OGNUNO VEDE QUEL CHE TU PARI, POCHI SENTONO QUEL CHE TU SEI

DANY1969

Forumer storico
(Niccolò Macchiavelli)
Buona settimana a tutti :)
Siete sopravvissuti al black friday? :confused: Io fortunatamente sono sprovvista di euri così non ho corso nessunissimo pericolo :rolleyes:
Mio fratello a settembre è stato in Groenlandia :)

23550167_10212503730520861_9203654143224317535_o.jpg
 
Buongiorno. Le iniziative demenziali non sembrano riservate solo al nostro paese

Nella città dei Lumi, oggi faro del politicamente corretto estremo, la mobilitazione è scattata in difesa dei topi di fogna,
già sdoganati da Remy, il simpatico protagonista del cartoon Ratatouille.

Una petizione lanciata da una psicologa infantile, Josette Benchetrit, ha raccolto oltre 25 mila firme per porre fine al «genocidio».
Non è una goliardata dadaista, la sindaca è accusata di spendere denaro pubblico, 14 milioni di euro,
per fare strage di «esseri senzienti che per legge vanno trattati come gli esseri umani».

Anziché prendersela con i ratti e «condannarli a morte, bisognerebbe trovare un contraccettivo politico contro le fobie».
«Eliminiamo i fascisti, invece», scrive un firmatario. «Anche i socialisti», suggerisce un altro.

Secondo la psicologa i ratti «sono solo capri espiatori d'una convenzione sociale puramente estetica, fossero dotati d'una bella coda folta, verrebbero trattati come dei teneri scoiattoli».

E la leptospirosi, e la toxoplasmosi e la salmonellosi e la peste bubbonica?
Tutte balle, stereotipi borghesi, fake news diffuse dalle case farmaceutiche che vogliono continuare a torturare i sorci.
Anzi, secondo la nouvelle vague animalista, le pantegane sono utilissime all'ecosistema metropolitano, più sostenibili della differenziata.
«Consumano ogni giorno 9 tonnellate d'immondizia», ha testimoniato Pierre Falgayrac, massimo esperto delle chiaviche parigine.
 
Da mesi i media francesi documentano l'imperversare giorno e notte di un esercito tra i quattro e i sei milioni di ratti in una metropoli di 2.3 milioni di abitanti.

Un attacco senza quartiere, da quelli radical chic come il Marais, ai Campi Elisi, al Campo di Marte all'ombra della Torre Eiffel, il prediletto da turisti e bambini.
Le Parisienne ha titolato «nuova presa della Bastiglia», che è la piazza da dove parte boulevard Richard-Lenoir, ritenuta la centrale operativa delle pantegane parigine.

Molti degli 800 parchi e giardini sono ormai in mano al nemico e sono stati chiusi per ordine della sindaca Anne Hidalgo,
la quale ha a lungo tentennato a dichiarare guerra, nel timore d'aggravare l'emorragia di turisti, già in calo di circa il 30 per cento a causa degli eventi terroristici.

L'assessore Salines ha avviato quasi duemila interventi, ma con scarsi risultati, perché le nuove norme europee
impediscono l'uso del tradizionale arsenico e così del nuovo veleno light i ratti se ne fanno un baffo.

«Da una coppia si generano 950 esemplari in due anni, se non interveniamo drasticamente sarà una catastrofe», ha detto Salines.
 
10.023.876 abitanti

Alla votazione hanno partecipato 4286 iscritti = 0,042%

Ha vinto le regionarie con 793 voti.

Questa si chiama rappresentatività del popolo....0,008%
 
Capita anche questo ....a chi ha a cuore il proprio lavoro.

C’era una volta il medico condotto, sapevi dove abitava, a quale baretto prendeva l’aperitivo,
se andava in chiesa lo aspettavi a fine messa, per Natale e feste comandate c’era l’obbligo morale del regalino,
la bottiglia, il panettone, in alcuni casi perfino un libro.
Se lo chiamavi alle tre del mattino, il sciur dutur arrivava a volte con i pantaloni del pigiama,
le occhiaie e il fiato corto, però ci potevi sempre contare e alla fine se tutto era andato per il meglio
ci si accomodava in tinello per il primo caffè della giornata.

