Fernando'S
Forumer storico
di Camilla Conti del 15-09-2005
da Finanza&Mercati del 15-09-2005
Volumi da capogiro sulla controllata di Generali: malgrado le continue smentite di un’Opa (o Ops), in 10 giorni è passato di mano il 18,2% del capitale e il prezzo è salito del 13%. Chi compra? Nelle sale operative c’è chi punta su Bolloré
Ancora una valanga di ordini, tanto da far pensare a un rastrellamento. Così ieri Alleanza ha finito per guadagnare un altro 0,66%, raggiungendo 10,347 euro. Dal 2 settembre, quando le quotazioni hanno cominciato a impennarsi con il riaccendersi dei rumor sull’imminente Opa (oppure Ops) da parte della capogruppo Generali, le azioni hanno messo a segno un balzo del 13 per cento. Impressionanti i volumi: in dieci sedute sono passati di mano oltre 154 milioni di titoli, pari al 18,25% del capitale. All’inizio del rally il presidente del Leone, Antoine Bernheim, ha tentato di arginare la speculazione smentendo di nuovo seccamente l’ipotesi di delisting («chi ci scommette perde solo soldi»), ma gli acquisti sfrenati sono proseguiti lo stesso. Poi, martedì il direttore generale di Mediobanca (primo azionista di Trieste), Alberto Nagel, ha dichiarato che è obiettivo comune al management delle Generali «un utilizzo più efficiente del capitale» della compagnia proprio ora che sul comparto è arrivato il «detonatore» della fusione Allianz-Ras.
Mettendo insieme le ripetute smentite arrivate da Trieste negli ultimi mesi ma anche la posizione di Piazzetta Cuccia, favorevole a una scossa del Leone, a Piazza Affari ora ci si interroga sul nome di colui che sta facendo man bassa di titoli Alleanza. Qualche operatore avanza l’ipotesi secondo cui sarebbero le stesse Generali (-0,19% a 26,11 euro ieri in Borsa), azioniste di controllo con il 50,02%, a comprare. Ma visti i volumi, il gruppo avrebbe dovuto comunicare un aggiornamento della quota alla Consob una volta superato il 55%, come da regolamento. Se, invece, fosse la stessa Mediobanca a fare acquisti per arrivare a detenere un 2% e lenire l’effetto diluitivo di un’eventuale fusione, non si comprenderebbe l’intervento di Nagel che ha fatto lievitare il prezzo delle azioni. Escludendo fondi hedge che di fronte alle continue smentite avrebbero forse già fatto marcia indietro, sul mercato si è diffusa una terza ipotesi: quella della pista francese, peraltro rimasta fino a ieri priva di riscontri ufficiali. Dietro il rastrellamento di Alleanza, è la voce che gira tra i broker, ci sarebbe chi si muove nella convinzione che un’Opa sulle minorities ci sarà e verrà lanciata entro la fine dell’anno. C’è chi (al solito) azzarda l’intervento del finanziere bretone e azionista di Mediobanca, Vincent Bolloré, che in caso di fusione fra Generali e Alleanza si troverebbe con un piede nel capitale del Leone. Sull’opportunità dell’operazione hanno intanto cominciato a lavorare gli esperti di Goldman Sachs. Secondo l’analista Federico Salerno, l’Opa delle Generali su Alleanza ai prezzi attuali non sarebbe un affare per gli azionisti del Leone. Ma consentirebbe al gruppo assicurativo di gestire l’asset allocation in comune e il capitale in eccesso in maniera più uniforme. «La mancanza di sinergie e un’alta valutazione, pari a 1,5 volte l’enterprise value corrente, renderebbe l’operazione molto diluitiva nel caso di un’offerta in contanti», si legge nello studio. Un’offerta in azioni, d’altro canto, «avrebbe un impatto negativo sia sull’embedded value che sugli utili».
da Finanza&Mercati del 15-09-2005
Volumi da capogiro sulla controllata di Generali: malgrado le continue smentite di un’Opa (o Ops), in 10 giorni è passato di mano il 18,2% del capitale e il prezzo è salito del 13%. Chi compra? Nelle sale operative c’è chi punta su Bolloré
Ancora una valanga di ordini, tanto da far pensare a un rastrellamento. Così ieri Alleanza ha finito per guadagnare un altro 0,66%, raggiungendo 10,347 euro. Dal 2 settembre, quando le quotazioni hanno cominciato a impennarsi con il riaccendersi dei rumor sull’imminente Opa (oppure Ops) da parte della capogruppo Generali, le azioni hanno messo a segno un balzo del 13 per cento. Impressionanti i volumi: in dieci sedute sono passati di mano oltre 154 milioni di titoli, pari al 18,25% del capitale. All’inizio del rally il presidente del Leone, Antoine Bernheim, ha tentato di arginare la speculazione smentendo di nuovo seccamente l’ipotesi di delisting («chi ci scommette perde solo soldi»), ma gli acquisti sfrenati sono proseguiti lo stesso. Poi, martedì il direttore generale di Mediobanca (primo azionista di Trieste), Alberto Nagel, ha dichiarato che è obiettivo comune al management delle Generali «un utilizzo più efficiente del capitale» della compagnia proprio ora che sul comparto è arrivato il «detonatore» della fusione Allianz-Ras.
Mettendo insieme le ripetute smentite arrivate da Trieste negli ultimi mesi ma anche la posizione di Piazzetta Cuccia, favorevole a una scossa del Leone, a Piazza Affari ora ci si interroga sul nome di colui che sta facendo man bassa di titoli Alleanza. Qualche operatore avanza l’ipotesi secondo cui sarebbero le stesse Generali (-0,19% a 26,11 euro ieri in Borsa), azioniste di controllo con il 50,02%, a comprare. Ma visti i volumi, il gruppo avrebbe dovuto comunicare un aggiornamento della quota alla Consob una volta superato il 55%, come da regolamento. Se, invece, fosse la stessa Mediobanca a fare acquisti per arrivare a detenere un 2% e lenire l’effetto diluitivo di un’eventuale fusione, non si comprenderebbe l’intervento di Nagel che ha fatto lievitare il prezzo delle azioni. Escludendo fondi hedge che di fronte alle continue smentite avrebbero forse già fatto marcia indietro, sul mercato si è diffusa una terza ipotesi: quella della pista francese, peraltro rimasta fino a ieri priva di riscontri ufficiali. Dietro il rastrellamento di Alleanza, è la voce che gira tra i broker, ci sarebbe chi si muove nella convinzione che un’Opa sulle minorities ci sarà e verrà lanciata entro la fine dell’anno. C’è chi (al solito) azzarda l’intervento del finanziere bretone e azionista di Mediobanca, Vincent Bolloré, che in caso di fusione fra Generali e Alleanza si troverebbe con un piede nel capitale del Leone. Sull’opportunità dell’operazione hanno intanto cominciato a lavorare gli esperti di Goldman Sachs. Secondo l’analista Federico Salerno, l’Opa delle Generali su Alleanza ai prezzi attuali non sarebbe un affare per gli azionisti del Leone. Ma consentirebbe al gruppo assicurativo di gestire l’asset allocation in comune e il capitale in eccesso in maniera più uniforme. «La mancanza di sinergie e un’alta valutazione, pari a 1,5 volte l’enterprise value corrente, renderebbe l’operazione molto diluitiva nel caso di un’offerta in contanti», si legge nello studio. Un’offerta in azioni, d’altro canto, «avrebbe un impatto negativo sia sull’embedded value che sugli utili».