OGNUNO VEDE QUEL CHE TU PARI, POCHI SENTONO QUEL CHE TU SEI

Non è un caso. E’ un metodo.

Con un pretesto, le fake news, e uno scopo finale: mettere a tacere le voci davvero libere.

Attenzione, non si tratta di una questione meramente italiana bensì di quella che definirei una “corale internazionale”.
Il là lo hanno dato gli Stati Uniti, dove, dopo la vittoria di Trump, è partita una massiccia campagna ispirata
dagli ambienti legati al partito democratico con l’entusiastico consenso di quello repubblicano,
nella consapevolezza che la prima grande e inaspettata sconfitta dell’establishment che governa gli Usa da decenni
non sarebbe avvenuta senza la spinta decisiva dell’informazione non mainstream.
 
Questa proposta è veramente demenziale....segnalazioni degli utenti ? ...di chi ?

La legge bufala


Il Partito democratico, in crisi di consensi dopo il flop siciliano, ha pensato di presentare una proposta di legge fuori tempo massimo
– perché le elezioni sono troppo vicine per un’approvazione – e con intenti semplicemente irraggiungibili
.

Secondo il testo in elaborazione, infatti, dovrebbero essere nientemeno che i colossi del web – Facebook, Twitter e compagnia –
a vigilare sui contenuti postati dagli utenti, con multe che potrebbero toccare il mezzo milione di euro
per ogni post inficiato da una bufala
non rimosso e cinque milioni per errori più gravi “di sistema”.

Entro ventiquattrore, secondo la proposta, i social media dovranno intervenire per rimuovere le informazioni false o tendenziose in base alle segnalazioni degli utenti.

Per offese passibili di denuncia, servirà invece una settimana: insomma, le compagnie digital dovranno sostituirsi a magistrati,
agenzie internazionali, osservatori per la tutela di minoranze e via discorrendo, forse anche al Parlamento stesso.

Uno scenario se vogliamo ancor più apocalittico di quello attuale, in cui sarebbero solo le poche corporation della rete a discernere il vero dal falso.

E il deterrente per le eventuali inadempienze quale dovrebbe essere?
Se Facebook o Instagram non avranno cancellato un contenuto su indicazione degli iscritti,
allora la proposta di legge prevede che questi potranno rivolgersi al Garante per la privacy:
un’eventualità che, ne siamo certi, sta già facendo tremare l’intera Silicon Valley.

Beninteso: non è vero come dice Salvini che “bisogna occuparsi di problemi più seri”,
ma sicuramente il modo di affrontare la questione da parte del Partito democratico è completamente inefficace
e ha solo la finalità elettorale di tracciare un confine tra “bufalari” e non (il che, comunque, resta tutto da dimostrare).

Visto il dibattito in corso sulla web tax, con continui stop e rimandi in commissione che non riescono neanche a stabilire
un piano comune su cui far pagare le tasse alle compagnie di internet, forse pretendere di sistemare con un colpo di spugna
una questione che inciderà nei prossimi decenni delle vicende internazionali, è un passo un po’ troppo lungo.

Senza contare, poi, che Prima dell’era di internet era più semplice conoscere la tendenza di un giornale o di un’emittente.

Oggi, nel calderone dell’informazione è tutto infinitamente più liquido e confuso, ed è difficile tracciare linee nette
:
si pensi a Scalfari che ha comunicato di preferire l’arcinemico di una vita Silvio Berlusconi a Luigi Di Maio.

E di fronte a questo panorama, viene quasi nostalgia del Tg4…
 
Una mosca bianca. Qualcuno che sa ancora pensare e soprattutto
qualcuno che esprime il suo pensiero.

La cronaca è un susseguirsi di episodi mortificanti:
la scuola che abolisce il presepe nel segno del politicamente corretto,
il parroco che ha paura di celebrare la messa di mezzanotte,
la comunità che rinuncia ai canti tradizionali per non urtare l'altrui sensibilità.

Il filosofo si spazientisce di nuovo, poi taglia corto come una ghigliottina: «Sono i cristiani i primi ad aver abolito il Natale».

Professore, vuole provocare?

«No, la verità è che l'indifferenza regna sovrana e avvolge un po' tutti: i laici e i cattolici».

