il "misticismo" di Jenkins visto da Baleng nelle tele postate, e l'evoluzione alla ricerca di leggerezza e pace interiore citata da Lory, è di fatto qualcosa realmente accaduto
(i miei complimenti ad entrambi)
e mi aiuta ad introdurre un pò di storia del ns Artista.
Tutti sappiamo che Jenkins frequentava la scuola che fu definita dell'Action Painting o Espressionismo Astratto, alla quale peraltro apparteneva anche il citato William Congdon poi comunque allontanatosi come anche il Paul Jenkins.
Nello specifico, Jenkins nel 1952 quando
Harold Rosenberg dava un nome a questa nuova scuola di pittori newyorkesi, era fisicamente li e ne faceva timidamente parte almeno all'inizio. Nello stesso anno Martha Jackson apre la sua, poi divenuta famosa, galleria d'arte e lei stessa segue questa scia di novità esponendo questi artisti e tra di essi anche Jenkins. Ci furono delle collettive insieme ed è tutto documentato. Peraltro la Jackson lavorò con Jenkins fino alla chiusura della galleria per la sua prematura scomparsa mi pare nel 1969, esponendolo con Pollock ed altri, ed è anche il motivo per il quale le tele che sono transitate da li, come una delle mie, hanno anche un valore economico aggiunto (chiamasi in gergo "medaglia") non trascurabile.
Tornando all'allontanamento di Jenkins dai suoi amici e coetanei artisti che stavano godendo di un successo unico e in parte meritato (ma questo è un altro argomento),
lui di fatto si guarda intorno per cercare altrove quello che negli USA non poteva esserci per evidenti mancanze storico-culturali. Non saprei se definirlo "misticismo" o altro, ma certamente fu qualcosa di spirituale che lo spinse prima a cercare ispirazione in Europa per poi giungere infine in Giappone alla corte appena formata da Jiro Yoshihara e chiamata Gruppo Gutai.
Mi fermo qui perchè entro nel campo di Arte2011, che essendo profondo conoscitore del Gutai meglio di chiunque può mettere in relazione Jenkins con artisti come lo stesso Yoshihara, Shimamoto o Shiraga per citare solo i principali fondatori.
Mi preme però solo aggiungere che la sostanziale differenza del Gruppo Gutai con Pollock (per semplificare), non era nel tipo di azione e pittura, anch'essa caratterizzata dalla presenza fisica dell’artista che interagisce con la materia, ma la volontà di cogliere e trasmettere alla tela un atto creativo e concettuale/filosofico che allontanava l'opera dal solo atto creativo. Per quanto lo stesso atto creativo fosse nel Gutai una componente importante e fondamentale vista come una forza naturale e umana che si impadroniva dei materiali e li lavorava con fisicità e presenza.
Insomma Jenkins non si accoda all'Espressionismo Astratto per scelta, l'amicizia e la frequentazione dei principali autori e degli stessi galleristi lo testimonia.
Per quanto certamente questa scelta non abbia pagato in termini economici, a me pare chiaro che cerca qualcosa di diverso e di altro, qualcosa che non può trovare in una madre patria che ha una spiritualità ed una sensibilità filosofica che può risalite al massimo ai nativi americani.
Inizia così lunghi rapporti epistolari e viene in Europa per poi proseguite in Giappone le sue ricerche che molto lo avvicinano ai concetti che Baleng ha visto nelle sue tele.
Ricerche, badate bene, che non si fermarono mai fino a creare un'importante biblioteca che mi pare stata ceduta a qualche univiersità americana come lascito.
Baleng ci hai visto nuovamente lungo.
A volte mi spaventi
![Brr Che Paura :brr: :brr:](/images/smilies/paura07.gif)