Spesso scapolo e “bon vivant”, con il farmacista, il prete e il notaio, faceva parte dei notabili del paese
e oggi lo si ritrova quasi sempre nei romanzi di Andrea Vitali, sopravvissuto almeno nelle lettere alla burocratizzazione del ruolo,
che impone ai condotti di oggi, i medici di base, un lavoro impiegatizio di scrittura ricette e visite a cottimo.
Finito il turno, il telefono rimane quasi sempre spento, di notte non si alza più nessuno perché c’è il 112 la Croce Rossa e il pronto soccorso.
Se uno sta male anche per un ritorno di febbre o un mal di pancia forte si digita e tanti saluti,
così i tempi di attesa nei pronto soccorso diventano biblici, gli infermieri sbarellano e i medici di turno vedono la Madonna.

Il dottor (ometto il nome) è il primario di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Merate,
molto apprezzato dalle pazienti che stanno inviando decine di mail di solidarietà dopo che la Asst
- l’ospedale insomma, ma le sigle cambiano a ogni stagione - lo ha sospeso dal servizio per ben due mesi
insieme al direttore medico Gedeone Baraldo, perché si è ricordato forse dei medici condotti di un tempo,
sempre in servizio, costi quel che costi, tipo il dottor Manson della “Cittadella” con i suoi minatori.

Medici che hanno ancora presente il giuramento di Ippocrate, nel quale tra l’altro si legge:
«Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio; mi asterrò dal recar danno e offesa»,
e non soltanto l’orario di fine turno, i protocolli, la spesa sanitaria e le mille sfumature della burocrazia che paralizza da sempre il Paese.

Cosa ha combinato dunque (..........) per guadagnarsi gli strali della italica burocrazia?

Ha semplicemente fatto il suo dovere, anzi di più, lo ha fatto pure il sabato per evitare alle pazienti,
magari incinte e affaticate, attese snervanti e accorciare tempi di smaltimento visite lunghi quanto una gestazione.
Naturalmente un medico per lavorare al meglio, deve aver bisogno di strutture adeguate,
quindi di sale operatorie attrezzate e assistenti preparati, non può improvvisare, pena la salute,
così l’aver usufruito di tutto ciò fuori dall’“attività ordinaria” gli è costato il posto per sessanta giorni, con improvviso ritorno mediatico.

L’Asst - le commissioni di disciplina e tutto il resto - avranno anche seguito tutte le procedure:
(«Azienda è tenuta, in virtù delle specifiche norme di legge, a prendere in considerazione le segnalazioni di operatori ed utenti,
espletando approfondimenti tecnici ed avvalendosi degli uffici competenti e di Commissioni esterne»,
dice una nota in burocratese stretto). Ma la reazione di sindaci e pazienti è veemente: volano raccolte di firme.

Il primario che volle farsi medico condotto, come nei migliori romanzi d’appendice ha il sostegno morale di chi ha curato,
ma per fortuna una volta tanto non è letteratura ma realtà, e in un mondo capovolto e spesso finto come il nostro di oggi
allarga il cuore vedere la solidarietà spontanea delle pazienti e il loro affetto.
Su questo dovrà far leva il dottor (............) per ripartire, le mamme sono tutte con lui.
 
A proposito di notizie false....fare una ramanzina a questi giornalai ? No vero ? Troppo semplice.

TORINO – Mostrare e denunciare lo stato di abbandono dell’acciaieria Thyssenkrupp di Torino.
Questo il servizio di Lodovico Poletto per il quotidiano La Stampa, ma qualcosa non torna.
Le immagini mostrano uno stabilimento abbandonato, in cui sembra facile intrufolarsi,
ma in un comunicato la Thyssenkrupp smentisce che si tratti della sua sede di Torino, proprio la sede in cui dieci anni fa morirono sette operai.

Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre saranno passati 10 anni dall’incidente.
Per commemorare l’avvenimento e denunciare il presunto stato di abbandono dell’area,
Lodovico Poletto de La Stampa ha deciso di mostrare lo stabilimento e le sue attuali condizioni.
Munito di telecamera, Poletto mostra quanto è facile entrare nei vecchi stabili attraverso una rete divelta
che lascia accedere a un capannone incustodito con cavi spezzati, grosse fessure a terra e macchie nere sulle pareti.

Ne viene fuori un’immagine grottesca dello stabilimento, ma, fa sapere l’azienda, non si tratta della Thyssen.
Tutte le immagini mostrate nel filmato fino al minuto 2.32 e le foto pubblicate sul quotidiano di Torino,
non sono dello stabilimento Acciai Speciali Terni, ma della fabbrica adiacente ex Ilva.


