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Roma, accordo Comune-Parnasi- Pallotta: sì allo stadio a Tor Di Valle
All'incontro decisivo anche la sindaca Raggi, dopo le nove ore al San Filippo Neri. Con lei in Campidoglio Baldissoni e il costruttore: tagliate del 50 per cento le cubature
Più di 4 miliardi di tasse non dovute nel 2016 in Svezia. Una notizia che ha dell'incredibile, considerato che nel Paese del Nord Europa la quota di reddito che va al Fisco è già notevolmente elevata, intorno al 44% in media, ma per i più abbienti si arriva anche al 57%. Eppure, gli svedesi pagano di più: la notizia è nell'ultimo numero dell'Economist. Che ne dà anche una spiegazione poco edificante. Non si tratta del consueto (e autentico!) senso civico dei popoli del Nord Europa, della loro proverbiale onestà unita a una concezione sociale dello Stato, inteso non come un mero regolatore ma come un generoso erogatore di servizi pubblici di prima qualità, dalle scuole alla sanità all'assistenza per chi è in una situazione di svantaggio.
E non si tratta neanche di un errore di calcolo, dovuto al fatto che dal 2000 a oggi la pressione fiscale in Svezia è scesa notevolmente: secondo le rilevazioni della Cgia di Mestre nel 2000 era al 49,6%, nel 2005 è passata al 47,2% ma dal 2010 a oggi è passata al 44%. Un percorso inverso rispetto all'Italia che è passata dal 40,1% del 2000 al 43,4% del 2015.
Gli svedesi pagherebbero di più perché in questo modo effettuano un collocamento poco rischioso e moderatamente redditizio del loro risparmio, invece. Con i tassi d'interesse bassi, il rendimento del danaro è ormai azzerato, persino negativo. Chi non ama rischiare ha poche alternative. Ebbene, pagare tasse non dovute è una di queste: lo Stato ha rimborsato puntualmente il danaro non dovuto, con un tasso d'interesse modesto ma positivo, lo 0,56%. In seguito questo tasso d'interesse è sceso, avvicinandosi allo zero, ma va sempre meglio che ai risparmi depositati nelle banche, che vengono erodi dai tassi negativi. Non è una trovata nuova: secondo il Financial Times nel 2015 è successo anche in Svizzera.
Insomma, anche gli onesti svizzeri e gli onesti svedesi possono essere un po' "furbetti". Però nonostante l'ironia dell'Economist, è innegabile che un surplus di tasse sia meno dannoso dell'evasione fiscale, che sottrae risorse ingenti al bilancio pubblico. Mentre il bilancio svedese l'anno scorso era in avanzo di 85 miliardi di corone, ben oltre le previsioni, l'equivalente di quasi otto miliardi e mezzo di euro. Certo circa la metà vanno restituiti ai contribuenti. Però all'erario ne rimangono più di 40.
Più di 4 miliardi di tasse non dovute nel 2016 in Svezia. Una notizia che ha dell'incredibile, considerato che nel Paese del Nord Europa la quota di reddito che va al Fisco è già notevolmente elevata, intorno al 44% in media, ma per i più abbienti si arriva anche al 57%. Eppure, gli svedesi pagano di più: la notizia è nell'ultimo numero dell'Economist. Che ne dà anche una spiegazione poco edificante. Non si tratta del consueto (e autentico!) senso civico dei popoli del Nord Europa, della loro proverbiale onestà unita a una concezione sociale dello Stato, inteso non come un mero regolatore ma come un generoso erogatore di servizi pubblici di prima qualità, dalle scuole alla sanità all'assistenza per chi è in una situazione di svantaggio.
E non si tratta neanche di un errore di calcolo, dovuto al fatto che dal 2000 a oggi la pressione fiscale in Svezia è scesa notevolmente: secondo le rilevazioni della Cgia di Mestre nel 2000 era al 49,6%, nel 2005 è passata al 47,2% ma dal 2010 a oggi è passata al 44%. Un percorso inverso rispetto all'Italia che è passata dal 40,1% del 2000 al 43,4% del 2015.
Gli svedesi pagherebbero di più perché in questo modo effettuano un collocamento poco rischioso e moderatamente redditizio del loro risparmio, invece. Con i tassi d'interesse bassi, il rendimento del danaro è ormai azzerato, persino negativo. Chi non ama rischiare ha poche alternative. Ebbene, pagare tasse non dovute è una di queste: lo Stato ha rimborsato puntualmente il danaro non dovuto, con un tasso d'interesse modesto ma positivo, lo 0,56%. In seguito questo tasso d'interesse è sceso, avvicinandosi allo zero, ma va sempre meglio che ai risparmi depositati nelle banche, che vengono erodi dai tassi negativi. Non è una trovata nuova: secondo il Financial Times nel 2015 è successo anche in Svizzera.
Insomma, anche gli onesti svizzeri e gli onesti svedesi possono essere un po' "furbetti". Però nonostante l'ironia dell'Economist, è innegabile che un surplus di tasse sia meno dannoso dell'evasione fiscale, che sottrae risorse ingenti al bilancio pubblico. Mentre il bilancio svedese l'anno scorso era in avanzo di 85 miliardi di corone, ben oltre le previsioni, l'equivalente di quasi otto miliardi e mezzo di euro. Certo circa la metà vanno restituiti ai contribuenti. Però all'erario ne rimangono più di 40.
bah da interista posso dire di aver visto la prima mezzora, di aver capito che c'era almeno una categoria di differenza fra le due squadre (a vantaggio naturalmente della squadra della capitale) e di aver quindi spento sullo 0-1 poichè essendo un esteta in generale mi piacciono le sfide combattute.
In effetti ha deluso ieri sera. Grandi corse ma molta confusione.
Vorrei solo sottolineare la gara di sassuolo: che cosa sarebbe successo se al posto del milan ci fosse stata la juve? E' giusto dirle queste cose.