News, Dati, Eventi finanziari Offerta Argentina: risposta ai quesiti di interesse generale (2 lettori)

giuseppe.d'orta

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Nigeria: parlamento Chiede a Governo Blocco Pagamenti Debito Estero

Mica scemi. Se l'Argentina ha pagato 30 perché gli altri dovrebbero pagare 100?
 

gastronomo

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ARGENTINA: BOND; FMI NON CHIEDERA' RIAPERTURA OFFERTA /ANSA
(ANSA) - BUENOS AIRES, 9 MAR - Il Fondo monetario
internazionale non sembra propenso a premere su Buenos Aires
perché riapra l'offerta per i creditori che non hanno aderito
al concambio per i bond in default, accettata dal 76% di essi.
"Continueremo a restare fuori dalla ristrutturazione dei
titoli", ha appunto assicurato un funzionario dell'organismo,
citato oggi dal quotidiano 'Clarin'.
Un'asserzione, confermata indirettamente da 'Pagina/12',
secondo il quale il ministro Roberto Lavagna, a Washington, si
é sentito dire dal responsabile per l'Argentina dell'Fmi, John
Dosdworth che "l'organismo è soprattutto preoccupato per una
possibile ripresa dell'inflazione". Che, infatti, è i leit
motiv sul quale ormai più insistono i media locali.
"Se l'Fmi chiedesse la riapertura dello swap, creerebbe un
cattivo precedente per eventuali futuri casi di default, in cui
i creditori riterrebbero che possono ignorare il primo", ha
rilevato in proposito l'economista Miguel Bein.
"L'Fmi non ci ha suggerito un nuovo concambio, né eventuali
accordi extragiudiziari con gli 'holdout'", ha detto però a
'La Nacion' un funzionario della delegazione argentina, che ieri
ha concluso la visita a Washington.
In pratica, per chi non ha aderito allo swap non restano che
le vie giudiziarie che, secondo lo stesso funzionario, "si
protraranno per tre o quattro anni e bisognerà vedere come si
concluderanno".

In proposito, al di là del fatto che, per ora, nessun
tribunale estero ha disposto sequestri di beni argentini, il
ministro della giustizia Horacio Rosatti è tornato oggi alla
carica, sostenendo che la giustizia argentina "potrebbe
respingere" le risoluzioni dell'Icsid, il tribunale arbitrale
della Banca Mondiale, al quale si sono rivolte le multinazionali
che operano nel Paese (chiedendo indennizzi per 18 miliardi di
dollari) e al quale vorrebbero ricorrere gli 'holdout'.
D'altra parte, proprio la Banca Mondiale, è stato il primo
degli organismi internazionali del credito a riaprire la borsa
per l'Argentina dopo lo swap (ha annunciato ieri un credito per
350 milioni di dollari alla provincia di Buenos Aires), mentre
il Banco internazionale di sviluppo (Bid) ha definito per primo
"un successo" la ristrutturazione dei bond in default.
E' appunto in questo contesto che, oggi, l'Argentina ha
pagato all'Fmi due scadenze per 146,2 milioni di dollari, una
delle quali avrebbe potuto benissimo essere rinviata di un anno.
In pratica, secondo gli analisti, anche forte del fatto che,
dopo lo swap il suo rischio paese (470 punti) è ben al di sotto
di quello di Russia, Ecuador ed Ucraina (dai 1.400 ai 1.900
punti) dopo simili operazioni, Lavagna ha voluto confermare che,
con riserve per 21 miliardi di dollari, può senz'altro dire no
alle esigenze dell'organismo.
Tant'é che, secondo 'Pagina/12' ha già risposto picche a
Dodsworth per il suo timore della ripresa dell'inflazione,
perché "prima di contrarre l'economia, bisogna raggiungere un
forte incremento degli investimenti".
Probabilmente, una prospettiva indicata al titolare dell'Fmi
lo spagnolo Rodrigo Rato da Miguel Sebastian Gazcon, il
principale consigliere economico di José Luis Zapatero, che ha
parlato con lui, scrive oggi il 'Clarin', prima del suo incontro
con Lavagna. D'altra parte, assicura sempre il giornale, il
ministro ha anche avuto "sostanziali parole di comprensione"
da parte del segretario al tesoro Usa, John Snow. (ANSA).
 