D'accordo, c'è un Natale dei pacchi e dei regali e poi?

«E poi, io che non sono credente mi interrogo: c'è un simbolo che ha dato un contributo straordinario alla nostra storia, alla nostra civiltà, alla nostra sensibilità».

Che cosa è per lei il cristianesimo?

«Il cristianesimo è una parte fondamentale del mio percorso, della mia vicenda, è qualcosa con cui mi confronto tutti i giorni».

Perché laici e cattolici oggi balbettano davanti all'evento che tagliato in due la storia?

«Perché non riflettono, perché non fanno memoria di questa storia così sconvolgente».

Dio che si fa uomo.

«Capisce? Non Dio che stabilisce una relazione con gli uomini, ma Dio che viene sulla terra attraverso Cristo. Vertiginoso».

Forse per lei e pochi altri.

«Appunto. La nostra società è anestetizzata, il Natale è diventato una favoletta, una specie di raccontino edificante che spegne le inquietudini».

Insomma non si difende più il Natale, come ha scritto sul «Giornale» Alessandro Sallusti, perché non si sa più cosa è il Natale?

«Esatto. Se posso generalizzare, e so che da qualche parte ci sono le eccezioni, il laico non si lascia scalfire da questo scandalo; l'insegnante di religione non trasmette più la forza di questa storia, ma se la cava con una spruzzata di educazione civica e il prete, spesso e volentieri, declama prediche, comode comode e rassicuranti, che sono un invito all'ateismo».

Un disastro.

«Si è perso l'abc. La prima distinzione non è fra laico e cattolico, ma fra pensante e non pensante. Se uno pensa, come pensava il cardinal Martini, allora si interroga e se si interroga prima o poi viene affascinato dal cristianesimo, dal Dio che si fa uomo scandalizzando gli ebrei e l'Islam».

Siamo alle prese con uno scontro di civiltà?

«Ma che scontro. Anche dalle loro parti si è persa la portata profonda del fatto religioso. Viviamo in un mondo che dimentica la dimensione spirituale».

Da dove può partire il dialogo con le altre religioni?

«Il dialogo parte dalla consapevolezza, ma se consapevolezza non c'è, allora prepariamoci al peggio. E infatti i cristiani sono, e so che da qualche parte c'è sempre un resto d'Israele, servi sciocchi del nostro tempo».

Insomma, che cosa manca?

«Manca il brivido davanti a una vicenda cosi grande, incommensurabile. Io vedo nei musei le scolaresche che sostano davanti ai quadri con soggetto religioso».

Ce l'ha pure con i liceali?

«No, ce l'ho con i loro professori e non solo con loro. Questi giovani ricevono nozioni di natura estetica, ma poi se ti avvicini e chiedi loro: chi è quel santo? È il Battista? È Paolo? È Giovanni? Ti guardano con occhi sbarrati, non sanno nulla, sono smemorati come il nostro tempo».

Cacciari, ma lei è sicuro di non credere?

«Il filosofo non può credere».

Questo, con rispetto, lo afferma lei.

«Il filosofo non può accettare la lezione cristiana, però è inquieto e riflette».

Dunque lei prega?

«La ricerca a un certo punto si avvicina alla preghiera. Certo, il fedele è convinto che la sua preghiera sia ascoltata, il filosofo prega il nulla. Però resta stupefatto davanti al mistero. E lo assorbe, come ho fatto nel mio ultimo libro su Maria: Generare Dio. Pensi, una ragazzetta che è madre di Dio. Da non credere, anche per chi ci crede».
 
Penso ad un operaio di trafila, ad un metalmeccanico che lavora per "produrre un bene", ad un muratore
che lavora nonostanze del bizze del tempo e che si portano a casa - ben che vada - 2000 euro
e questi ........

Ma come? La città che ancora in questi giorni è in testa alle classifiche del buon vivere,
la provincia felice dove tutto funziona alla perfezione,
il miraggio di ogni amministratore locale che sogna di trattenere sul territorio il 90% delle tasse versate dai concittadini,
ora è considerata una delle suburre d'Italia che ha bisogno di incentivare con un aumento di stipendio il funzionario riluttante a trasferirsi ?

