciò sarebbe già sufficiente a guardare come minimo con legittimo sospetto questi esperimenti in cui la cavia è l’essere umano, senonché c’è qualcosa d’altro, che fa crollare, collassare tutto questo castello di pensieri: come è stata ottenuta la mappatura genica che si usa al posto del covid-19?

Già alcuni mesi fa, il dr. Stefano Scoglio, candidato al Nobel nel 2018, in uno studio accurato di 10 pagine, ha dimostrato che non vi è alcuna certezza che il virus del Covid-19 sia mai stato isolato:
“Come è noto, alla base della microbiologia ci sono i famosi Postulati di Koch, che stabiliscono principi di buon senso della ricerca microbiologica (…). Questi postulati sono stati applicati a microorganismi vivi come batteri, ma poiché sono postulati logici si applicano anche a “non organismi” non viventi come i virus, che sono particelle non viventi costituite da un filamento di RNA (o DNA) ricoperto da un involucro (capside) lipoproteico. (…) Ho esaminato tutti gli studi che affermano di aver isolato e persino testato il virus, ma tutti hanno fatto qualcosa di molto diverso: hanno preso il liquido faringeo o bronco-alveolare dei pazienti, quindi lo hanno centrifugato per separare le molecole più grandi e pesanti dalle molecole più piccole e più leggere, come appunto i presunti virus; hanno poi preso il surnatante (la parte superiore del materiale centrifugato) e hanno chiamato quella matrice estremamente complessa “virus isolato”.”
Questo studio non è mai stato confutato, ma come si usa in questi casi, ignorato. Esso è disponibile in rete. (https://salutogenesi.org/media/atta...l-test-per-il-covid-19-di-stefano-scoglio.pdf)

Tante domande sorgono! Cerco allora di riepilogare:
  • questa tecnica innovativa non usa il virus “vero” (ammesso che sia stato isolato) ma una proteina o un altro virus che diventano vettori da iniettare dopo essere stati modificati geneticamente inserendo in essi lo schema del presunto virus vero, con lo scopo di far produrre alle cellule del corpo l’antigene, ovvero parti del virus del Covid-19, la proteina spike.
  • Segue il secondo addestramento, questa volta del sistema immunitario, il quale credendo di avere a che fare con un virus vero, o parti di esse, produce anticorpi contro l’antigene, la proteina spike.
  • E’ lecito a questo punto chiedersi quali effetti può produrre questo “addestramento” del sistema immunitario a fare forzatamente un lavoro che sa fare molto bene da solo.
  • Difatti cos’altro ha fatto in questi mesi, mentre i ricercatori erano chiusi nei loro laboratori, se non produrre anticorpi per combattere questa epidemia influenzale, quest’anno denominata Covid.19?
  • Perché si vuole vaccinare tutti, compresi quelli che la malattia l’hanno fatta, e senza chiedersi se larga parte della popolazione sia già immunizzata “naturalmente”, termine abolito dai protocolli scientifici?
  • Forse allora si sa o si sospetta che non essendoci alcuna sicurezza sul fatto che il virus sia stato isolato, la proteina spike abbia poco o nulla a che fare col Covid-19?
  • Sarà forse questo uno dei motivi per cui vi è una riluttanza a questo vaccino proprio dagli operatori sanitari, malgrado siano i più esposti, da un lato, ma dall’altro anche i più informati?

Probabilmente, anche per questi motivi, nel numero di gennaio 2021 di “Le Scienze”, il Direttore responsabile Marco Cattaneo, nell’editoriale di apertura, dopo aver messo in un unico calderone scienza, elezioni americane e altro, per dimostrare come le notizie false (degli altri) siano perniciose, aggiunge:
“Con la pandemia il clima si è fatto ancora più avvelenato (…). Da ultimo le polemiche sul vaccino a mRNA, di cui qualcuno è arrivato a dire che potrebbe alterare il nostro DNA e trasformarci in OGM. E invece no. L’mRNA entra nelle cellule, viene letto dai ribosomi, che sintetizzano la proteina spike del coronavirus scatenando la reazione immunitaria, e infine degradano senza che ne resti traccia e senza mai venire a contatto con il nostro DNA. Ma tanto è bastato per inasprire i sospetti di chi era già dubbioso.” Capito? Garantisce lui, che ha seguito personalmente il processo dentro ogni singolo ribosoma…
Quello che il Direttore non dice è che i sospetti e i dubbi sono anche quelli di altri scienziati e medici che non sono legati agli apparati di potere e che agiscono e pensano in scienza e coscienza, sapendo di rischiare persecuzioni di vario tipo.

Dunque, in definitiva, dovremmo fidarci di questi apprendisti stregoni, che senza avere la minima conoscenza di cosa sia la vita, senza neppure capire la differenza tra una macchina e un essere umano, scambiato per una serie di reazioni fisiche, chimiche e biologiche, nella loro concezione riduzionistica di uno scientismo dogmatico e dis-umano, pretendono a piacimento di inserire nei nostri corpi neppure più virus veri ma sequenze geniche in vettori transgenici, di cui ignorano gli effetti. Il sistema immunitario è una manifestazione della nostra unicità e ci difende dal mondo esterno.

Qui non è solo in gioco la sacrosanta libertà di scelta terapeutica, da pretendere per tutti i trattamenti sanitari, compresi tutti i vaccini, ma è l’inizio di una pratica che attraverso il connubio tra questa concezione della medicina, la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, tende ad aggredire la natura spirituale dell’essere umano, l’individuo.

Lo fa attraverso pensieri malati, menzogne, pratiche non più oggetto solo di romanzi horror, ma vera filosofia che domina scienza, economia e politica.

Chi ne vuole una prova ulteriore può leggere il numero di gennaio di “Le Scienze”, dove vengono elencate, come tutti gli anni, le “10 tecnologie da tenere d’occhio nel 2021”.Tra esse troviamo:
  • pazienti virtuali: la sostituzione di pazienti virtuali con esseri umani potrebbe rendere i trial clinici più veloci e sicuri
  • medicina digitale: app per la diagnosi e addirittura la cura dei nostri mali
  • sintesi di genomi completi: il prossimo livello dell’ingegneria cellulare
E’ tutto chiaro? Pazienti virtuali, medici virtuali, genomi sintetici: il pranzo è servito, e buon appetito! Questa volta possiamo concordare con gli estensori degli articoli: sono da tenere d’occhio, e noi li terremo d’occhio, anche se non nel senso che essi auspicano.

Dobbiamo prepararci a difendere la sacralità del nostro corpo da intrusioni, l’integrità del nostro pensare dalle menzogne, a difendere i nostri sentimenti ed emozioni dalla paura e da suggestioni create ad arte, la nostra volontà dalla passività e dalle presunte comodità di innovazioni utili solo a chi vuole controllare le nostre coscienze.

Le alternative esistono. Questo scritto ha cercato di mettere a fuoco il primo atto, quello della difesa, la cui prima arma è la conoscenza, qualcosa di più di semplici informazioni. La lunghezza che esso ha dovuto assumere mi obbliga a rimandare a un successivo scritto il secondo atto che avrei voluto trattare contestualmente, cioè cosa si può fare, oltre che difenderci? Lo so, molti preferiscono passare direttamente al secondo atto senza troppe complicazioni, ma per trasformare il male bisogna conoscerlo e penetrarlo. Ed è faticoso, come è stato faticoso redigere questo scritto, e come lo è probabilmente anche il leggerlo.

8 gennaio 2021

Sergio Motolese
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto