"Il coraggio e la passione. Brescia e il Covid-19"
Francesco Puccio
Marcoserratarantola editore.
È molto difficile per me, Bresciana e sanitaria, parlare di questo libro che racchiude un centinaio di brevi testimonianze sulla catastrofe abbattutasi su Brescia in modo particolare, tra febbraio e aprile 2020.
Il volume racchiude storie scritte nel maggio del 2020, appena usciti dalla prima, terrificante ondata della malattia Covid-19. I testimoni sono medici per lo più, ma anche responsabili, dirigenti, volontari a vario titolo.
Non uno che indugi in dramma, non uno che si lasci andare a rimembranze piene di pathos e lirismo.
Testimonianze solide, pragmatiche di chi ha dovuto sconvolgere, ribaltare, rivoluzionare in pochi giorni vita, ambienti e modi di lavoro, avendo attorno sofferenza, solitudine, morte e con responsabilità immense. Parole lucide e pacate, aperte alla speranza nella città che, per settimane, ha avuto il più grande ospedale Covid di tutto il mondo, con 850 ricoverati per quella malattia.
Si diceva che ne saremmo usciti migliori. Lo speravo, ma avevo avuto la sensazione non fosse vero.
Ma gli autori delle testimonianze, loro sì, aprono ad un "dopo" migliore. Hanno saputo mantenere razionalità, crescere nella tragedia, imparare di nuovo tutto da capo, focalizzare nuovamente il bene comune e questo nonostante situazioni ad altissimo stress e condizioni lavorative vicine alla tortura (turni infiniti, coperti con quei DPI scomodissimi, isolati, soli, talvolta malati, spettatori di morte).
Nonostante la quasi totale assenza di toni drammatici e di racconti di sofferenza, a tratti ho pianto: scolpita addosso la Leonessa ferita, il ricordo del mio primo morto in reparto, del mio contagio, del mio terrore, delle 10/11 pagine di necrologi al giorno, dell'angoscia profonda che - tutti noi qui - abbiamo vissuto.
A volte cercare di comprendere chi, legittimamente, sceglie di non vaccinarsi è faticoso. Leggendo questo libro ancora di più.