Parliamo di libri

"Stai zitta"
(Michela Murgia - ed. Einaudi)

Per chi si ostina ad affermare che il linguaggio sia solo una questione di forma e non di sostanza e per chi si ostina a non vedere il rapporto sbilanciato di potere tra donne e uomini e infine per coloro che fingono di non sapere che gli uomini han paura e fanno resistenza al considerare le donne pienamente umane proprio come loro.
Michela Murgia scrive sempre benissimo. Non solo va dritta al punto, ma lo fa in modo incisivo e assai coinvolgente.
Veloce, letto in poche ore, ma da "addetta ai lavori". Forse un/a neofita ci metterebbe un po' di più.
 

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Ho visto che anche Marta Fana scrive libri che farebbero pena anche al mio camino.

Wiwa il Kapitalismo, wiwa la Meritocrazia, abbasso gli indignàti a tempo pieno.
 
"Odio gli uomini"
(Pauline Harmange - Garzanti)

Per fortuna, è molto breve.
È un libro scritto male, anzi malissimo. Ci sono, alla base, alcuni concetti che comprendo e condivido, ma l'approfondimento è pari a zero. Le argomentazioni inesistenti.
È uno sproloquio, oltretutto senza nessuna validità stilistica o lessicale, o letteraria...
Tante asserzioni, alcune scritte talmente male da risultare ridicole, che, forse, in un saggio scritto meglio, avrebbero avuto dignità.

Carla Lonzi si rivolta nella tomba.
Nocivo.
 

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"La strada di casa"
(Kent Haruf - nneditore)

Io e la letteratura made in U.S.A. non andiamo molto d'accordo. Quando mi piace, non riesco, comunque mai a trovarla "universale". In questo bel romanzo, invece, un tema universale c'è ed è quello della giustizia (in questo caso o inadeguata o sommaria, o espressa con sacrificio non giustificato) anche se non occupa "tutto lo spazio". C'è il "villain", un cattivo dalla mente brillante, popolare, votato a scelte sempre sbagliate e c'è una figura che si staglia in modo positivo, con una sorta di eroismo non appariscente ma significativo.
Ambientato nella provincia americana senza storia e cultura, ben scritto. Sembra quasi di visualizzare la storia come in un film.
Haruf è spesso osannato. Ho letto solo questo suo romanzo e l'osanna mi pare eccessiva, ma è un bel libro senza dubbio.
 

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"Capricci del destino"
Karen Blixen, Feltrinelli

5 racconti, con 5 ambientazioni diverse. Alcuni narrati come fiabe, altri con spunti "filosofici", ma tutti accomunati da un filo conduttore: il contrasto tra il mondo immaginario e quello reale.
Magnifica e memorabile la cuoca Babette, rivoluzionaria e comunarda ridotta al silenzio e all'esilio, ma che si prende la sua singolare rivincita.
E l'autrice scrive molto bene. Atmosfere ben rese, ben narrate. Personaggi descritti in modo efficace.
 

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"Smettetela di farci la festa"
Anarkikka, Ed. People

L'autrice, con le sue vignette, accompagnate da brevi, semplici ed incisive frasi mostra, con lucidità e completezza, una serie di discriminazioni che colpiscono le donne, e le pecche del linguaggio che si adopera per parlare di donne, di lavoro femminile, di violenza e di altre tematiche che riguardano la metà del Mondo.
Utile per aumentare la consapevolezza su certi temi e per far riflettere.
Anch'io, che su questi temi sono competente, resto colpita da quanto illustra e commenta l'autrice con estrema maestria.
Dopo la copertina, un paio di foto esplicative.
 

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"Capricci del destino"
Karen Blixen, Feltrinelli

5 racconti, con 5 ambientazioni diverse. Alcuni narrati come fiabe, altri con spunti "filosofici", ma tutti accomunati da un filo conduttore: il contrasto tra il mondo immaginario e quello reale.
Magnifica e memorabile la cuoca Babette, rivoluzionaria e comunarda ridotta al silenzio e all'esilio, ma che si prende la sua singolare rivincita.
E l'autrice scrive molto bene. Atmosfere ben rese, ben narrate. Personaggi descritti in modo efficace.
bel libro:
 
Uno qualsiasi di Jim Thompson, il migliore scrittore di tutti.

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Diavoli di donne
Jim Thompson

In cambio di un servizio di posate, o di un cappotto, un'orribile vecchia è pronta a gettare la giovane nipote fra le braccia di Frank "Dolly" Dillon, commesso viaggiatore in una cittadina dell'America più profonda. Lui non ci mette molto a capire che da tempo la ragazza viene utilizzata come merce di scambio e affittata al miglior offerente. Grazie ai suoi servigi, la vecchia ha già messo da parte un bel gruzzolo. L'occasione è imperdibile; si tratta di studiare un piano per impadronirsi dei soldi. Peccato che Dolly sia sposato e che sua moglie abbia una tendenza innata a ficcare il naso nelle sue faccende. Tanto più quando sente odore di soldi facili.
 
La canzone di Achille
(Madeline Miller. Ed. Marsilio)

Epos ed Eros.
Un amore struggente, delicato ma virile che nasce da ragazzini ed evolve. Forte, duraturo e pieno di audacia e coraggio.
Nel palazzo di Ftia, tra i monti, nell'accampamento dei Greci, sul campo di battaglia. Achille e Patroclo diventano uomini insieme. Uno bello, orgoglioso ed eroico. Schivo, ma moralmente forte il secondo.
Patroclo narra l'intera storia. E la mitologia, Omero e l'Iliade si fanno umane, ricche di passione, di lacrime, di amore.
Un romanzo che riaccende in me l'amore per l'antichità classica, avvicinandola al mio gusto femminile, pur conservando il clangore delle armi come colonna sonora, il calore del sangue che scorre, i bagliori di armi ed armature, la hybris, l'onore e l'ira funesta.
Bellissimo, intenso, colto.
 

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