OT: Topic del cazzeggio

Spero che un'analisi fatta da tecnici, come questa,

https://www.ilsole24ore.com/art/lo-spread-btp-e-bund-risale-ecco-tre-motivi-dell-inversione-ACZpTjy

non turbi troppo i fans del capitone, la lontananza o l'arrivo del quale continua a influire (anche se non in modo esclusivo) sull'andamento dello spread...

Avevo letto anch'io quell'articolo, ma mi si diceva che il Sole non è più attendibile... si vede che lo è a seconda della "convenienza"...

P. S. Ma il capitano-capitone quanto è ingrassato? :eek:
 
Cozze amare. Barbara Lezzi è cliente abituale di questa barberia. Ci siamo occupati di lei quando attribuì l'aumento del Pil al consumo energetico dei condizionatori in un'estate particolarmente calda. Poi, da chief economist del M5S, quando voleva rimettere in carreggiata la sua Puglia chiudendo centrali a carbone dell'Enel per affidarsi alle rinnovabili e altre amenità del genere.
Adesso la senatrice grillina è intervenuta per sciogliere la spinosa questione dell' ex Ilva.
«Per risolvere la situazione - ha spiegato la Lezzi in un video pubblicato dal canale YouTube del Movimento - ci sono tantissime strade da percorrere» per rimediare alla chiusura degli stabilimenti di Taranto, Novi Ligure e Genova. Una su tutte, la mitilicoltura. Vale a dire la coltivazione di cozze.
Se ArcelorMittel chiude lo stabilimento, più di 10.000 persone resteranno a casa in una città di 200.000 anime dove la disoccupazione è già ben oltre il 40%. Nessuna paura. Già quest' estate, la Lezzi aveva spiegato che «Taranto è una bella città di mare di cui si parla solo per l' ex-Ilva, ma ha, per esempio, una lunga tradizione nell' attività di mitilicoltura, che non può essere dimenticata». È triste dirlo, ma il rischio è che ci saranno più disoccupati che cozze. A quel punto, la Lezzi, sulle rovine dell' Ilva erigerà felice un monumento al mitile ignoto.
Corsera/Grasso
 
Vi racconto una barzelletta sull’Ilva
Nel 2015 la procura di Taranto aveva sequestrato l’altoforno 2 a seguito della morte di un operaio. L’iniziativa della procura fu bloccata da un decreto del governo Renzi per salvaguardare la produzione dell’acciaieria. Contro il Decreto-Renzi che bloccava il blocco dell’altoforno 2 (scusate il gioco di parole) la procura aveva fatto ricorso ottenendo il riconoscimento delle sue ragioni dalla Corte Costituzionale nel 2018 (per la Corte Costituzionale il legislatore non aveva rispettato “l’esigenza di bilanciare in modo ragionevole e proporzionato tutti gli interessi costituzionali rilevanti”). Tra l’altro la magistratura tarantina ha fatto più volte ricorso anche contro lo “scudo penale” eliminato definitivamente il 31 ottobre dal parlamento italiano. Tutto normale nel paese dove si vive costantemente sub iudice e in cui dopo otto anni dall’entrata in vigore ci si è accorti di avere una legge elettorale incostituzionale. Forte di questa pronuncia nel luglio 2019 la procura di Taranto ha ordinato un nuovo spegnimento dell’altoforno 2 non reputando sufficienti alcune migliorie apportate ai sistemi di sicurezza. Dopo i soliti ricorsi e contro ricorsi l’altoforno è “provvisoriamente” rimasto in funzione ma con pesanti prescrizioni richieste dai magistrati che oggettivamente mettono in forse la stessa continuazione dell’attività degli altiforni 1 e 4 che sono tecnologicamente molto simili all’altoforno 2. Per inciso sono anni che va avanti questo giochino tra decreti governativi che mirano a tutelare la continuità dell’attività industriale e interventi della magistratura che li rendono necessari senza che si sia giunti ad una soluzione. Non sono un tecnico e non mi pronuncio sulla ragionevolezza delle richieste della procura e del tribunale di Taranto, le quali sono comunque in contrasto con le valutazioni e gli atti fatti a suo tempo dal governo italiano.
Dopo aver deciso di esercitare il recesso dal contratto, Arcelor Mittal ha comunicato che spegnerà gli altoforni 1,2 e 4 (cioè tutti quelli funzionanti) entro la metà di gennaio. Voi penserete che in procura stiano brindando per la salvezza della salute dei cittadini di Taranto vero? Macché… Su esposto dei commissari, quelli che dello “scudo penale” hanno usufruito (evidentemente sollecitati dal governo), la procura di Taranto ha aperto un fascicolo per contestare il reato di distruzione di mezzi di produzione che arreca gravi danni all’economia nazionale (art. 499 cp che ho semplificato). Una bazzecola che prevede pene da 3 a 12 anni di reclusione. Questo nonostante Arcelor Mittal gli altoforni li voglia spegnere e non radere al suolo (pare ci siano contestazioni sulla procedura di spegnimento) e nonostante la stessa procura aveva intimato di spegnere l’altoforno 2 con motivazioni potenzialmente estendibili anche al numero 1 e al numero 4 (e questo governo ci metterebbe un paio d’anni a fare l’ennesimo decreto “Salva ILVA” perché non sa che pesci pigliare ed è indeciso a tutto). Fa ridere vero? O forse lo farebbe se non fosse tutto drammaticamente vero. Mi pare evidente che la magistratura voglia riservare per sé il diritto di fermare la produzione e si irriti se a farlo sia un altro soggetto. Così come mi pare evidente che la componente maggioritaria di questo governo (il M5S) che voleva chiudere ILVA e annullare la gara abbia cambiato idea. Ma lo scudo penale no, quello non si può fare altrimenti la Lezzi e un’altra decina di parlamentari pugliesi s’incazzano. E trattare sugli esuberi no, non si può fare perché fa figo dire al popolo che non si cede di un millimetro. Mi pare altresì evidente che la componente minoritaria di questo governo (il PD) voglia invece… non lo so cosa vuole in verità, dato che vota emendamenti di cui neanche capisce la portata e se ne pente il giorno dopo. Infine* mi pare evidente che durante le trattative per la formazione del nuovo governo sia il M5S sia il PD si siano dimenticati di concordare una linea comune sulla questione ILVA (che volete che sia, era una questione secondaria e poi erano impegnati a scannarsi sulla vicepresidenza del consiglio da assegnare o no a Di Maio). Scappate amici di Arcelor Mittal, scappate lontano da questo paese di pazzi. Sarete anche una multinazionale che pensa solo al profitto, avrete anche approfittato dell’imbecillità dell’attuale maggioranza per tirarvi indietro da un’iniziativa meno profittevole del previsto, ma non meritate di essere coinvolti nella commedia surreale di un paese che affonda nelle sue contraddizioni.
*C’è un’altra cosa che mi pare evidente: se esisteva una multinazionale che aveva ancora una mezza idea di investire in Italia, tra provvedimenti del TAR, governi che cambiano idea una volta al mese, presidenti di regione che ostacolano qualunque iniziativa, attivismo estremo della magistratura, burocrazia lenta ed elefantiaca, regole ballerine e/o indecifrabili, ricorsi alla Corte Costituzionale, amministrazioni locali e interessi vari da “oliare” per non avere grane e altro ancora, adesso quella voglia se la è fatta passare una volta per tutte.
@Elio Truzzolillo | 18 Novembre 2019
 

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