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ARGENTINA: INDISCUTIBILE IL SUCCESSO DEL CONCAMBIO

NEW YORK (ANSA) -- BUENOS AIRES, 10 MAR - Il presidente Nestor Kirchner ha assicurato che "il successo del concambio dei bond in default e indiscutibile", e ribadito ancora una volta che "e assolutamente impossibile" che si riapra l'operazione per i creditori che non hanno aderito allo swap.
In un'intervista ad un canale televisivo di Buenos Aires, andata in onda ieri sera, il capo dello stato ha anche sostenuto: "Quando diciamo al mio amico Rodrigo Rato (il titolare del Fondo monetario internazionale ndr.) che stiamo avviandoci verso la normalizzazione dell'Argentina, vogliamo anche dirgli che non siamo disposti ad accettare estorsioni o pressioni che impediscano la governabilita del paese".

In proposito, Kirchner ha fatto riferimento anche ai vari passi - in pratica sia nell'ambito dell'Fmi che del G 7 che ricorrendo all'Icsid, l'organismo arbitrale della Banca Mondiale - intrapresi dalle multinazionali che pretendono da tempo un aumento delle tariffe dei servizi pubblici che gestiscono nel paese, avvertendo: "Dovranno abituarsi al fatto che devono adeguarsi alle leggi argentine. Quelle che vorranno lavorare in Argentina che lavorino.

In caso contrario sanno cosa devono fare". Insomma, secondo gli analisti, una specie di "prendere o lasciare", che nel loro caso sarebbe andarsene dal paese, gia messo in atto nei confronti dei creditori con bond in default.

Intanto, oggi, Carlos Sarazaga, direttore dell'Istituto per gli affari latinoamericani della Riserva Federale di Dallas, Usa, interpellato da una radio di Buenos Aires sul tema del concambio, ha assicurato: "Il Fondo monetario e stato dislocato dal centro della scena. In termini calcistici non e piu un arbitro, ma solo un guardialinee".

"L'arbitro vero e il mercato", ha aggiunto il funzionario. Sarazaga ha infine sostenuto che "l'eccessivo indebitamento dell'Argentina negli Anni '90 e' legato all'Fmi che, in questo modo, ha sussidiato speculazioni finanziarie". "Pur se questo e un punto di vista semplicistico della questione e quello che prevale nel governo degli Stati Uniti", ha concluso l'alto funzionario della Riserva Federale. (ANSA)
 

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ARGENTINA: BOND; FMI NON CHIEDE RIAPERTURA CONCAMBIO
(ANSA) - WASHINGTON, 24 mar - Il Fondo monetario
internazionale ha affermato oggi di non aver chiesto all'
Argentina di riaprire il concambio dei suoi bond in default,
chiuso il mese scorso e al quale non ha aderito circa il 24% dei
detentori di obbligazioni.
"Questo è qualcosa che non stiamo chiedendo", ha detto
oggi a Washington il portavoce dell'Fmi, Thomas Dowson.
Nella conferenza stampa odierna, Dowson ha ricordato che
"alcuni creditori, sia istituzionali che privati, sono
interessati alla riapertura del concambio", ma ha anche
spiegato che "le autorità argentine già hanno chiarito la
propria posizione in proposito".
La scorsa settimana, durante la visita del ministro
dell'Economia argentino Roberto Lavagna a Washington, alcune
fonti sostennero che tanto il Fmi quanto le autorità Usa
avevano chiesto la riapertura del concambio. Dowson ha ricordato
quella visita spiegando che è servita a cominciare il lavoro
sulla revisione annuale del debito nel contesto dell'articolo 4:
le riunioni - ha sottolineato - sono state "cordiali" e
"produttive". (ANSA).
 