Il pomo della discordia è una delle infinite mance contenute nella legge finanziaria in approvazione.
L'emendamento è stato voluto da Karl Zeller, senatore meranese della Sudtiroler Volkspartei.
I due consiglieri dello Stato costretti a risiedere nella città altoatesina, in mezzo a montagne patrimonio dell'Unesco
e vallate piene di turisti in ogni stagione, saranno risarciti con un'indennità di trasferta o un rimborso.

L'assalto alla diligenza dei soldi pubblici va in scena ogni anno, ed è una vera carica alla vigilia delle elezioni,
tant'è che la manovra è stata infarcita di regalie alle categorie più disparate, dai consiglieri del Cnel agli agenti sportivi, dagli steward degli stadi agli avvocati dello Stato.

Ma Bolzano sede disagiata è una vera presa in giro.

D'altra parte, l'Italia è piena di queste insensatezze.
Per un magistrato è sede disagiata anche Ancona e la bellissima Siena, visto che l'organico è carente, l'arretrato aumenta e dunque c'è parecchio da fare. Chiaro: lavorare è scomodo.
Per un giudice del lavoro è un disagio operare a Pisa e avere a due passi quell'obbrobrio di Piazza dei Miracoli;
per un professore di scuola superiore è una penitenza mettere piede in una scuola di Aosta,
mentre per un maestro elementare è un colpo al cuore sedersi in cattedra a Ischia, all'Elba, a Cortina, ad Assisi, sul lago di Como.
Per il personale della scuola sono sedi disagiate 3.500 dei circa 8.000 Comuni italiani. Un vero sfinimento.

Il fatto è che spesso appiccicare a una città l'etichetta di sede disagiata è semplicemente un modo per fare arrivare qualche soldo aggiuntivo in tasca ai dipendenti pubblici.

È comprensibile che un poliziotto ritenga un confino essere spedito ai posti di frontiera come il Brennero
o capitali della criminalità come Corleone e Casal di Principe; lo è meno se lavora a Roma, Milano, Venezia, Firenze, Verona, Courmayeur, Capri, Cavalese.

Un magistrato non vedrà l'ora di fuggire da città dove la giustizia è difficile da amministrare, come Caltanissetta o Catanzaro,
ma c'è da restare sbalorditi quando il Csm assegna incentivi anche a chi opera nei palazzi di giustizia di Piacenza, Prato o Biella.

Tuttavia la toga chiuderà gli occhi sulle brutture cittadine quando guarderà la busta paga in cui spicca :

un'indennità mensile lorda aggiuntiva di quasi 4.000 euro,

più i contributi pensionistici raddoppiati per quattro anni,

più il diritto di precedenza a scegliersi un'altra sede,

più il rimborso delle spese di viaggio e di trasloco fino a 9.918 euro come «indennità di prima sistemazione».

Già, che disagio.
 
Le lezioni si avvicinano e ........bum bum ........la paura fa 90

L’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato rinviato a giudizio a Siena con l’accusa di corruzione in atti giudiziari.
Il Gup del tribunale di Siena Roberta Malavasi ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla procura
nell’ambito dell’inchiesta Ruby ter giunta a Siena da Milano per competenza territoriale.

A Siena, infatti, si sarebbe compiuto il reato secondo cui Berlusconi avrebbe pagato Danilo Mariani,
pianista delle feste di Arcore, per indurlo a falsa testimonianza sul caso ‘olgettine’.
 
Ops....banana per terra.

ROMA – Il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle ha licenziato tutti i dipendenti alla Camera.
Lo comunica la Federazione nazionale della stampa italiana.

In tutto sarebbero 39 i dipendenti a tempo indeterminato che perderanno il lavoro a seguito della procedura di licenziamento collettivo avviata
“in relazione al previsto scioglimento delle Camere per la scadenza della XVII Legislatura”, precisano i deputati.

Il gruppo aggiunge di trovarsi “nella necessità di avviare una procedura di licenziamento collettivo per riduzione di personale,
in relazione al previsto scioglimento delle Camere per la scadenza della XVII Legislatura ed al conseguente scioglimento del Gruppo medesimo,
per un numero complessivo di 39 unità, corrispondente alla totalità dei dipendenti a tempo indeterminato”,
con la sola eccezione del Direttore amministrativo, posizione “insopprimibile” per ragioni tecniche.

