Mi prenderò forse un paio di vaffanculi, ma rischio per l'amore che nutro verso tutte le forme di vita: mi piacerebbe molto che le persone riflettessero non solo quando sono vittime e su quanto sono vittime, ma anche su quanto sono carnefici, magari tutti i giorni, a volte senza saperlo, altre volte chiudendo gli occhi.
Mi piacerebbe un risveglio globale delle coscienze, che portasse, e so di parlare come Miss Universo davanti ai giudici dle concorso
, a che Caino non uccida più Abele, ma anche a che Abele non uccida più una delle sue pecore.
Il primo luogo di discriminazione, e al tempo stesso la più grande palestra di disuguaglianza è il piatto in cui mangiamo. Senza rendercene conto ci esercitiamo ogni giorno alla violenza e alla legge del più forte, e tutto questo esercizio ce lo ritroviamo con un collega, un conoscente, un estraneo. Coltiviamo la cultura della sopraffazione e dell'indifferenza verso la sofferenza.
Opinione personale, sono andato un pò OT, chiedo venia
p.s. Abele non uccideva le sue pecore, biblicamente parlando Dio concesse agli uomini di poter mangiare carne dopo il diluvio universale, ovvero circa 2mila anni dopo Caino e Abele. Il mio era solo un modo di dire.
