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SanIntesa, Sch freddo dopo l'apertura di Salza
Eurizon, il board ratifica il rinvio dell'ipo al 2007.
Posizioni ancora distanti tra Santander e Sanpaolo-Intesa. Dopo il voto contrario al progetto di fusione da parte dei rappresentanti spagnoli nel cda di piazza San Carlo, a rasserenare gli animi non sarebbero bastate le aperture del presidente dell'istituto torinese, Enrico Salza. Nonostante la disponibilità del numero uno del Sanpaolo ad aiutare il Santander a dotarsi di una propria banca retail, sulla falsariga di quanto fatto dai francesi del Crédit Agricole, l'istituto guidato da Emilio Botin continuerebbe a battere sul tasto del concambio, considerato ingeneroso per i soci torinese. Per questo starebbe cercando di coagulare, sondando fondi e investitori istituzionali, un fronte di azionisti di azionisti disposti a votare contro al progetto di fusione quando sarà presentato in assemblea. Un'operazione che, secondo alcuni osservatori, non avrebbe possibilità di riuscita, considerato che le tre fondazioni azioniste avrebbero sostanzialmente rinunciato a chiedere una revisione del concambio. Questo considerato anche che i loro advisor, Rothschild e Jp Morgan, sarebbero arrivati alle stesse conclusioni dei consulenti delle due banche fidanzate, definendo congruo il rapporto di 3,115 azioni Intesa per ogni titolo Sanpaolo.
Ieri intanto il cda di Eurizon ha deliberato ufficialmente il rinvio della quotazione al 2007, esaminandone gli effetti sull'opa su Fideuram, che si concluderà il 25 ottobre. Sulla base del nuovo scenario il cda di Eurizon si è tenuto aperto tre possibilità. In caso di adesione tra il 90,5 e il 98% del capitale Fideuram, Eurizon promuoverà un'opa residuale, con il conseguente delisting. Eventuali soci che non aderissero neanche all'opa residuale avrebbero titoli non negoziati in alcun mercato regolamentato. Se al termine dell'opa Eurizon avesse meno del 90,5% di Fideuram, non vi sarà opa residuale e chi non volesse aderire resterebbe azionista dell'istituto in vista del conferimento delle attività bancarie e della fusione di Banca Fideuram in Eurizon, cui si darà corso per pervenire al delisting delle azioni della banca. Così, se le assemblee di Fideuram ed Eurizon, già convocate per il 12 gennaio 2007, dovessero approvare la fusione, i soci Fideuram potranno esercitare il diritto di recesso a 4,713 euro per azione, rispetto al prezzo dell'offerta di 5 euro per azione. Se invece non eserciteranno il diritto di recesso, avranno in concambio azioni Eurizon non quotate. (riproduzione riservata)
MF - Banche & Banchieri
Numero 205, pag. 18 del 17/10/2006
Autore: Luigi Gorla