A questi 39 dipendenti a tempo indeterminato, tra i quali ci sono cinque giornalisti,
si aggiungono altre otto persone titolari di un contratto a tempo determinato:
sei redattori, un impiegato addetto alla commissione Finanze e un impiegato web/comunicazione.
Più un dipendente della pubblica amministrazione distaccato presso il gruppo, spiega la Fnsi sul suo sito.


“È singolare che chi si erge a paladino dei deboli e dei lavoratori precari e punta il dito contro il sindacato dei giornalisti
diffondendo notizie false ricorra a procedure che, per quanto previste dalla legge, avranno come unico esito il licenziamento di 39 persone.
Prima di guardare in casa d’altri, i 5 Stelle farebbero bene a informarsi e, soprattutto, ad occuparsi del destino dei lavoratori del loro gruppo parlamentare.
Ma, si sa, questi ragionamenti non fanno presa su chi della doppia morale ha fatto la propria ragion d’essere”,
è il commento della Fnsi.
 
Pezzi di ricambio ?

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Poveri noi.......noi ieri abbiamo pagato....e loro domani incasseranno.

“Credo che si debba ripensare, dal punto di vista tecnico” il disegno di legge di bilancio.
Perché, nonostante la riforma del 2016, anche quest’anno puntualmente sono arrivate le mance a pioggia con cui “ognuno ha portato acqua al suo mulino”.

A dirlo non è un rappresentante dell’opposizione ma il relatore alla manovra, Magda Zanoni, Pd.
Che, intervenendo in aula al Senato dove il governo ha chiesto e ottenuto la fiducia sul testo,
ha ricordato come in teoria l’obiettivo del passaggio dalla legge di Stabilità alla legge di Bilancio f
osse concentrare l’attenzione del Parlamento “sui principi generali della legge”.
E evitare interventi su “aspetti minori”.
Invece, nonostante la carenza di risorse legata alla necessità di destinare ben 15,7 miliardi alla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia,
di micromisure e aiuti locali ne sono spuntati a iosa.
Vedi il fondo da 1 milione l’anno per gli archivi storici di partiti politici e sindacati. O i 2 milioni di euro l’anno per i carnevali.

Soldi ai carnevali (con conflitto di interessi). E pure all’enoturismo
“Contribuiscono in modo rilevante al boom turistico dell’Italia”, è stata la spiegazione del senatore Pd Andrea Marcucci.
La cui sorella Maria Lina, hanno fatto notare le senatrici M5S Michela Montevecchi, Elisa Bulgarelli e Barbara Lezzi,
è presidente sia della Fondazione Carnevale di Viareggio sia di Carnevalia, l’associazione che raccoglie tutti i maggiori carnevali italiani.
Ma spingere il turismo, indubbiamente, è importante.

E quello enogastronomico, come si sa, sta prendendo sempre più piede.
Così non poteva mancare il “riconoscimento dell’enoturismo“, che estende i vantaggi fiscali applicati a chi fa agriturismo anche alle visite alle cantine e alle degustazioni.
Sconti fiscali spuntano anche per le piccole librerie che hanno difficoltà a reggere la concorrenza di Amazon & c.
Ecco allora che per loro arriva il credito di imposta su Imu, Tasi, Tari e affitto: 20mila euro se non fanno parte di gruppi editoriali, 10mila euro se non sono affiliate.
L’esborso per lo Stato? Quattro milioni per il prossimo anno, 5 nel 2019 e 2020.

Sarà invece a costo zero, perché finanziata con fondi dell’organo stesso, la modifica che consente al redivivo Cnel
di rimborsare le spese per i viaggi e i soggiorni del presidente e dei membri se “effettivamente sostenute e documentate”.
 
Mance elettorali da Merano a Palermo
A proposito di “portare acqua al proprio mulino”, l’attenzione ai bacini elettorali è trasversale e non conosce distinzioni territoriali.

La Sicilia? Ci sono i 12,2 milioni spalmati su un triennio per stabilizzare i collaboratori scolastici (ex Lavoratori socialmente utili) di Palermo,
che nel frattempo si vedono prorogare i contratti fino al prossimo agosto. I sindacati ovviamente esultano per la fine di un “calvario” di precariato durato 20 anni.

