Le banche si preparano a trattare con Moby sull’offerta che, venerdì della scorsa settimana, è stata mandata dalla compagnia della famiglia Onorato ai creditori.
La nuova proposta (all’interno di una procedura 182 bis della legge fallimentare) ricalcherebbe, migliorandola, quella preliminare circolata a dicembre, quando erano state previste 2 opzioni: una prima ipotesi con una percentuale di recupero dei crediti degli obbligazionisti attorno al 30% più una seconda opzione differente che avrebbe incluso in una fase successiva la potenziale liquidità incassata dalla vendita di asset, come appunto le navi. Inoltre è previsto l’ingresso di un investitore terzo nell’operazione, cioè Europa Investimenti.
Ora si entra nella fase negoziale. Le banche (i maggiori creditori sono Unicredit, Banco Bpm e Intesa Sanpaolo), secondo quanto indicato da Reorg Research, avrebbero nominato Kpmg e lo studio Gattai Minoli Agostinelli come consulenti.
Moby, all’interno della sua posizione debitoria complessiva, è esposta per circa 300 milioni di euro verso agli obbligazionisti, per 160 milioni verso il ceto bancario e per 180 milioni nei confronti dei commissari di Tirrenia in amministrazione straordinaria. Anche i bondholders (affiancati dall’advisor Houlihan Lokey) si preparano a trattare le condizioni della nuova proposta. Negli ultimi giorni i legali (Gatti Pavesi Bianchi da una parte e Gianni Origoni Grippo dall’altra) starebbero definendo gli ultimi passaggi tecnici prima di passare ai contenuti.
L’offerta presentata dalla società nello scorso dicembre evidenziava, a detta del comitato degli obbligazionisti, alcune criticità: veniva sottolineato che non c’erano mutamenti nella governance aziendale, malgrado le richieste in tal senso degli obbligazionisti, e tra gli altri aspetti, veniva segnalata la contrarierà alla richiesta di rimozione di un pegno di primo grado sulle navi di Cin (per 77 milioni di euro a favore di banche e obbligazionisti) per favorire il pagamento dell’amministrazione straordinaria di Tirrenia.
La nuova proposta inviata venerdì della scorsa settimana dovrebbe però invece essere migliorativa e fornire maggiori garanzie ai creditori.
Il piano prevede la cessione di 8 navi di Moby e di Tirrenia Cin nell’arco di 5 anni e di creare una newco, dove confluirebbe gran parte della flotta (a garanzia dei creditori) con la cessione in «lease back» a Moby dei traghetti. L’investitore individuato, Europa Investimenti, entrerebbe con una partecipazione azionaria proprio nel nuovo veicolo proprietario dei traghetti. Il piano dovrà essere accettato entro marzo, per dare poi il via libera al 182 bis con il benestare del Tribunale di Milano.
Il Sole 24 ore/Festa