OT: Topic del cazzeggio

Stasera debuttano le nuove (e discusse) maglie della Juve: la prima volta senza strisce
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La politica del disprezzo a colpi di «mi piace».
Matteo Salvini ha lanciato la seconda edizione del «Vinci Salvini». Il concorso social prevede premi per chi è più veloce a mettere «like» sul profilo Facebook del leader leghista, o interagisce sui canali Twitter e Instagram. Tra i preziosi premi, una foto diffusa sui canali social, una telefonata o un incontro faccia a faccia con Salvini.
Solo non avendo cautele per la carica, si può interpretare in questo modo la politica che, nel frattempo, da liquida è passata allo stato aeriforme: non più soluzioni ma selezioni. Nel presentare il «Vinci Salvini», il ministro dell’Interno si è premurato di continuare a rampognare gli «oni»: i rosiconi, i professoroni, i giornaloni, i rompi...
Gratta e vinci. Partecipando al concorso, i dati personali (nome, cognome, sesso, telefono, indirizzo di posta elettronica, comune e provincia di residenza) vengono trattati dalla società «Lega per Salvini premier», con sede a Milano. Una perfetta operazione di marketing che da un lato vende un prodotto (Salvini, capopartito e ministro) e dall’altro, come paventava il Garante per la privacy, acquisisce dati importanti per la campagna elettorale. Un’inezia, di questi tempi; confortata dal successo del concorso.
La demagogia richiede sempre soluzioni grottesche: dal suffragio universale al naufragio virale.
Corsera/Grasso
 

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