La Campania? Pronto il commissario straordinario per la realizzazione delle opere necessarie alle Universiadi2019 che saranno ospitate da Napoli.

La Puglia? Per i territori danneggiati dalla Xylella fastidiosa sono stanziati 2 milioni per il 2019 e altri 2 per il 2020 “da destinare al finanziamento di contratti di distretto”.

Il Trentino Alto Adige? Il Comune di Merano incassa 1,1 milioni per il 2018, 1,16 per il 2019 e 1 all’anno dal 2020 per la “ristrutturazione e il rilancio” dell’Ippodromo.

Il Veneto? Più poteri al commissario per i mondiali di sci di Cortina2021 Luigi Santandrea.

E, per restare in tema di sport, arriva una deroga al Jobs Act per le società sportive: potranno assumere steward per
“assicurare il regolare svolgimento delle competizioni sportive” ricorrendo a contratti intermittenti.
Sono inoltre previste semplificazioni “di comunicazione alle prefetture dei dati identificativi del personale addetto a tali attività”.

Agli italiani all’estero altri 4 milioni – Tanto più ora che siamo a fine legislatura, le tradizionali regalie agli italiani all’estero vanno rinnovate.
Lo stanziamento, stavolta, è di 4 milioni di euro. Soldi da usare per la promozione della lingua e cultura italiana all’estero,
per il Consiglio generale italiani all’estero (“organismo di consulenza del Governo e del Parlamento sui grandi temi che interessano le comunità all’estero”),
per i Comites e l’adeguamento salariale del loro personale, per le agenzie di stampa e le Camere di Commercio italiane all’estero.

A parte ci sono altri 500mila euro per l’Istituto italo-latino americano.

Pioggia di contributi alla cultura: dal centro del libro parlato all’Accademia delle scienze
Nel campo dei beni culturali sono tanti gli interventi meritori, ma l’impressione resta quella di attribuzioni a pioggia senza una cornice complessiva.
Si spazia dai 500mila euro in due anni al Centro del libro parlato di Feltre ai 700mila euro per l’accademia Vivarium novum di Frascati
ai 400 mila per l’Accademia Nazionale delle Scienze “detta dei XL”.
L’Istituto Don Sturzo incassa 600mila euro in due anni per inventario, digitalizzazione e promozione di convegni.
Al cimitero monumentale delle vittime del Vajont, dichiarato monumento nazionale dal presidente della Repubblica, vanno 50mila euro l’anno per gestione e manutenzione.

Ad ampio raggio, infine, la proroga del personale assunto a tempo determinato dai musei. Gli enti avranno a disposizione due anni per assumere personale.

“Viste le difficoltà in questi due anni nell’applicazione” del nuovo ddl di Bilancio,
è stato il commento sconsolato della Zanoni, si dovrebbe riflettere sulla necessità di “ridefinire le regole”.

Ci dovrà pensare il prossimo Parlamento.
 
Termino con questo. Se si dovessero mettere nero su bianco tutte le "migliorie" (sarcastico)
ed "elargizioni" fatte dal "bomba".........e calcolare quanto ci sono costate, ci sarebbe da elaborare un testo copioso e pregno.

Il capriccio di Matteo Renzi – un mega aereo di Stato a noleggio, l’Air Force Renzi – è riassunto in una cifra altrettanto mega: 149.557.812 euro.

Il fiorentino ha lasciato Palazzo Chigi da quasi una dozzina di mesi e non usufruisce del quadrimotore di proprietà di Etihad
(già azionista al 49 per cento di Alitalia), ma il conto è arrivato in Parlamento soltanto in questi giorni sotto forma dei documenti sui contratti attivati dal ministero della Difesa nel 2016.

I 150 milioni dell’Air Force Renzi sono opportunamente “nascosti” in una tabella allegata – che proponiamo in pagina – “distrattamente”
neppure presente all’interno del faldone pubblicato (si tratta del dossier CCXLV, cioè 245 in latino, che per legge deve essere diffuso ogni anno assieme al bilancio della Difesa).
Oltre al costo per l’affitto, si scopre pure la durata dell’accordo con gli emiratini: sette anni, che scadono nel 2023.

Etihad ha consegnato l’Airbus 340-500 nel gennaio del 2016, dopo ripetuti interventi di conversione e riqualificazione del mezzo che ha effettuato il primo volo il 31 marzo 2006.
La giustificazione dell’operazione è spiegata nel documento con la necessità di ottemperare alla normativa “Etops”,
le limitazioni a cui sono sottoposti gli aerei commerciali quando sorvolano gli oceani.

Ma è una menzogna: i quadrimotori commerciali non esistono quasi più. L’Alitalia, per dire, ne è sprovvista. Per colpa dell’azienda disastrata?

L’americana Delta Airlines, che ha oltre mille aerei in servizio, dispone di quattro quadrimotori, degli anziani Boeing 747, i Jumbo Jet.
Etihad
, su 124 aerei, solo 13.

Il primo volo transatlantico su un bimotore risale addirittura all’aprile 1985 e venne compiuto da un aereo della Twa.
Parliamo di 32 anni fa, dunque. Da Londra a Tokyo servono 12 ore di volo.
La British Airways copre la rotta con dei bimotori Boeing 787 Dreamliner, il costo per ora di volo è la metà esatta dell’aereo di Stato.

Il quadrimotore turbofan, ritirato dal mercato nel 2011, subito ribattezzato Air Force Renzi,
è talmente grosso che deve atterrare a Fiumicino e non a Ciampino, dove opera il 31° stormo dell’Aeronautica militare e dove sono parcheggiati gli aerei di Stato.

Il fiorentino ha bramato a lungo l’anacronistico Airbus per le traversate oceaniche, le riunioni ad alta quota,
soprattutto con le connessioni internet a bordo, ma per aggirare le polemiche (e la trasparenza) ha costretto il governo a secretare i contratti
e non l’ha mai neanche utilizzato per non danneggiare la campagna elettorale sul referendum costituzionale.

L’Airbus 340-500 con le insegne provvisorie della Repubblica italiana, dopo un anno e mezzo di rullaggi tecnici e addestramenti del personale,
ha esordito in una trasferta negli Stati Uniti e in Canada dell’aprile 2017 con Paolo Gentiloni presidente del Consiglio.

In sostanza: per un quinto del tempo del noleggio, l’Italia ha pagato Etihad senza usare l’Air Force Renzi, se non – va ricordato – per una missione del sottosegretario Ivan Scalfarotto a Cuba.

L’ex premier ha sempre negato spese folli per l’Airbus, confidando sulla riservatezza nella triangolazione Difesa-Etihad-Alitalia.
Ma già nel 2016, invece, una “nota aggiuntiva” del ministero di Roberta Pinotti segnalava un aumento del 622 per cento sul 2015
delle “funzioni esterne” per i voli di Stato: 15 milioni di euro, come rivelò il Fatto, forse serviti per la manutenzione straordinaria del velivolo.

Denaro che si perde, non è mica un investimento.

Nel 2023, per l’appunto, l’Italia dovrà restituire l’Airbus a Etihad dopo aver saldato rate per 149 milioni, più gli eventuali extra.

E pensare che nel 2011, l’ultima stagione di produzione per un esemplare quadrimotore del costruttore franco-tedesco, per un aereo nuovo si spendevano 261 milioni di dollari.

Appurato che un velivolo di queste dimensioni non serve se non a soddisfare delle manie di grandezze,
una possibile “motivazione” è che sia una sorta di favore per risarcire Etihad dell’impegno in Alitalia.
Fu proprio Renzi a sollecitare il soccorso di Abu Dhabi per salvare l’ex compagnia di bandiera italiana.

Resta l’ennesimo mistero del documento denominato CCXLV che riguarda la
“relazione sullo stato di attuazione dei programmi di ammodernamento e rinnovamento di mezzi, impianti e sistemi”.

È stato consegnato al Parlamento monco, guarda caso, della parte in cui risultano le spese effettive per l’Air Force Renzi.

Per una strana “svista” questo pezzo è finito in un altro documento che non c’entra niente e che riferisce dell’ammodernamento delle infrastrutture.

Il documento monco appare sui portali di Camera e Senato. “Noi abbiamo pubblicato quello che ci ha mandato la Difesa”, replicano fonti di Palazzo Madama.

La trasparenza non decolla, rimane saldamente ancorata a terra.
 

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