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ARGENTINA:CAUSA NY;DUBBI SU QUOTAZIONE BOND DA VENERDI'/ANSA
(di Maurizio Salvi)
(ANSA) - BUENOS AIRES, 30 MAR - Dopo una prima reazione di
soddisfazione per la sentenza del giudice statunitense Thomas
Griesa, il governo argentino ha assunto un atteggiamento di
prudenza riguardo ai 7.000 milioni di dollari di bond del
vecchio debito privato in default su cui si deve esprimere la
Corte d'appello del secondo circuito di New York.
Griesa, una vecchia conoscenza delle autorità argentine
perché è presso di lui che da anni presentano le loro denunce
entità e privati che rivendicano pagamenti da Buenos Aires in
tema di debito, ha infatti da una parte rimosso l'embargo
preventivo posto lunedì scorso sui titoli su richiesta del
fondo Elliot, ma allo stesso tempo ha chiesto ad un tribunale
superiore di confortare la sua decisione.
L'aspetto più delicato di questa vicenda è che l'agenda del
concambio del debito estero argentino in default per 81,8
miliardi di dollari realizzato fra il 14 gennaio ed il 25
febbraio prevedeva che i nuovi bond (Par, CuasiPar e Discount)
per 35.260 milioni di dollari fossero quotati ufficialmente a
partire dall'1 aprile.
Non è certo che la Corte d'appello chiamata in causa possa
emettere una sentenza entro questa data, per cui la stampa
argentina si chiede oggi se la procedura di quotazione potrà o
no realizzarsi, nonostante l'intoppo giudiziario.
La vicenda ha mostrato anche una certa divaricazione di
posizioni fra il presidente della repubblica Nestor Kirchner ed
il suo ministro dell'economia, Roberto Lavagna.
Attimi dopo la diffusione della sentenza, la Casa Rosada ha
manifestato "grande soddisfazione". Il portavoce Miguel Nunez,
ha confermato che "ci aspettavamo che questa fosse la
sentenza". Essa, ha precisato, "ci dà la tranquillità che la
logica con cui abbiamo operato è la logica che impererà".
Minuti dopo anche il Ministero dell'economia ha diramato un
breve comunicato, più moderato nei toni, ed in cui si esprime
"compiacimento per la sentenza firmata da giudice Griesa". Ma
si aggiunge che "il Ministero spera che la Corte d'appello si
riunisca rapidamente per prendere una decisione al fine di
permettere che il processo di concambio dei bond del debito
sovrano si completi nei termini previsti nell'operazione".
Fonti giornalistiche a Buenos Aires assicurano che i tecnici
di Lavagna studiano tutti gli scenari. E sostengono che è stata
verificata anche la possibilità di raggiungere con il fondo
Elliot, che in questa causa si è presentato come Fondo NML
basato nelle Isole Cayman, un accordo extragiudiziale in caso di
una possibile sentenza avversa.
Questo permetterebbe di sbloccare la situazione ma
rappresenterebbe un punto a favore di quanti - fondi e privati -
integrano il gruppo di oltre 20.000 milioni di dollari di bond
in default (il 24% del totale) che non hanno aderito allo swap.
In attesa dello sviluppo di questa intricata situazione,
l'Argentina dovrebbe in queste ore pagare l'onorario (circa 200
milioni di dollari) delle banche internazionali e argentine che
hanno partecipato all'operazione di concambio, e preparare il
pagamento cash di 690 milioni di dollari corrispondenti a tre
tagliandi del titolo Par e due del Discount che avevano come
scadenza il 31 dicembre 2003.(ANSA).
 

gastronomo

Forumer storico
ARGENTINA: BOND; STOP A PROCEDURA NUOVO COLLOCAMENTO
(ANSA) - BUENOS AIRES, 31 MAR - Il governo argentino ha
confermato oggi ufficialmente che, diversamente da quanto in un
primo tempo previsto, il collocamento dei nuovi bond frutto del
concambio del debito estero privato in default non avverrà
domani, ma in una fase successiva.
Il coordinatore del governo, Alberto Fernandez, ha detto oggi
al riguardo a Radio America che la decisione è dovuta alla
necessità di attendere la sentenza della Corte d'appello di New
York sul blocco di 7.000 milioni di dollari di vecchi bond
consegnati da creditori che hanno aderito (in totale sono stati
il 76,15%) alla Bank of New York.
Il giudice Thomas Griesa, chiamato in causa dal fondo Elliot,
ha accolto la tesi del governo argentino sulla proprietà
privata di tali titoli ed ha revocato il sequestro, ma ha
chiesto ad una istanza superiore della magistratura statunitense
di confermare la sua decisione.
"Quello che resta da fare - ha osservato Fernandez - è la
materializzazione del concambio, che si traduce nella emissione
di titoli del debito (per 35.251 milioni di dollari). Ma a causa
della sentenza della giustizia statunitense, questo subirà un
ritardo". (ANSA).
 

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