Questo l’errore commesso dal giornalista che non avrebbe potuto accedere ai veri e propri stabilimenti teatro dell’incidente
poiché la stessa azienda ha un servizio di sorveglianza che dal primo settembre 2017 prevede un presidio
che occupa l’area 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con tanto di portineria, più un servizio di ronde mobili (due durante il giorno e quattro di notte).

È inoltre attivo un servizio di pulizia interna e le zone pericolanti sono transennate e segnalate:
la macchia nera sul muro descritta come il segno ancora visibile dell’incendio del 2007 è stata in realtà provocata da una colata di acido dei macchinari.

Non è ancora chiaro se il giornalista de La Stampa abbia sbagliato in buona fede o abbia cercato a tutti i costi la notizia,
quel che è certo è che le immagini e le foto che dovrebbero denunciare il degrado del luogo in cui dieci anni fa è avvenuta una tragedia
non sono quelle reali e non rappresentano in alcun modo lo stato reale delle cose.
 
Partiamo da un presupposto reale. Dati Viminale.
L'80% degli immigrati sono clandestini. Non sono oggetto di aiuto economico od umanitario.

Mi chiedo. Perchè una proposta del genere non viene fatta per accogliere i
senza tetto Italiani. Persone nate in Italia, cresciute in Italia, che magari hanno anche pagato
le tasse all'Italia ? Ed i padri separati che vivono in auto ? E gli anziani indegenti ?

ROMA – Mille euro al mese per ogni famiglia che sceglie di accogliere migranti.
La proposta, rivolta ai romani, arriva dal Campidoglio,
che sta provando a ridisegnare la mappa dell’accoglienza sul territorio capitolino.

Lo ha annunciato in anteprima al quotidiano Il Messaggero, l’assessora ai Servizi Sociali della Giunta Raggi, Laura Baldassare.

L’idea è di spalmare i richiedenti asilo in tutti i quartieri, così da svuotare gradualmente i centri al Tiburtino III e a Tor Bella Monaca e
“portando per la prima volta gli Sprar (le strutture per i richiedenti asilo) anche ad Acilia”,
nel complicato X Municipio, quello di Ostia e “a Ottavia nel territorio del XIV”.

Ma la novità, spiega Baldassarre è che
“per la prima volta, apriamo all’accoglienza delle famiglie.
Anche i romani potranno ospitare i richiedenti asilo.
È un modello che abbiamo studiato: in Nord Europa funziona”.

La sperimentazione parte da un compenso di “circa 30-35 euro al giorno”. A conti fatti sono mille euro al mese

.............se il nostro modello deve essere il Nord Europa....sinceramente....con i problemi che hanno .......possiamo farne a meno.
 
Perchè dobbiamo sempre utilizzare parole che non appartengono al nostro vocabolario ?

Ma forse gli Inglesi o gli Americani utilizzano parole di origine latina (non mi permetto di dire "italiane".

Chi è il caregiver ?
 
PECHINO – La Cina ha dato il via alla ‘rivoluzione delle toilette‘.
Dopo rivoluzioni dal nome forse più nobile, a Pechino e dintorni hanno deciso
che il nemico da aggredire oggi, magari non l’unico, sono i bagni pubblici.

Così come sono ora sono una vergogna nazionale: sporchi, puzzolenti e spesso più simili a vecchie ritirate che a moderni gabinetti.
Una crociata che può apparire decisamente più prosaica rispetto ad alti ideali o poco concreta a confronto di questioni molto pratiche
come la politica estera, ma che in realtà punta ad incidere su due temi niente affatto di secondo piano: salute pubblica e turismo.
E potrebbe valere molti più soldi di quanti possiamo anche solo immaginare.

Il presidente cinese Xi Jinping, che già nel 2015 aveva sollevato la questione dal punto di vista turistico,
ha spiegato ora che investire sui bagni pubblici serve non solo ad attirare più turisti – e con loro più soldi – ,
ma l’obiettivo è anche quello di migliorare la qualità della vita dei cittadini.

“La questione delle toilette non è di poco conto” – ha dichiarato Xi al congresso del Partito Comunista Cinese – “È un aspetto importante nella costruzione di città e villaggi civilizzati”.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto