Parliamo di libri

"La felicità del pollaio"
(Monica Pais, ed. Longanesi)

Piccole storie di animali "salvati" che, a loro volta, salvano: l'autrice, innanzitutto, che se ne prende cura e, incantata e deliziata, li conosce, ne osserva il carattere e il comportamento e trova la pace, durante il lockdown della primavera 2020, nel vecchio agrumeto dove cresce il "pollaio". E poi i lettori, salvati e commossi dalle vite resistenti di tutti gli ospiti del pollaio che, nella loro semplice esistenza, riassumono bellezza, speranza e vita.

 
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Fannie Flagg "Hamburger e miracoli sulle rive di Shell Beach" Ed Bur Ben lontano dai grandiosi personaggi di "Pomodori verdi fritti al Caffè di Whistle Stop" e dalla trama articolata e piena di sorprese di "Pane, cose e cappuccino dal fornaio di Elmwood Spring" (pessima traduzione del titolo originale "Welcome to the world, baby girl!"), questo "diario" racconta la vita di Daisy Fay Harper dall'età di 11 anni, fino ai 18, negli USA del Sud (Mississippi) degli anni 50. Un padre ubriacone dalle compagnie discutibili, le dinamiche liceali da telefilm, perbenismo e bigottismo puritano, una vita precaria... tutto raccontato in modo disincantato, ingenuo, leggero (anzi leggerissimo) e anche molto spiritoso. Godibile, ma non imperdibile.
 

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José Saramago
"Il Vangelo secondo Gesù Cristo"
Feltrinelli.

È un libro impegnativo da leggere.
Impegnativo perché tutto denso. Densa la pagina senza paragrafi, spazi, punti e a capo. Denso il fraseggio pieno di citazioni bibliche.
Ardui i dialoghi in cui si deve prestare attenzione a chi dice cosa.
Impegnativo nella forma e nel contenuto che, spesso, sovverte, in modo sfumato ma con effetti drastici e netti, le narrazioni bibliche cui siamo abituati. La forma difficile ci obbliga ad essere concentrati. E così ci accorgiamo che sì, a Betlemme nasce il figlio di Dio, in una grotta, il quale cresce a Nazaret e raccoglie discepoli attorno a sè e muore in croce ma è un Gesù poco Cristo, poco unto, poco prescelto. È un Gesù umanissimo che subisce il volere del Padre che, invero, oltre alla caratteristica di essere un Dio impietoso e terribile, come nella tradizione ebraica, ci appare anche cinico e megalomane.
Poco piena di Grazia è Maria, sua madre e tutta donna.
Quasi ingenuo e incapace Giuseppe, padre umano e giovane immaturo.
Bellissima la figura di Maria di Magdala.
Gesù è un uomo che compie miracoli, quasi senza volerlo, senza clamori.
Eppure tutto il libro profuma di Terra Santa, di deserto, di profezia e parabola, di linguaggio antico e di sacre scritture.
In verità, in verità vi dico Saramago mostra di aver ampiamente meritato il Nobel.
 

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Simona Cappiello
Gli occhi più azzurri - le storie vere dei "treni dei bambini"
Colonnese editore

Ho letto questo libro, stupendomi pagina dopo pagina della totale cancellazione dai libri di storia di quanto ivi narrato: dal 1946 al 1952, 70.000 bambini del Centrosud Italia partirono dalle loro case, delle loro precarie condizioni di vita postbellica (malattie, analfabetismo, fame...), per andare a trascorrere lunghi periodi (invernali) presso generose famiglie del centro nord (soprattutto Emiliane).
Di questi bambini, 10.000 erano di Napoli.
Il libro, attraverso testimonianze, racconti e documenti ricostruisce la creazione del Comitato per la salvezza dei bambini di Napoli, coordinato dal PCI e racconta dei primi "Treni dei bambini" partiti dal Cassinate in cui imperversava la malaria, e dal napoletano in cui malavita, tracoma e abbandono scolastico facevano la parte del leone, verso generose famiglie di Modena, Bologna e Reggio Emilia.
Tra ostilità politiche del clero e delle destre (le varie iniziative erano tutte coordinate dall'UDI e dal PCI), che raccontavano di deportazioni dei bambini in Russia, diffidenze dei popolani, fame, freddo, ingerenze camorriste e grandissimo lavoro e solidarietà da parte dei promotori e dei simpatizzanti, i documenti ci descrivono quel periodo, con toni, a volte alla "Peppone (e Don Camillo)" che fanno sorridere, con estrema vivacità.
Un grandissimo esempio di solidarietà, organizzazione, lavoro immenso in un'epoca in cui da Napoli a Bologna ci volevano 3 giorni di viaggio, in cui la neve copriva ancora le pianure del Nord Italia in inverno, in cui famiglie contadine allargate aggiungevano un posto a tavola per bambini bisognosi che esse, gratuitamente, nutrivano, vestivano e mandavano a scuola, risanandoli.
Da leggere perché non venga dimenticata questa splendida pagina di storia solidale della nostra Italia già inesistente nei libri scolastici.
Forse perché fu una solidarietà portata avanti dal PCI e non dalla Chiesa...
 

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"Abbaiare stanca"
(Daniel Pennac - Salani)

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Ero convinta fosse un "falso" libro per bambini, come "Il piccolo principe" o "Harry Potter" o anche il nostro "Pinocchio" o come qualche classico ancora proposto ai ragazzini come "La capanna dello zio Tom". Sono libri in cui ogni pagina è piena di concetti e valori su cui riflettere e che di infantile hanno poco.
Invece, questo è proprio un libro per bambini. Una storia semplice, ben scritta, ma niente più che un libro da scuola elementare.
Non ho niente contro la letteratura per l'infanzia e infatti l'ho letto volentieri, sentendomi anche coinvolta dalle vicende de Il Cane che ha tanto bisogno di amore e che, guidato da maestri di una certa saggezza, riesce a conquistarlo.

Da regalare a bambini che amano i cani
 
Ho riletto "Sei personaggi in cerca d'autore" sull'app Kindle dello smartphone e ho pensato che forse con il digitale potrei ricominciare a lèggere un po' di più.
Magari mi faccio regalare o mi regalo un kindle per il compleanno, per il blecfraidei o per Natale 2021.
 
Dante
(Alessandro Barbero - ed Laterza)

Una ricca biografia del Sommo Poeta, narrata in modo completo e mai pesante. La vita di Dante Alighieri viene ricostruita tappa per tappa basandosi su numerose fonti, anche se vi sono parecchie lacune e contraddizioni (evidenziate nel testo, con gli argomenti a favore o contro l'accoglimento di una tesi o di un'altra), ma Dante, famosissimo già in vita, è uno dei pochi personaggi di quell'epoca di cui sappiamo tantissimo.
La vita di Dante è ovviamente profondamente radicata nella storia del suo tempo e così ci si immerge nell'incredibile varietà dell'Italia del Trecento: metropoli, università, corti, battaglie, intrighi, politica e Papi.
Nonostante sia una lettura scorrevole, non posso definirlo un libro "facile", perché la mia memoria della storia medievale italiana è molto lacunosa e dunque non mi è risultato facile rileggere i tratti più prettamente storici del libro. Ma è interessante ripassare quel periodo in compagnia del Sommo.
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"Il coraggio e la passione. Brescia e il Covid-19"
Francesco Puccio
Marcoserratarantola editore.

È molto difficile per me, Bresciana e sanitaria, parlare di questo libro che racchiude un centinaio di brevi testimonianze sulla catastrofe abbattutasi su Brescia in modo particolare, tra febbraio e aprile 2020.
Il volume racchiude storie scritte nel maggio del 2020, appena usciti dalla prima, terrificante ondata della malattia Covid-19. I testimoni sono medici per lo più, ma anche responsabili, dirigenti, volontari a vario titolo.

Non uno che indugi in dramma, non uno che si lasci andare a rimembranze piene di pathos e lirismo.
Testimonianze solide, pragmatiche di chi ha dovuto sconvolgere, ribaltare, rivoluzionare in pochi giorni vita, ambienti e modi di lavoro, avendo attorno sofferenza, solitudine, morte e con responsabilità immense. Parole lucide e pacate, aperte alla speranza nella città che, per settimane, ha avuto il più grande ospedale Covid di tutto il mondo, con 850 ricoverati per quella malattia.

Si diceva che ne saremmo usciti migliori. Lo speravo, ma avevo avuto la sensazione non fosse vero.

Ma gli autori delle testimonianze, loro sì, aprono ad un "dopo" migliore. Hanno saputo mantenere razionalità, crescere nella tragedia, imparare di nuovo tutto da capo, focalizzare nuovamente il bene comune e questo nonostante situazioni ad altissimo stress e condizioni lavorative vicine alla tortura (turni infiniti, coperti con quei DPI scomodissimi, isolati, soli, talvolta malati, spettatori di morte).

Nonostante la quasi totale assenza di toni drammatici e di racconti di sofferenza, a tratti ho pianto: scolpita addosso la Leonessa ferita, il ricordo del mio primo morto in reparto, del mio contagio, del mio terrore, delle 10/11 pagine di necrologi al giorno, dell'angoscia profonda che - tutti noi qui - abbiamo vissuto.

A volte cercare di comprendere chi, legittimamente, sceglie di non vaccinarsi è faticoso. Leggendo questo libro ancora di più.

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